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Il fiammifero e la farfalla

Fiaba pubblicata da: Alessio Sgrò

In un posto tutto buio e freddo, dove non si vedeva nulla, un piccolo fiammifero si aggirava tutto solo vagabondando di qua e di là in cerca di un po’ di compagnia, quando a un certo punto sentì la presenza di qualcuno.

«Chi è?» domandò cortesemente.

«Sono una farfalla» ricevette come risposta.

«Una farfalla, e che cosa è mai?» pensò il fiammifero non avendone mai vista una, quindi incuriosito chiese «Io sono un fiammifero e posso accendere un fuoco, e tu?».

«Ma che domanda è mai questa» scocciato si sentì replicare, quasi a snobbarlo.

«Tutti sanno quanto sono bella e che con il mie stupende ali trasporto il polline necessario per inseminare i più bei fiori dei prati» disse la farfalla con un tono di superiorità nei confronti del piccolo e solo fiammifero.

«Scusami farfalla, ma non so come sei fatta, sei la prima che incontro, e non ti vedo quasi per niente» infatti tanto era buio che poté solo udirne la soave voce, ma nulla di più.

In quel momento la farfalla incominciò a lamentarsi «Che freddo che ho, qui si gela. Le mie povere ali perderanno tutto il loro splendore, i miei sfavillanti colori appassiranno. Che freeeddo!» esclamò con tono tremolante.

«Ti aiuterei volentieri farfalla, ma non posso fare nulla per te» furono le parole che pronunciò il fiammifero, non fece in tempo di terminare che la farfalla stizzita disse «Come! Ma tu non puoi appiccare il fuoco… Allora fallo?».

«Sì è vero ma così brucerei anch’io» affermò un po’ impaurito il fiammifero.

«Ho una idea» disse poi la farfalla prendendolo con le sue zampe e trasportandolo su una nuova superficie «Ecco qui è perfetto».

«Non sei curioso di vedermi?» dichiarò ancora la farfalla, e questa volta in modo molto ammaliante «Come me non ce ne sono molte, avresti la possibilità di vedere la cosa più bella che tu abbia mai visto nella tua vita» continuò a dire «Non perdere questa occasione non ti ricapiterà più!».

Il fiammifero desideroso di vedere cosa si celava dietro a quella dolce voce, che lo aveva di fatto stregato, si piegò su se stesso, sfregò la sua rossa testina su una parete ma non successe nulla, era troppo liscia e fredda, allora provò per terra e così fu luce e calore.

La testa del fiammifero bruciava di un vivo fuoco, color rosso al centro e giallo all’esterno, e mentre ciò accedeva poté finalmente vedere la farfalla che tanto bramava. Rimase tuttavia deluso da quella vista, davanti a sé infatti non c’era nulla di bello e sfavillante come si immaginava, bensì una cosa pelosa, tozza e di uno smorto grigio che si alzò in volo e incominciò a volare in circolo.

Non poté ben capire cosa stesse accadendo ma vide vicino a sé un liquido oleoso che si infiammò a sua volta e tutto attorno delle pareti trasparenti che lasciavano oltrepassare la luce del più grande fuoco che ardeva.

Nella realtà il piccolo fiammifero era stato ingannato da una perfida falena che lo aveva condotto all’interno di una lanterna appesa a un soffitto, e quando il poverino stava emettendo le sue ultime fiamme vide, giù a terra sul pavimento, tanti altri suoi fratelli ormai tinti a lutto e caduti nello stesso tranello. E così anche lui li raggiunse per sempre.



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