Cicala
Fiaba pubblicata da: Oscar
Tanto tempo fa c’era una guardiana delle oche che si chiamava Cicala, per il suo brutto aspetto tutti l’evitavano. Cicala raccontava tutto quello che gli succedeva alle sue oche. Queste non la capivano ma cullate dalla sua voce sognavano bellissimi prati verdi, succulenti bocconcini e tranquille pozze d’acqua dove nuotare.
Un giorno vicino a dove Cicala badava le oche passò il potente mago del sole Lucio. Ascoltata la voce della guardiana ne rimase ammaliato.
Ogni anno il mago organizzava una grandissima festa per celebrare il Dio Sole che si concludeva con un grandissimo falò. Ma per quell’anno il mago Lucio voleva organizzare un finale diverso. Si era stufato di quel puzzolente falò e ascoltando la melodiosa voce di Cicala ebbe una grandissima idea. Corse alla sua torre e vi rimase chiuso per moltissimo tempo , quando ne uscì teneva sotto il braccio un grandissimo libro.
Andò là dove si trovava la guardiana con le sue oche. “Cicala” disse “Come sai io sono il grande mago Lucio e sono qui per chiederti un grandissimo favore”, la guardiana rimase a guardarlo imbambolata. Mai nessuno le aveva rivolto la parola e tanto meno chiesto un favore. “A breve si celebrerà la festa in onore del Sole e io desidero che tu venga a cantare le lodi al Sole che io ho scritto”, così dicendo il mago le porse il grandissimo libro, vedendo che Cicala non diceva nulla e non si muoveva le chiese “ Hai capito quello che ti ho chiesto? Sai leggere?” Cicala per l’emozione riuscì soltanto ad annuire con la testa. “Bene allora ti aspetto alla festa”.
Arrivò il gran giorno, sulla grandissima piana antistante la torre del mago giunse gente da ogni luogo. Si mangiò, si ballò e quando si stava per avvicinare il mezzogiorno la gente vide arrivare Cicala scortata da tutte le sue oche. Subito la folla ammutolì e cominciò a chiedersi che cosa ci facesse lì la guardiana delle oche. Quando videro il mago Lucio accoglierla con grandissimo entusiasmo, rimasero di stucco. “Carissimi, oggi per celebrare il Sole non verrà fatto alcun falò ma Cicala ci farà l’onore di cantare le odi al Sole scritte da me medesimo”.
Cicala cominciò a cantare accompagnata da tutte quante le sue oche. La gente fu subito rapita da un turbinio di bellissime emozioni; ognuno in modo diverso riviveva i momenti più belli della vita, pure il Sole che si aspettava il solito puzzolente falò si fermò rapito dalla bellissima voce di Cicala.
Da quel giorno ogni anno Cicala e le sue oche furono presenti alla festa per deliziare tutto il popolo e il Sole con il loro canto.
Quando Cicala morì, il Sole per ascoltare ancora la sua bellissima voce la trasformo’ in quei piccoli insetti che ogni anno con il sopraggiungere dell’estate ci accompagnano con il loro frinire e che noi chiamiamo cicale.