Il diavoletto senza corno
Fiaba pubblicata da: Marcella Geraci
C’era una volta e ancora c’è un paese lontano, tanto lontano che alcune volte lo si può vedere ed altre, no.
Nei giorni di sole cocente, questo paese è ben visibile agli occhi delle bambine e dei bambini attenti. Si tratta di una montagna nera e calda, abitata soltanto da diavoli, grandi e piccoli, uomini e donne, che vivono sempre in mezzo alle fiamme, d’estate come d’inverno.
Diavoletti e diavoloni, diavoli e diavolesse hanno la fama di essere dei gran cattivoni, di fare i dispetti e di comportarsi molto male. Almeno, sono in tanti a pensarla in questo modo.
Un bel giorno però, in questo paesino di diavoli ne nacque uno talmente buono da somigliare più a un angioletto che ai fratelli e alle sorelle.
Il diavoletto cresceva sereno e spensierato, giocando e divertendosi, finché un pomeriggio, cadendo, si ruppe un corno che non ritrovò più. Il piccolo corno spezzato era infatti scivolato dalla montagna dei diavoli per finire sul marciapiede di una città vicina.
Una signora con gli occhiali lo raccolse e lo esaminò ben bene. “Chissà cos’è?!” pensò, mentre lo guardava. “Di legno non è, di osso nemmeno… Bah.” Allora, la signora avvicinò lo strano oggetto al viso e, toccandolo e annusandolo, si accorse che era di pasta frolla.
Ne assaggiò quindi un pezzetto (anche se è una cosa che non si fa), lo trovò molto buono e provò a prepararlo nella cucina di casa sua.
Da quel giorno, la signora divenne molto famosa per avere inventato una nuova specialità della pasticceria e tutti le chiesero il segreto di quella ricetta così buona e nutriente. Nessuno, neanche la signora, poteva immaginare che il cornetto era un pezzo di diavolo buono, o meglio, quasi nessuno.
Un bimbo riuscì infatti ad arrivare alla verità quando pensò che le apparenze non sono tutto e che dietro le sembianze di un diavolo si può sempre nascondere un cuore d’oro.
Anche il diavoletto crebbe felice, immaginando il suo corno in bocca al bambino.