Special Car

Fiaba pubblicata da: Maria Iannaccone

In un lontano paese viveva un signore, di nome Angelo, che possedeva un’automobile speciale che non si alimentava con i classici carburanti, ma con l’acqua del rubinetto. La sua particolarità non era solo quella, ma anche un’altra: emettere dal suo tubo di scappamento profumi meravigliosi e vari. Tutti, al suo passaggio, uscivano di casa o si fermavano ai bordi della strada per annusare i deliziosi odori dell’auto e vivevano, per alcuni istanti, emozioni e ricordi indescrivibili. Per queste splendide sensazioni erano grati al proprietario dell’auto e lo consideravano un benefattore.

Angelo decise di far fruttare la dote della sua superba auto e cominciò a far pagare un biglietto a coloro che volevano vivere quelle belle esperienze.

– Ah, non è possibile! Anche lui è caduto nella trappola del denaro…denaro… denaro… – disse una signora amareggiata, quando seppe della richiesta del proprietario dell’auto.

– Ho sempre pensato che il denaro fosse una cosa apprezzabile e se vogliamo godere le meravigliose emozioni regalate dall’auto , mi sembra giusto pagarle – sostenne un giovane dopo aver sentito le parole della donna.

– Mi è parso di capire che l’inedito spettacolo non giova solo a noi , ma anche al Signor Angelo! – Non la penso allo stesso modo. Se l’automobile esce una volta al giorno potrebbe guadagnare un po’ di soldi, ma se percorresse il paese più volte in una giornata , racimolerebbe più denaro. Nel giro di un anno , il proprietario vivrebbe di rendita, serenamente, e non dovrebbe transitare per strada con la sua strana vettura.

– Lui conduce già un’esistenza tranquilla, ha un buon lavoro che gli consente di ritagliarsi del tempo libero in cui coltivare i propri passatempi e di stare in pace con se stesso e con gli altri. Pertanto, godrebbe di altri vantaggi che sono spirituali, interiori e… non per questo meno gratificanti di quelli materiali.

Il giovane non replicò e andò via pensoso. Egli non riteneva opportuno sprecare l’occasione di ricavare un profitto dalle qualità dell’automobile, ma le parole della signora gli facevano considerare anche lo strano meccanismo che si sarebbe innescato una volta avviato l’aumento delle propria ricchezza. Era un meccanismo che non avrebbe tollerato né pause, né impedimenti, facendo perdere di vista gli altri valori.

La gente reagì male e, nel giro di poco tempo, nessuno più era in strada quando circolava l’automobile. Il proprietario della vettura si rese conto di essere rimasto solo e di aver perso l’affetto e la stima dei suoi compaesani.

Cercò di farsi perdonare esponendo, nella piazza del paese, un grandissimo cartellone nel quale chiedeva scusa per la sua richiesta e invitava gli abitanti del posto a comportarsi come una volta.

La pace fu stipulata e tutti vissero felici e contenti.



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