Mastro Favola
Fiaba pubblicata da: Geremina Leva
Passando da via Teatrino è facile scorgere dalla finestra della piccola bottega il caro Mastro Favola, affaccendato tra burattini e intrecci a lieto fine. Come ogni sera infatti non andrà a dormire fino a quando non avrà cucito la favola che farà addormentare tutti i bambini del mondo.
«Preparatevi personaggi che si inizia senza indugi!» esorta Mastro Favola.
Tutti allora si mettono all’opera – chi sistemando il vestito, chi lisciandosi i baffi o i capelli, chi attorcigliando la coda, chi ripassando la parte o l’esercizio di ginnastica – tranne due, la strega e la principessa, che invece con aria birichina e sorrisetto malizioso si avvicinano a Mastro Favola per una richiesta davvero mai sentita prima:
«Io voglio fare la parte della principessa» dice la strega, «E io della strega» dice la principessa.
«Cosa?» chiede sorpreso Mastro Favola «E che novità è questa! Che storia pensate ne possa venir fuori? » e scuotendo la testa: «No, non se ne parla! Ognuno ha la sua parte e nelle favole non si cambia!»
«Ma che sarà mai?» fa la strega «Basterà scambiarsi d’abito e truccarsi un po’».
«La fai facile tu» replica Mastro Favola «Pensi possa bastare indossare abiti diversi per essere qualcun altro?». E borbottando si allontana per rattoppare il castello, che si era un po’ accartocciato dopo la battaglia dell’ultima favola.
La strega e la principessa non hanno però nessuna voglia di rinunciare al loro proposito, si nascondono ben bene e per prima cosa si scambiano i vestiti, poi le scarpe, e i capelli? Quelli no, non ce li si può scambiare e allora la strega nasconde i neri capelli sotto la corona di diamanti da principessa e la principessa le sue bionde trecce sotto il nero cappellaccio da strega. Poi, un po’ di colore sulle gote della strega, un po’ di pallore sulle gote della principessa e il gioco è fatto.
Quatte quatte, vanno a prendere posto sulla scena, ognuna però al posto dell’altra: la principessa va nel buio e spaventoso antro della strega; la strega si accomoda invece, senza grazia, sul trono della principessa, a fianco del re e della regina. «Cerca almeno di stare composta!» le dice la regina guardando il vestito sgualcito e le gambe penzolanti dai braccioli del trono.
Poco più in là, nell’antro, la principessa sta cercando un posticino per sedersi, ma tutto è così sporco, pieno di insetti e scarafaggi: «Aiuto un topo, anzi due topi, tre topi » grida saltando da uno sgabello all’altro, mentre il cappello le si impiglia tra le maestose ragnatele che scendono dal tetto di paglia.
La strega guardando la scena dal trono se la ride, ma anche lei non se la passa poi così bene. Continua infatti a girarsi e rigirarsi in cerca di una comoda posizione: «Non so come faccia quella lì a star seduta su questo trespolo! Da lontano sembrava così comodo!».
Mentre continua a lamentarsi, sbuffando come un trenino a vapore, arriva il principe azzurro che inginocchiato ai suoi piedi le dice: «Mia cara principessa, tornato dal mio lungo viaggio, ti ho portato questo regalo. É ‘la collana della persona giusta’ e vorrei che la indossassi per la nuova favola». La strega sgrana gli occhi: «Wow!» pensa, «questo travestimento comincia a dare i suoi frutti». Indossa la collana e le viene un gran prurito al collo ma distratta dal luccichio del gioiello, non ci bada affatto.
Intanto Mastro Favola si rivolge alla principessa e credendola la strega, le dice: «Forza strega, è ora di preparare la pozione per la favola, accendi il fuoco e prendi nota degli ingredienti». La principessa cerca di darsi da fare ma quando sente che gli ingredienti sono code di rospo, vermi in salamoia e lingue di coccodrillo, deve scappar fuori dalla nausea. «Boh!» esclama Mastro Favola che non capisce.
Ma non c’è più tempo, si è fatto tardi e bisogna iniziare la favola. Mastro Favola dà il via e segue passo passo tutte le scene. Sente che c’è qualcosa di strano ma pensando sia solo stanchezza, non se ne preoccupa e la storia continua fino alla fine. Va quindi per scrivere la frase del lieto fine ‘e vissero tutti felici e contenti’ e puff , le parole si cancellano sotto i suoi occhi e di nuovo scrive e ancora si cancellano. Non c’è proprio verso di farle rimanere stampate sul foglio. Mastro Favola non riesce a darsi una spiegazione.
Pensa allora di chiedere aiuto alla fata: «Brutto segno Mastro Favola» le dice questa, «Se il lieto fine si cancella vuol dire che nella favola c’è un inganno!». «Cosa?» dice stupito Mastro Favola «Ma di che inganno può trattarsi?»
Pensa, ripensa e infine conclude: «Qui ci vuole il naso di Pinocchio, il piccolo lettore che scova nelle storie ogni inghippo».
Pinocchio arriva e, come un investigatore, comincia a perlustrare la scena della favola. «Ma certo!» esclama con disinvoltura «si vede lontano un miglio che qui qualcosa non va!». Pinocchio ha infatti trovato due importanti indizi: primo, l’antro della strega non è mai stato così pulito, c’è addirittura un tappetino fuori dalla porta; secondo, la principessa è disordinatissima, continua a grattarsi come se avesse le pulci e sopratutto il trono, cosa orribilissima, è tappezzato di gomme da masticare.
Ma mentre Pinocchio fa la sua bella indagine, arriva piangendo il principe azzurro.
«Che hai principe? Che ti succede?»
«Povero me!» dice singhiozzando «la principessa non è più la mia principessa. Le ho regalato ‘la collana della persona giusta’ ma le è venuto un gran prurito e degli strani puntini rossi. Questo vuol dire che non è lei la persona giusta» e piange.
«Già» dice Pinocchio a Mastro Favola «Non è la persona giusta e io ho capito perché. Strega?» chiama la strega – che in realtà è la principessa – le fa indossare la collana e come previsto niente accade sul suo collo, anzi la collana prende a scintillare ancora di più. «É lei la persona giusta» rivela Pinocchio.
«No, povero me» riprende a disperarsi il principe «la mia persona giusta è la strega. Povero me che disgrazia!».
«Ma no» gli dice Pinocchio «questo vuol dire che la strega e la principessa non sono loro o meglio sono loro ma non nel vestito giusto. Devono essersi scambiate».
Mastro Favola, che ora ricorda la richiesta delle due, va su tutte le furie:
«Birbanti che non siete altro, avete fatto di testa vostra allora? Mi avete ingannato. Siete almeno contente? Avete deciso di volervi scambiare per sempre?». «No no!» gridano sbracciandosi le due comari.
«Io voglio tornare nel mio antro» implora la strega.
«E io sul mio trono» supplica la principessa. E vedendole correre affannosamente verso i loro posti, scoppiano tutti in una grande risata.
Anche Mastro Favola non è più arrabbiato. Anzi, pensa di riscrivere la storia con tutti i personaggi al posto giusto ma si accorge che, malgrado la gran confusione, i bambini del mondo si sono addormentati lo stesso e allora non gli rimane che scrivere la frase del lieto fine: E malgrado i maldestri travestimenti, vissero tutti felici e contenti.