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Tutte le fiabe che parlano di "dei"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "dei", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Orione

D’oro la pioggia dai lombi divini
sulla pelle del toro immolato
dal devoto e misero Iseo
nell’orto poi ripiegata e sepolta
E nacque dal grembo della terra
il bambino promesso.

Splendido e forte cacciatore
le nubi corona al suo capo
mentre dalla montagna
veniva in pianura.
Fatale, l’amore lo perse
benché figlio di Dei .

Compagno di caccia di Diana
suscitò le ire di Apollo
che tese loro il tranello crudele.
La freccia scoccata credendolo preda
spense per sempre l’azzurro degli occhi.

Venne a riva il corpo di Orione
come marmo venato di rosso
trafitto alla tempia dal dardo d’argento
Pianse affranta la Dea
mentre Sirio, cane fedele, ululava alle onde.

Orione

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Una giornata sul monte Olimpo

(da una antica leggenda greca, forse)

Ci fu un tempo, troppo lontano da noi perché ce ne resti memoria, nel quale sulla terra dominavano gli dei, ad ognuno dei quali era affidato il destino di una parte del mondo o della vita dei suoi abitanti.

A parte ciò e considerato anche il libero arbitrio degli uomini, caratteristica comune a un po’ tutte le religioni, non è che gli dei avessero poi un granché da fare.

Una giornata sul monte Olimpo

atlantide

Atlantide

C’era una volta Atlantide. Era un continente bellissimo, più grande di tutti i cinque continenti messi insieme. I suoi abitanti erano persone pacifiche, calme e generose.

Un brutto giorno uno strano individuo di nome Nemo rubò il Calice Dorato, suscitando l’ira degli Dei, i quali promisero che se Nemo non fosse riuscito a sconfiggere il terribbile Squalo Blu, Atlantide sarebbe stato sommerso per sempre.

Nemo, mortificato, raccontò l’accaduto all’imperatore di Atlantide, il quale, dopo averlo sgridato e avergli fatto pagare 100 denari, gli diede le migliori armi del continente per riuscire a sconfiggere il terribbile Squalo Blu.

Atlantide

anubis

La maledizione della mummia

Si narra che nell’800 un noto archeologo andò in Egitto alla ricerca del tesoro di Anubis: un anello con incastonata una pietra preziosa e magica.

Anubis era il dio della necropoli ed era rappresentato come un uomo con testa di sciacallo preposto ai riti funerari e alla mummificazione. Il suo compito era quello di accompagnare il defunto al cospetto del dio Osiris, padre di Anubis stesso.

E’ bene ricordare che lo sciacallo, animale pericoloso del deserto, cercava prede nei cimiteri e nei luoghi dove i defunti venivano imbalsamati.

Il nostro archeologo, di nome Abir, si fece accompagnare dal suo amico egittologo Rufus.

La maledizione della mummia

Il boscaiolo e mercurio

All’opra mia, Signor, norma e misuradiedi il vostro gentil senso del bello,a cui spiace dell’arte ambiziosai fronzoli e gl’inutili ornamenti.La penso anch’io così. Guasta dell’arte,per troppa voglia d’abbellir, la schiettasemplicità l’indocile poeta.Anch’io discrete amo le… Il boscaiolo e mercurio