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Tutte le fiabe che parlano di "legno"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "legno", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Trottolina

C’era una volta un vecchio tornitore che faceva trottole d’ogni forma e d’ogni grandezza.

Quand’era la stagione delle trottole, i ragazzi si affollavano nella sua bottega:

– Tornitore, mi fate una trottola?

– Piccola o grande? Piatta o col cocuzzolo?

Secondo che la volevano piccola o grande, piatta o col cocuzzolo, egli adattava subito un pezzetto di legno al suo tornio, e con un piede sul pedale e in mano lo scalpello, si metteva a lavorare lesto lesto, brontolando:

Trottolina

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Celestino Mingherlino e il tarlo Anatolio

Arriva l’autunno, con le prime foglie che cominciano a cadere. Presto il terreno si ricoprirà di un soffice manto giallo e rosso. L’aria al mattino si farà più frizzante, e le giornate si accorceranno.

“È ora di fare il cambio degli armadi” constata Celestino, affacciato alla finestra.

Sul tavolo in cucina c’è un cestino colmo di castagne da arrostire. “ Voglio invitare qualche vicino a cena per inaugurare la stagione” pensa Celestino, sempre di buonumore e pronto a offrire la propria generosità.

“Castagne arrosto, purè di patate, stufato di manzo e cavolfiore gratinato”. Che acquolina. Non può certo mancare lo strudel di mele. E nemmeno le pere al vino.

Celestino Mingherlino e il tarlo Anatolio

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Celestino Mingherlino e il cavallino a dondolo

Il giocattolaio Lauro ha uno splendido negozio da tantissimi anni. Non è un negozio come tutti gli altri, di quelli che vendono giochi di plastica, cinesi, con le musichette e le lucine, tutti colorati che dopo una settimana ti stufi e non ci vuoi giocare più.

Quello di Lauro è un negozio speciale, con giocattoli artigianali in legno stuccato. Artigianali nel senso che a costruirli e a dipingerli è proprio Lauro, con quelle sue mani magiche che danno vita ai pezzi di legno.

È un negozio molto antico, è stato del papà di Lauro, ancora prima del nonno, ancora prima del bisnonno, ancora prima del bis- bis nonno, e così a ritroso fino a chissà quanto tempo fa. Nessuno ha mai avuto cuore di cedere l’attività a qualcun altro, perché quella di Lauro è una famiglia di artisti con la vena creativa, e perciò il negozio ha sempre avuto vita felice.

Celestino Mingherlino e il cavallino a dondolo

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Quando venne il diluvio

Chissà se era notte o giorno, se era autunno o primavera quando iniziò a piovere: nessuno si accorse della prima goccia che cadde, leggera e silenziosa …e dietro di lei quante altre gocce  scesero a bagnare l’erba ,a formare cerchi sempre più grandi  dentro l’acqua del fiume, a innalzare la marea. E mentre la pioggia cadeva, un rumore si sentiva dalla casa di un anziano signore: lunga era la sua barba, bianchi i suoi  capelli, Noè era il suo nome. 

Lavorava senza sosta, perché  sapeva che quella pioggia non si sarebbe fermata, che avrebbe continuato a cadere, sommergendo tutto quello che madre natura aveva creato… e lui non poteva di certo permettere che tutto finisse cosi!

Quando venne il diluvio

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Il cavalluccio a dondolo

Trotta trotta cavalluccio,
sul tuo dondolo di legno io comincio un gran bel sogno.
Vado avanti e ondeggio indietro dolcemente con la  testa ,
se poi chiudo  gli occhi un poco  mi ritrovo….. in una festa!

Una festa con le danze, luci accese in grandi stanze,
dove vedo tanta gente tutta allegra e sorridente.
Io continuo a dondolare,perché voglio ancor sognare,
questa festa è straordinaria,mi vien voglia di cantare!

Il cavalluccio a dondolo

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Il comodino solitario

C’era una volta un vecchio comodino di legno, giustamente orgoglioso della posizione che da tempo immemorabile occupava in quella cameretta piena di fiori, che la tenue luce delle candele rischiarava e le più esotiche fragranze profumavano.

Nulla sembrava mancare perché lenta e tranquilla scorresse la sua vita ma, ahimè, la sua pace era scomparsa il giorno in cui la Dama della cameretta gli aveva imposto, senza nemmeno chiedergli cosa ne pensasse, di coabitare con una compagnia di statuine e pupazzetti a cui sembrava,perché poi,santo Cielo? molto affezionata. Il comodino, che come tutti i vecchi mobili era piuttosto riservato e conformista, avvertì un’immediata fortissima antipatia per “la masnada”: eccentrici, chiassosi, svitati, incarnavano alla perfezione tutto ciò che per lui era assolutamente insopportabile; ma proviamo un po’ ad entrare nei suoi pensieri: “Come potrò mai dedicarmi alle mie predilette meditazioni sull’origine e le cause prime dell’universo mondo con questo strazio continuo ai miei timpani?

Il comodino solitario