strano-incontro

Uno strano incontro…

Fiaba pubblicata da: brunocorino

«Io ti conosco», disse un giorno tutta piccata l’Ipocrisia alla Banalità: «Ti vedo in ogni anfratto, in ogni piega nascosta, quando riempi le mie pagine di sgorbi, di parole trite e ritrite, quando ti prodighi a scrivere per ogni uomo i tuoi pensieri morti, quando manifesti i tuoi sentimenti falsi, quando osi spargere luoghi comuni ad ogni angolo di strada».

«Anch’io ti conosco», rispose adirata la Banalità all’Ipocrisia, «quando appari timida e umile tra le righe, quando distingui peccato e peccato, e fai la faccia contrita da cristiano, o quando fai strisciare la tua lunga lingua sui marmi bianchi e gelidi degli alti scranni».

«Io vi conosco», gridò a squarciagola il Vuoto alla Banalità e alla Ipocrisia, «vi riempite della mia essenza, specie quando la noia vi prende e non sapete come ammazzare il tempo. Vi conosco perché vi ho allevato sin da piccini, quando tu sbadigliavi e tu strisciavi. Riempivate le vostre giornate della mia essenza e per svuotarvi di ogni cosa. Come due furfantelli vi insinuavate in ogni mente e rubavate loro l’anima. Solo così vi sentivate pieni e soddisfatti».

«Anch’io vi conosco», disse con aria di rimprovero il Male, «vi nutrite tutti alla mia radice. Come il Vizio che vi consuma e che non vi dà mai pace, vi aggirate come anime dannate tra queste stanze vuote. E quando vi radunate nello stesso luogo, io godo. Insieme formate una bella famiglia, non c’è che dire, perché tu, Ipocrisia, e tu, Banalità, siete figlie dello stesso padre, il Vuoto. Ma senza la mia presenza, voi sareste spiriti innocui e senza senso. Sono io che vi do forza e vi alimento ogni giorno. Perciò, miei cari, non litigate, tanto siete tutti fatti della mia stessa pasta!».



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