La Bolla della diversità

Fiaba pubblicata da: Alessia Mereu

Leonardo era un bambino di cinque anni affetto da una grave malattia che lo costringeva a vivere dentro una bolla di plastica.

Ogni volta che egli si recava a giocare nella piazzetta di fronte a casa sua, tutti gli altri bambini lo evitavano come se avesse la peste. La verità era che non avevano mai visto nessuno stare dentro una bolla e per questo motivo avevano paura.

Comunque sia, a Leonardo piaceva un mondo saltellare tra gli alberi e piroettare intorno alle altalene. Anche se il suo divertimento preferito era balzare sullo scivolo con l’agilità di un uccellino.

Un giorno però, sua madre gli comunicò che non poteva più recarsi nella piazzetta, perchè il comitato del quartiere aveva inviato una lettera al sindaco, sostenendo che i bimbi delle loro famiglie non potevano andare a giocare nel parchetto a causa della presenza di un bambino alquanto pericoloso e cattivo.

“Purtroppo le persone hanno paura di tutto quello che ritengono diverso da loro, perciò preferiscono ricorrere a dei sotterfugi, invece di affrontare direttamente ciò che le spaventa” disse infine la donna in tono solenne.

Ma la lettera non servì a niente: infatti, il pomeriggio seguente Leonardo e sua mamma tornarono in piazzetta. Non appena li videro arrivare, le altre madri richiamarono a gran voce i loro figli per portarli via. Questa volta, però, essi non le ascoltarono, preferirono, piuttosto, fissare il loro coetaneo che saltellava da un ramo all’altro di un albero quasi fosse una rana impazzita.

“Forte!” esclamò un bimbo poco più grande di Leonardo: “Aspetta, vengo anch’io lassù!”

Dopo di che anche un’altra bambina volle seguire i due maschietti su in cima all’albero; poi un’altra ancora, finchè tutto il gruppo di amici si ritrovò sopra l’albero.

Non c’era nessuno che non fosse felice e contento, ma chi era veramente felice era Leonardo, poichè per la prima volta in vita sua aveva trovato qualcuno che si interessasse a lui. Non per nulla i suoi nuovi compagni gli fecero tantissime domande, del tipo: “Come fai a vestirti la mattina? Perche’ stai in una bolla? Cosa mangi? Riesci a toccare qualcosa?”

Leonardo rispose alle singole domande, sempre sorridendo come non aveva sorriso prima d’ora.

Da quel giorno, lo si vide sempre in giro per il parco in mezzo ai coetanei e tutti insieme giocavano a rincorrersi a vicenda.



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