Storia di mostri e d’amicizia

Fiaba pubblicata da: Gabriela Chiari

Tanti secoli fa quegli uomini che avevano stabilito la loro dimora tra il fiume Nera e il torrente Serra, trovando una specie d’isola felice, sperimentarono loro malgrado come la vita e la morte fossero due facce della stessa medaglia, infatti le acque che circondavano Interamna Nahars costituivano la loro vita fino a che potevano defluire, quando invece ristagnavano formavano acquitrini e paludi malariche.

Proprio la malaria, che falcidiava vittime,  si trasformò nell’immaginario collettivo in un essere mostruoso, un drago che abitava nelle zone paludose, in particolar modo in una località chiamata “La Chiusa”.

Il drago sprigionava dalle narici fumi ammorbanti e dalla bocca emanava un alito maleodorante  pertanto un terribile fetore si mescolava all’aria togliendo il respiro alla popolazione; il mostro portatore di morte costituiva un orribile flagello da cui le autorità del luogo volevano liberare  gli abitanti. La lotta contro il drago non era facile e nessuno aveva il coraggio di affrontarlo, soltanto un giovane che chiameremo  L’Ardimentoso  si offrì di cimentarsi nell’impresa.

Il giovane era nobile e coraggioso ma soprattutto era innamorato; l’oggetto del suo amore era  Pulchra una fanciulla dalla pelle d’avorio e gli occhi di giada, appartenente ad una famiglia in competizione con quella del giovane. La gloria che egli pensava di poter trarre dal cimento gli avrebbe consentito di superare le rivalità familiari e coronare il suo sogno d’amore.

Un mattino quindi L’Ardimentoso , dopo essersi munito di una buona armatura, lasciò l’abitato e s’incamminò verso “La Chiusa”.  Lungo il tragitto il giovane, pur sentendosi forte per le armi e il coraggio  rinsaldato dall’amore che gli scaldava il petto, cominciò a pensare come poter affrontare il drago e nacque in lui qualche dubbio.

Intanto lungo il sentiero, nascosto dalla vegetazione, camminava quatto quatto Pragmaticus; costui era il servo dell’Ardimentoso che non aveva voluto lasciare solo il suo padrone. In realtà tra L’Ardimentoso e Pragmaticus c’era un forte legame d’amicizia, cresciuta insieme a loro che da bambini avevano giocato e condiviso esperienze; disuguali a livello sociale erano però profondamente simili nel loro sentire e  i loro caratteri si completavano a vicenda , per questo potevano essere amici. Quando il giovane fu in prossimità della sua meta, Pragmaticus sbucò fuori e cercò di rincuorarlo  con queste parole: “Amico mio, a quale impresa ti hanno condotto il coraggio e il sentimento! Sei forte, ma il mostro non è un tuo pari quindi agisci con prudenza, io sarò nascosto qui dietro, puoi sempre contare su di me!”.

L’Ardimentoso, trovatosi al cospetto del drago, provò e riprovò a colpirlo con tutta la sua forza ma questi sembrava invincibile. Dopo innumerevoli tentativi infruttuosi,  il giovane vide scemare quel coraggio che lo aveva sostenuto sino ad allora; prontamente intervenne Pragmaticus che, presolo per un braccio, lo trascinò dietro un cespuglio per poter decidere insieme un piano d’attacco. “Mio signore, mio amico, io per te darei la mia vita” disse sottovoce il servo “ ma se vuoi uscire vivo da questa impresa dobbiamo agire d’astuzia, quindi aspetta che sia scesa la notte  e quando il drago si sarà addormentato profondamente introdurrai nella sua bocca semiaperta questa mistura di erbe velenose che ho portato con me; useremo il veneficio per combatterlo con le sue stesse armi !”. E così fu, L’Ardimentoso seguì i consigli di Pragmaticus e il drago morì.

All’alba prima di condividere la meravigliosa notizia con le autorità e tutta la cittadinanza, il giovane disse al servo: “ Amico mio, ti devo la vita, senza di te non ce l’avrei mai fatta  ma per il bene che ti voglio ti prego di approfittare di questa situazione e fuggire, potrai essere un uomo libero!”. A queste parole Pragmaticus rispose: “ Non saprei dove andare, rimarrò con te e con gli altri perché l’azione che segue  a un ragionamento ha sempre bisogno di qualcuno che la sostenga e questa città e gli uomini in generale ne avranno grande necessità.

Così L’Ardimentoso tornò vincitore tra la sua gente,molti furono gli onori tributatigli, per molti giorni si prolungarono i festeggiamenti e nell’entusiasmo che aveva galvanizzato tutti, trovarono spazio anche le nozze del giovane con Pulchra.  Pragmaticus in disparte osservava la scena sorridendo tra sé e sé.