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Notte a casa Cipolloni

Fiaba pubblicata da: Roxy

È notte fonda e tutti dormono, ma a casa Cipolloni accade qualcosa di magico.

“Ecciù!!!”, starnutisce un raffreddato vaso di fiori da sopra un umido davanzale.

Una poltrona si stiracchia tutta indolenzita e, con tono un po’ lagnoso, borbotta: “Ohhh povera me! Ho dovuto sopportare per ben 5 ore quella grassona della Signora Olga, e adesso guarda qua come sono ridotta: uno straccio!”

“E cosa dovrei dire io?”, le fa eco un anziano divano brontolone dall’aria alquanto seccata. “Quei due bambini pestiferi hanno saltato sulla mia povera pancia per tutto il santo giorno!”

Nel frattempo, un vecchio giradischi inizia a far suonare una dolce melodia sulle cui note cantano, con voce esile ed armoniosa, tre allegri girasoli.

Tutte le finestre della casa si aprono e si chiudono come per battere le mani, e finiscono per svegliare quel pignolo del computer che, stizzito e ancora un po’ mezzo addormentato, grida: “Schhh!!! Che cos’è tutto questo pandemonio? Finirete per svegliare tutti quanti, uffa!!! In questa casa non si riesce mai a riposare in pace. Ho lavorato tutto il giorno, io!”

“Mamma mia che razza di caratteraccio!”, lo rimprovera una pittoresca lampada proveniente dalle lontane terre d’oriente. “Sembra che faccia tutto lui!”

Ma il computer non l’ascolta nemmeno più: russa già come una locomotiva a vapore.

Due orsacchiotti un po’ spennacchiati, approfittando del fatto che i bambini stanno dormendo, decidono di godersi il breve attimo di libertà concedendosi un giro in giostra dentro alla centrifuga della lavatrice. “Urrà!”, gridano divertiti.

Mentre i due orsetti si abbandonano alla pazza gioia, un paio di occhiali scuri da sole, tutti ricoperti di polvere, pensa bene di darsi una ripulita facendo una sana doccia nella lavastoviglie. E una bellissima bambola di nome Linda, dai capelli lunghissimi e dorati come le spighe del grano, scende dal suo piedistallo, si aggiusta il vestito di seta blu tutto ricoperto di pietre luminose e, guardando l’enorme lampadario appeso al soffitto, dice con un sospiro: “ Come mi piacerebbe salire su un‘altalena …”

Un vecchio e bruttissimo Troll dall’aspetto verdognolo che si trova lì vicino, sente le parole della Principessa Linda e pensa che quella potrebbe essere una buona occasione per fare breccia nel suo cuore. Afferra, quindi, il telecomando – che a dire la verità protesta un po’! – e incolla ai suoi lati un paio di corde che qualcuno ha lasciato sul tavolo. Costruendo, così, una bella e originale altalena per Linda. Ma quando tenta di allacciare le corde ai cristalli del lampadario, quest’ultimo si ribella: “Ehi, tu! Cosa credi di fare? Non provarci neanche! Quelle corde finiranno solo per farmi venire un gran male alle braccia.”

“Ti prego! Non farmi questo … Io sono brutto, tutti mi trattano male e mi prendono in giro per il mio aspetto orribile”, piagnucola il povero Troll. “ Nessuno mi ascolta e nessuno vuole parlare con me! Potrebbe essere la mia ultima occasione per trovare un po’ di felicità. Se riuscirò a farmi amare dalla Principessa nonostante il mio aspetto, allora forse mi ameranno anche tutti gli altri.”

Il lampadario, commosso, si lascia attaccare le corde alle braccia. E così il Troll, raggiante, fa salire la Principessa sull’altalena e inizia a dondolarla dolcemente.

“E perché proprio a me tocca fare da seggiolino per l’altalena? Possibile che i lavori più faticosi li debba sempre svolgere io?”, sbuffa il telecomando.

“Sei buono solo a lamentarti, tu! Ma se passi tutto il giorno sdraiato sul divano o sopra al tavolo! Taci e prova a non essere egoista, per una volta“, dice il lampadario visibilmente stizzito.

Il telecomando mugugna un po’, poi decide di lasciare perdere. Tutti sanno che è molto meglio non discutere con il lampadario: è un tipo per niente comodo!  .

Nel frattempo la Principessa, sull’altalena, ride divertita e, rivolgendosi al Troll, sussurra: “Nessuno è buono e gentile come te. Sarai tu il mio Principe. Per sempre!”

Il Troll si sente felice come non mai: finalmente è arrivata un po’ di serenità anche per lui.

Questo episodio commuove e mette di buon umore tutta la casa, persino quel pignolo del computer che, nel frattempo, si è risvegliato.

Pentole, piatti, coperchi e stoviglie in genere, per la gioia, formano una piccola banda e, suonando, cantano:

“Evviva gli sposi

che siate felici

questi  son gli auguri

di tutti i vostri amici!”

Un imbuto fa da megafono, mentre le luci della casa si accendono e si spengono ad intermittenza come in una discoteca.

Tutti si uniscono all’insolita festa di fidanzamento: il televisore, i vasi di fiori e i soprammobili. E poi: sedie, tazzine, una bellissima statua bianca in stile greco – che però non perde occasione per mostrare i suoi muscoli! – e pure lo specchio che grida al mondo intero:

“Non sono un Re

ma più belli di me

proprio non ce n’é!”

Questo gran fracasso, però, finisce per svegliare il Signor Ugo, il proprietario della casa, che scende dal letto e si avvia a controllare che non siano entrati i ladri.

“Tesoro… non andare .. se ci sono i ladri potrebbero farti del male …”, dice impaurita la Signora Olga.

Ma il Signor Ugo non si lascia scoraggiare e risponde alla moglie: “Non preoccuparti, cara. Se vedo i ladri li farò scappare con questa”, e mostra alla consorte una piccola pistola nera.

“Ma, caro … quella è una pistola ad acqua … “, protesta lei con una smorfia.

“Ma i ladri non lo sanno!”, risponde lui con ghigno soddisfatto.

“Mettiti almeno gli occhiali. Altrimenti, come li vedi i ladri?”

“Ah… già … che sbadato … “, dice Ugo con voce imbarazzata per la pessima figura fatta davanti alla moglie. Poi, finalmente, parte per il suo giro di perlustrazione.

Ugo Cipolloni controlla tutta la casa in lungo e in largo ma non trova nessuno, nemmeno un ombra. Solo qualche oggetto fuori posto e la lavatrice in centrifuga con dentro gli orsacchiotti.

“Questa deve essere opera dei bambini”, pensa con rassegnazione il povero Ugo.

“Domani mi sentono!”, grida con tono minaccioso la Signora Olga che, nel frattempo, ha raggiunto il marito.

Poi, entrambi, se ne tornano a letto.

Avete capito???

Se al mattino, quando vi svegliate, trovate qualcosa in un posto diverso da dove pensavate di averla lasciata il giorno precedente, non date subito la colpa alla mamma distratta, al fratellino dispettoso, o al gatto pasticcione.

La spiegazione potrebbe essere un’altra.



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