
In un verdissimo prato contornato da tante chiazze colorate viveva una pianta con tanti grossi fiori gialli, insieme a tante altre sue gemelle.
Pianta che attirati in primavera il maggior numero d’insetti per impollinare i suoi fiori, li vedeva trasformare in tanti piccoli semi, che potevano planare nell’aria con l’aiuto del vento, grazie ai lunghi filamenti bianchi posti come dei raggi di sole sulla testa del loro esile corpo.
In un giorno come tanti altri, quando ormai la stagione era matura e tutto pronto per l’addio dei semi dalla madre pianta, uno di questi nel vedere dalle altre piante il volar via degli altri semi di soffioni esclamò «Mamma perché dobbiamo andarcene?».
«È così che le cose sono sempre andate e così devono andare» gli spiegò la madre, cercando di fargli accettare quanto stava succedendo.
«Io non voglio lasciarti qui tutta sola, mamma, come sta accadendo per le altre piante» replicò il piccolo seme alla madre «Non è giusto» continuò.
«Figlio mio anche io prima di te sono stata un seme e ho dovuto lasciare mia madre e tutti i miei fratelli, solo così il mondo può proseguire» aggiunse la madre.
Il seme di soffione