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Le oche pettegole e la rana furbetta

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In un piccolo paesino di campagna, vicino a un laghetto e a prati sempre verdi, vivevano due inseparabili amiche: Olga e Ofelia, due oche chiacchierone. Non c’era evento, piccolo o grande, che sfuggisse ai loro occhi e, soprattutto, ai loro becchi. Ogni mattina uscivano di casa con un solo obiettivo: raccogliere notizie fresche da raccontare a tutti i vicini.

«Hai sentito, Ofelia? Pare che la mucca del signor Pietro abbia fatto tre starnuti di fila!» gracchiava Olga.

«Oh cielo, Olga, questa è una notizia da non perdere! Dobbiamo dirlo a tutti!» rispondeva l’altra, gonfiando il petto con aria importante.

Giorno dopo giorno, le due oche diventavano la “gazzetta ufficiale” del paese, anche se spesso esageravano un po’, trasformando piccoli fatti in grandi avventure.

A osservarle con occhi stanchi c’era Bruno, un vecchio cane che un tempo era stato lo sceriffo del paese. Con il suo fischietto e la sua autorità aveva mantenuto la pace tra gli animali per anni, ma adesso si godeva la pensione, sonnecchiando all’ombra della quercia.

«Queste due non cambieranno mai» sbuffava, muovendo appena le orecchie. «Ai miei tempi, invece di pettegolezzi, c’erano regole e ordine!».

Ma non tutti tolleravano le chiacchiere delle due oche. Rachele, una rana verde brillante e dagli occhi furbi, aveva perso la pazienza. Era simpatica e sempre pronta a scherzare, ma i continui pettegolezzi l’avevano stancata.

«Ogni volta che salto al mercato delle rane, loro inventano storie su di me!» borbottò un giorno. «È ora di dare una bella lezione alle signore becchettone!».

Così Rachele pensò a un piano astuto. Una mattina, mentre Olga e Ofelia passeggiavano in cerca di notizie, la rana le intercettò con un sorrisetto furbo.

«Care amiche, avete sentito l’ultima?» gracchiò con voce misteriosa.

«Oh! No! Dicci, dicci!» starnazzarono le due oche, con gli occhi che brillavano di curiosità.

«Pare che nel vecchio mulino abbandonato sia nascosto un tesoro d’oro! Ma… attenzione, è custodito da un fantasma che appare solo alle oche chiacchierone» sussurrò Rachele, trattenendo una risata.

Olga e Ofelia sbiancarono – per quanto due oche possano diventare bianche più di quanto già siano – e, senza pensarci due volte, corsero a becchettare la notizia a tutto il paese. Presto tutti sapevano del “tesoro del mulino” e, ovviamente, del fantasma.

Il vecchio cane Bruno, ridendo sotto i baffi, si mise a osservare la scena: gli animali correvano curiosi verso il mulino, mentre le due oche si guardavano intorno tremanti.

Alla fine, quando il mulino si rivelò vuoto e pacifico, Rachele saltò fuori ridendo a crepapelle:

«Ecco il vostro fantasma! Era solo la mia fantasia… Ora sapete che non tutto quello che si sente va ripetuto!».

Olga e Ofelia, vergognandosi un po’, promisero di ridurre i pettegolezzi e di raccontare solo storie vere. Da quel giorno, anziché inventare, iniziarono a trasformare le notizie in racconti divertenti e teatrali per intrattenere gli amici del paese.

E Bruno, il vecchio cane sceriffo, sospirò felice: «Finalmente un po’ di pace… anche se, in fondo, senza le loro chiacchiere il paese non sarebbe lo stesso».

Morale: i pettegolezzi possono far sorridere, ma diventano davvero utili solo quando si trasformano in storie che uniscono e divertono tutti.

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