La bambina con le manine birichine

Fiaba pubblicata da: emilio grimaldi

C’era una volta una bambina con le manine birichine. La manina destra voleva andare solo a destra, e la manina sinistra solo a sinistra. Non riusciva più a giocare perché le manine andavano per conto loro senza stare a sentire la loro padroncina. Non poteva più fare niente. Il problema vero era quando doveva mangiare. Le manine litigavano in continuazione: quando la manina destra affondava il cucchiaino nel piatto e si dirigeva verso la boccuccia, e quindi era costretta ad invadere lo spazio sinistro dell’altra, questa reagiva facendole cadere il boccone. E così la manina sinistra.

Con il passare del tempo la bambina diventava sempre più pallida, mentre le sue manine, almeno apparentemente, restavano in forma smagliante. E con le dita facevano anche dei giochi acrobatici per prendere in giro le altre che stavano dirimpetto.

Un giorno la bambina si prese coraggio e disse loro:

“Sentite, care manine mie…”

“No, non siamo tue. Noi siamo da sole. Noi sappiamo giocare, mentre tu no!” Risposero in coro.

“Non è vero. E poi perché parlate in coro?”

“Perché noi siamo speculari. Cioè siamo quasi uguali. Io sono la destra e io sono la sinistra. Certo, la più bella, però, sono io.” Risposero sempre in coro.

“Ma non vi ascoltate? Rispondete sempre insieme! Questa è la prova che siete uguali.”

“Non è vero. Non è vero. Io vado a destra mentre l’altra va a sinistra.”

“Ascoltatemi, vi devo dire una cosa molto importante.”

“Allora dicci.”

“Io sto un po’ male perché non riesco più a giocare come prima. E soprattutto non riesco più a mangiare.”

“E noi cosa c’entriamo?”

“Ma voi siete parte di me. Se non gioco io non giocate neanche voi. E se non mangio io nemmeno voi state bene.”

“In effetti sei palliduccia. Mentre noi no. Abbiamo i palmi belli rossi, proprio come le tue guanciotte qualche tempo fa quando facevamo le tue servette.” Ribatterono con un po’ di sarcasmo.

“Non siete mai state le mie serve. Vi ho sempre trattato bene. Vi ho lavato. Vi ho messo la cremina quando eravate screpolate. Vi ho tenuto al calduccio quando faceva freddo.”

“E anche noi abbiamo fatto tutto questo per te, per il tuo visino e per il resto del tuo corpicino massaggiandoti dovunque.”

“E’ questo che volevo dirvi. Se io non mangio più anche voi starete male.”

“E come facciamo a mantenere la nostra identità?”

“Ma voi sarete sempre voi. La manina destra continuerà ad essere la destra e la manina sinistra la sinistra.”

“E come faremo? Siamo stanche di stare ai tuoi comandi.”

“Siamo una squadra, ecco cosa non avete capito. La mano destra, per esempio, senza la sinistra come fa a prendere le cose grandi? La mano sinistra senza la destra come fa a lavarmi il viso oppure a lavare l’altra e a lavare se stessa?”

“Allora non è vero che siamo le tue schiavette?”

“Non è mai stato così, e mai lo sarà! Voi e io siamo la stessa cosa che si muove e vive grazie all’aiuto di tutti noi. Io sono la testa che pensa. E voi i pensieri che mi aiutate a portare a termine. Ma ce ne gioviamo tutti quanti. Sia io che voi.”

“Senti, cara destra, è da un po’ di tempo che mi piacerebbe toccare le tue nocchine e il tuo polsino.” Disse la sinistra.

“E anche a me – rispose la destra – vorrei sentire i tuoi polpastrelli. Poi c’è quel cuccioletto che meriterebbe una spinta rocambolesca da tutte e due. Da sola non ce la faccio. E dopo che l’abbiamo fatto rotolare, gli tiriamo anche la coda così con la lingua ci lecca.”

“E a me non ci pensate?”

“Certo, grazie a te faremo tutto questo.”

“E’ vero, ora che ci penso, anch’io vorrei farlo insieme a voi.”

In questo modo la manina destra continuò a fare la destra e la sinistra la sinistra. Cioè, si resero finalmente conto che solo insieme avrebbero mantenuto la loro identità.

Dopo qualche giorno sul visino della bambina riapparvero le guanciotte rossicce che le manine, rigorosamente a turno, si divertivano a molleggiare.

Una favola per Elisa



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