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Nasreddin e le sue avventure

Fiaba pubblicata da: Redazione

Nasreddin stava tranquillamente leggendo, seduto in poltrona nel suo bel salotto, quando si accorse che un ladro, cauto cauto, stava penetrando in casa sua dalla parte del giardino.

– Adesso voglio dargli una di quelle lezioni che se la ricorderà per tutta la vita – mormorò tra sé.

Non era la prima volta che i ladri facevano man bassa in casa sua.

Il ladro, entrato che fu, si guardò in giro, adocchiò un grosso baule e, fatto esperto da imprese consimili, pensò:

– Sicuramente gli oggetti più preziosi stanno in questo baule.

Lo portò fuori con gran fatica, contento però che fosse così pesante. Giunto in un luogo appartato si riposò e sollevò il coperchio.

Lo prese un mezzo accidente: nel baule c’era Nasreddin in persona che scoppiò a ridere:

– Mio caro ladro, in casa mia la cosa più preziosa sono io, ecco perché ho pensato di mettermi al sicuro.

Il ladro però non imparò niente da quella lezione: si incattivì, da ladro si trasformò in brigante e giurò di vendicarsi.

Attese al varco Nasreddin e un giorno lo sorprese in una strada deserta: l’occasione era propizia, Nasreddin era a piedi e lui a cavallo:

“Adesso non potrà ingannarmi” pensò.

Scese da cavallo e sguainò la scimitarra. Nasreddin non si perse d’animo:

– So cosa vuoi e capisco di non avere scampo. Qui in questa borsa ci sono tutti i miei soldi. Mi piange il cuore doverteli dare, lascia almeno che non debba vedere come tu mi privi di tutte le mie ricchezze.

Così dicendo lanciò la borsa più lontano che poté. L’avido brigante ignorava che dentro la borsa c’era soltanto un grosso sasso e si mise a correre per impadronirsi dei soldi. Nello stesso momento, Nasreddin balzò in sella al cavallo del brigante.

***

Era inverno, quando gli amici di Nasreddin, non sapendo come passare il tempo, decisero di giocare al furbo amico uno scherzo un po’ pesante.

Chiacchierando in sua presenza, uno di loro uscì a dire che nessuno al mondo sarebbe stato capace di trascorrere la notte in strada senza mantello e senza fuoco.

Nasreddin, sempre pronto ad accogliere qualsiasi sfida, non seppe resistere, accettò la scommessa e trascorse tutta la notte battendo i denti dal freddo e pestando per terra i piedi che rischiavano di congelarsi.

Gli amici lo guardavano dalle finestre delle loro case, divertendosi un mondo.

La mattina si complimentarono con lui.

– Sei veramente un tipo coraggioso, non hai avuto paura né del freddo né dell’oscurità.

– Macché oscurità – ribatté Nasreddin – era una notte stellata.

– Allora hai perso la scommessa: ti sei riscaldato alla luce delle stelle, devi invitarci tutti a pranzo.

– D’accordo – concesse Nasreddin.

Gli amici si accomodarono tutti a tavola, in casa di Nasreddin, e cominciarono a chiacchierare. La conversazione andava per le lunghe, ma sulla tavola non compariva alcuna pietanza. Gli ospiti cominciarono a diventare impazienti e Nasreddin si alzò, dicendo:

– Vado a vedere come va il risotto.

Dopo due ore, però, non era ancora tornato e gli ospiti andarono a cercarlo in cortile. Lo trovarono che stava vicino alla pentola del risotto, ma questa era posta a una trentina di passi dal fuoco.

– Ma che fai? – lo aggredirono.

– Aspetto che si cuocia il riso.

– Ma se lo tieni a quella distanza dal fuoco, non cuocerà mai.

– Lo dite voi – rispose imperturbabile Nasreddin – se la luce delle stelle ha potuto riscaldarmi durante tutta la notte, questo fuoco riuscirà certamente a far cuocere il risotto.

***

Un giorno un uomo noto per la sua avarizia andò al mercato e comperò del vasellame: piatti, bicchieri, ciotole… ma non trovò nessuno che gli portasse a casa quei fragili oggetti, anche perché non offriva denaro:

– Per il trasporto offro tre preziosi consigli, valgono ben più dei soldi.

A quelle strambe condizioni accettò soltanto Nasreddin che si caricò sulle spalle il pesante fardello. L’avaro lo segui in groppa al suo mulo.

– Dammi il primo consiglio – chiese Nasreddin – mi sarà più facile portare la cassa.

– Eccolo: “Se qualcuno ti dice che è meglio andare a cavallo invece che a piedi non credergli”.

– Veramente è un ottimo consiglio – rise Nasreddin.

Lungo la strada l’avido mercante si fermò a prendere il té e si degnò di pronunciare il secondo consiglio:

– “Se ti diranno che è meglio essere sazio che digiuno non crederci”.

Nasreddin sogghignò e non rispose.

Arrivato a casa e soddisfatto per essersi preso gioco del portatore, il mercante espose il terzo consiglio:

– “Se qualcuno ti dirà che c’è al mondo uno più sciocco di te, non credergli”.

– Quanta saggezza nelle tue parole! – esclamò Nasreddin, battendo le mani.

A quel gesto la cassa cadde a terra e rotolò lontano in un fragore di cocci.

– Se qualcuno ti dirà che nella cassa ti è rimasta almeno una tazza intatta… non crederci! – consigliò a sua volta Nasreddin a mo’ di saluto.

***

Si ringrazia l’Associazione Culturale Larici per la gentile condivisione.



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