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Tutte le fiabe di chiara

Questa la raccolta personale di chiara. Puoi contribuire anche tu al progetto "Ti racconto una fiaba" inviando i tuoi testi attraverso l'apposita pagina invia la tua fiaba.

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Una Notte Gelida d’Inverno

“Quando gli chiesero come fosse nato il suo romanzo, l’uomo seduto di fronte ai suoi interlocutori, accennò prima, un sorrisetto timido, e poi, si passò una mano tra i capelli come chiaro segno di imbarazzo. Dopo alcuni secondi di silenzio e di attesa, rispose dicendo che tutto ebbe inizio in una notte gelida d’inverno….”

“Toc, toc”

Guardai l’orologio, erano le 22 e 30.

Qualcuno continuava a bussare alla nostra porta e mio padre, un po’ stupito e un po’ intimorito, andò ad aprire.

“Perdonatemi se disturbo a quest’ora, ma la mia automobile ha avuto un guasto! Fuori fa molto freddo e con questa bufera di neve non so dove andare!”

Mio padre lo accolse in casa e gli promise assistenza.

Una Notte Gelida d’Inverno

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La leggenda di Piero e Sara

Sono sola nella mia stanza. Distesa su questo mio letto morbido e privo di calde coperte che mi hanno tenuto compagnia durante l’inverno. Fisso il soffitto costellato di stelline fosforescenti mentre stringo tra le mani una “penna” magica, una penna che dovrà darmi la forza di scrivere una storia mai sentita, una storia che si unirà a quelle di Tristano e Isotta, Lancillotto e Ginevra, Romeo e Giulietta ed infine Abelardo ed Eloisa.
E’ primavera. Fuori dalla finestra provengono grida di bambini che giocano a pallone. Se solo sapessero cosa ho visto e sentito, smetterebbero di far rimbalzare su e giù quella palla e muti come angeli mi ascolterebbero come se fossi un cantastorie medievale…….

La lezione del professore di filologia era appena terminata ed io stavo per andarmene quando all’improvviso sentii una voce alle mie spalle:
-“Signorina Lo Bianco, aspetti le devo parlare”
Mi girai di scatto un po’ stupita nel sentire la voce del mio professore che pronunciava il mio nome.
-“Ho letto ieri sera la sua ricerca e devo dire che mi ha colpito molto, tuttavia mi sono reso conto che lei non ha per niente citato un libro fondamentale per i suoi studi su Brinx”
-“Mi scusi professore, ma ho provato a cercare il testo al quale lei allude, nelle varie biblioteche che la nostra città offre, ma con risultati deludenti”.

La leggenda di Piero e Sara

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Le tre porte

Ci sono stanze che non ti puoi dimenticare, stanze ricche di ricordi , di magia, di sogni, di speranze, di poesia, di profumi. Per anni la porta dello studio di ricerche di mio nonno era rimasta chiusa e in parte sepolta e sbiadita nella mente della mia famiglia.

Mio nonno James mi chiamava Sella e da allora a nessuno importa se il mio vero nome fosse Claire perché ( così rispondeva mio nonno) entrambi hanno a che fare con la luce.

Proprio un anno fa, dentro ad un cassetto di un antico mobile di legno posto in un angolo del salone, dove i raggi del sole amavano scontrarsi, trovai una chiave; già, quella chiave dimenticata, quella chiave che avrebbe aperto quella “porta chiusa”.

Finalmente avrei potuto anche io impreziosire quelle mura di nuovi ricordi, di nuovi sapori, profumi che porteranno di nuovo in vita la memoria di quel “divoratore” di libri che era mio nonno, professore di arte e archeologo famoso.

Le tre porte

anubis

La maledizione della mummia

Si narra che nell’800 un noto archeologo andò in Egitto alla ricerca del tesoro di Anubis: un anello con incastonata una pietra preziosa e magica.

Anubis era il dio della necropoli ed era rappresentato come un uomo con testa di sciacallo preposto ai riti funerari e alla mummificazione. Il suo compito era quello di accompagnare il defunto al cospetto del dio Osiris, padre di Anubis stesso.

E’ bene ricordare che lo sciacallo, animale pericoloso del deserto, cercava prede nei cimiteri e nei luoghi dove i defunti venivano imbalsamati.

Il nostro archeologo, di nome Abir, si fece accompagnare dal suo amico egittologo Rufus.

La maledizione della mummia