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Il mare sa cantare

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Una linea blu che bacia l’azzurro del cielo. E’ il mare. Un’immensità liquida dalle tonalità cobalto e poi indaco, smeraldo e azzurro. Spruzzi di spuma bianca accompagnano le onde, talora gentili che accarezzano, altre volte forti che schiaffeggiano o violenti che travolgono.

Ha carattere il mare: impetuoso, irascibile, cattivo e poi, come un amante pentito, dolce, carezzevole, morbido e caldo.

Un alito di vento già gli fa cambiare colore, una brezza lo increspa, una folata lo gonfia e lui ridiventa furioso, rabbioso, incontenibile.

Nero come la sua anima, in un attimo tutto travolge, tutto disperde, ingoia e sbriciola  ributtando gli avanzi della sua ira sulle spiagge.

Poi a poco a poco, come un vulcano che si sta spegnendo, si calma.

A volte è triste e si veste di grigio come il cielo che lo sovrasta. Non  bastano gli stridii dei gabbiani a  scuoterne l’apatia, ma basta un nonnulla per scatenarne la furia.

Il mare sa cantare.

Canta per i marinai canzoni che sanno di approdi sicuri. Canta per i pescatori e li culla alla luce delle lampare. Canta per gli innamorati di ieri e di sempre, duettando con la luna.

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