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Celestino Mingherlino e il mago Barbabè

Fiaba pubblicata da: Martina Vecchi

L’incontro di Celestino Mingherlino col mago Barbabè fu simpatico e curioso.

Celestino era malaticcio, si era beccato da poco uno di quei fastidiosi virus parainfluenzali, cioè che non sono ancora influenza vera e propria, ma poco ci manca.

Il povero Celestino, che per tutta la sua lunga vita non si era mai buscato più di un raffreddore, si sentiva proprio giù.

Sembrava che il suo proverbiale ottimismo l’avesse abbandonato.

Era a letto con un febbrone da cavallo, il naso tappato e gocciolante, gli occhi cisposi e lacrimanti, e un tossone da far invidia al tuono.

La gente del paese lo aiutava sollecita, poiché Celestino era benvoluto da tutti.

Chi gli portava la spesa, chi gli preparava un brodino caldo, chi gli faceva le pulizie, chi dava da mangiare ai suoi animali, chi gli teneva semplicemente compagnia.

Quella mattina, Celestino Mingherlino si era svegliato con un forte dolore alle ossa, e aveva preso un’aspirina.

Si stava addormentando, quando un vigoroso scampanellìo lo fece sobbalzare.

“Chi mai potrà essere?” pensò Celestino” Non aspetto nessuno, sono già passati a consegnarmi la spesa…”.

Un altro scampanellìo.

– Abbiate pazienza, chiunque voi siate, non posso alzarmi, ho l’influenza. C’è una chiave sotto lo zerbino, usate quella!-

Si sentì uno strascicare di piedi e un frusciare per terra.

– Chi è?- domandò Celestino con voce nasale.

-Beh….-

– Su, fatevi avanti. Ahimè, devo avere le allucinazioni..- si disse sconsolato Celestino Mingherlino.

Vide emergere un lungo cappello blu a cono. Il misterioso visitatore tossicchiò e si schiarì la voce:- Ehm ehm, buondì!-

– E lei chi è?- domandò Celestino, curioso e stranito.

– Sono il Mago Barbabè-

– Ah, che è un mago lo vedo. Ma vorrebbe gentilmente spiegarmi il motivo della sua visita?-

– Beh…-cominciò il mago- vede, io sono un mago. Ma non sono mica un mago come gli altri. Mica come quelle mezze calzette che si vedono in giro adesso, che non sanno neanche trasformare una pipa in un fiore, o sollevare gli oggetti! Io sono uno bravo, ma bravo davvero. So fare gli incantesimi, so parlare con gli animali, so fare le magie, e un sacco di altre cose. Però sono vecchio…-

– Credevo che i maghi non avessero età!- obiettò Celestino.

– Infatti non so mica quanti anni ho, forse già qualche secolo. Però so di essere vecchio, me ne accorgo dagli acciacchi. Mal di schiena oggi, mal di ossa domani, non fai nemmeno in tempo a dire “Abracadabra” che subito uno più giovane ti soffia il posto!-

– Signor mago, sono molto dispiaciuto per la sua situazione, di certo lei dev’essere un vero professionista, ma… Ma non ho ancora capito in che modo potrei esserle utile- disse Celestino, perplesso, con voce molto nasale.

– Beh…- rispose il mago, rosso in viso e un po’ impacciato. Guardava in basso, e si tormentava un lembo del mantello- Beh, io..-

– Lei? Coraggio, mi dica!- lo esortò Celestino.

– Sono stato dal medico, ultimamente, mi hanno anche ricoverato in ospedale per un paio di giorni. Sa, Celestino, mi hanno fatto tanti di quegli esami strani! Pensavo davvero di essere spacciato, e invece…-

– Invece?-

– Beh, invece mi hanno detto che sono stressato. Stress da superlavoro! Ma se ultimamente non lavoro quasi più! La verità, signor Celestino, gliela dico io la verità! È che da vecchio non ti vuole più nessuno, ecco! Ecco perché sono così depresso!-

– Me ne rendo conto, signor Mago… Et… ETCIU’!!!!!!!- fece Celestino- e mi dispiace molto, mi creda, ma… Ancora non saprei come esserle d’aiuto!-

– Beh, ecco, mi domandavo se per caso potevo trascorrere un po’ di tempo qui da lei..-

– Qui da me?- domandò Celestino Mingherlino, sempre più sorpreso.

– Sì, è così tranquillo qua, così silenzioso, così rilassante. In mezzo al bosco, tra gli animali! Sono convinto che, con un po’ di vacanza, riuscirei a rimettermi giusto giusto per riavere il mio posto di lavoro. In fin dei conti sono un mago stimatissimo, sa, potrei insegnare ai Giovani Apprendisti! Ma ora come ora sono troppo stanco, non ce la faccio proprio!-

– Ah, questo è sicuro, ma… Vede, io ho l’influenza, non vorrà mica ammalarsi anche lei!-

– Beh.. Beh… Beh..-

– Adesso basta, con questi “beh”, sembra una pecora!” D’accordo, rimanga pure, non mi dà alcun fastidio. Ma si arrangi un po’ lei a dormire sul divano, veda di sistemarsi come meglio crede. Insomma, faccia come se fosse a casa sua. Telefono alla Giovanna e le dico che venga a darci una mano-

– Ma non si disturbi, signor Celestino, dimentica che sono un mago, non c’è nessun bisogno d’aiuto!-

Il Mago Barbabè batté le mani e in men che non si dica il divano si trasformò in un ampio e comodo letto. Apparvero due morbide coperte di lana. Cinque minuti più tardi un brodo bollente e uno stufato di cavolo borbottavano sui fornelli. Il fuoco nel caminetto scoppiettava allegramente. Celestino, divertito e incuriosito, chiese al mago se per caso potesse fare due chiacchiere coi suoi gatti e il suo canarino dato che lui, a causa del mal di gola, faticava a parlare.

– Ma certo, certo!- si illuminò Il mago Barbabè. E subito si lanciò in una fitta conversazione coi gatti Nuvola e Blu. Qualche volta interveniva pure Clo il canarino, svolazzando qua e là per attirare la loro attenzione.

– I gatti mi hanno detto di essere preoccupati per la sua salute- riferì Barbabè il Mago- e sperano che lei si rimetta presto. Gradirebbero un po’ di latte, e che venisse sostituita la sabbia nelle loro cucce. Sono proprio due gatti simpatici!-

Il canarino Clo richiamò l’attenzione del mago.

– Il signorino chiede il permesso di poter cantare un po’- comunicò il mago a Celestino.

– Beh, certo, faccia pure!-

E un suono melodioso riempì tutta la stanza.

Verso sera Celestino riuscì ad alzarsi per mangiare un po’ di brodino e una fetta di pane.

– Devo confessarle che lei è proprio un bravo mago-

– E lei è proprio un omino ospitale. Mi sento così a casa, qui!-

– Rimanga un altro po’, anzi, torni pure ogni volta che vuole! Così io le terrò compagnia, e lei mi aiuterà nelle faccende!-

– Sarebbe proprio divertente..-

– Sa, signor Mago, bisogna dare tempo al tempo, e prima o poi tutte le cose si sistemano! Mia nonna diceva sempre: “Tutto passa, anche questo passerà!”-

-Ah, certo, certo, com’è saggio, lei, com’è saggio!-

Quello fu solo l’inizio di una lunga, lunghissima amicizia.



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