Folletti birichini
Folletti birichini
si aggirano intorno
ad un fungo
son piccini
portano stivaletti
e berrettino
han la barba
bianca lunga
perchè son vecchietti
cantano mangiano dormono
son folletti chiacchierini
La filastrocca, la poesia a forma di fiaba! Giocare con le parole inseguendo la propria fantasia.
Divertitevi con noi ed inviate le vostre idee.
Folletti birichini
si aggirano intorno
ad un fungo
son piccini
portano stivaletti
e berrettino
han la barba
bianca lunga
perchè son vecchietti
cantano mangiano dormono
son folletti chiacchierini
Io avevo una matita
tutta bella rifinita
col cappuccio nero in testa
che scriveva lesta lesta
paroline e parolone
di carine e di buffone.
Ma un bel dì la mia matita
si sentì così sfinita
che non volle scriver più
io le dico: ehi matita che fai? Su!.
– Non crucciarti o padroncina
ho la punta troppo fina
che non può durare a lungo
così il foglio più non pungo.-
Un cespuglio pieno d’aglio,
e la nonna cuce una maglia,
un asino raglia
e il gelataio vende solo vaniglia,
ma un cavaliere bianco ha perso il suo cavallo nero,
Gino prepara una frittata senza olio
e il petrolio è di colore nero.
In autunno cadono le foglie,
Sull’arcobaleno colorato
ci stava un bambino spensierato.
Il suo nome era Carletto
e aveva davvero un bel visetto.
Se ne stava col nasino all’insù
per vedere le stelle cadere giù.
Ogni tanto scendeva a visitare la Terra,
constatando che non era più tanto bella.
Filastrocca scì sciò sciù
canta il gallo
a testa in giù,
nuota il pesce nel ruscello,
bela forte
il bianco agnello.
Filastrocca scì sciù sciò
a piedi scalzi
me ne stò,
il bambino apre il cancello,
emette un trillo
il campanello.
Questa è la storia
del gatto Fafù
che appena giri l’angolo
non lo vedi più.
Il gatto Fafù
dal pelo strisciato
ha preso un topino
e se l’è mangiato.
Quel gatto Fafù
che correva per la stradina
in bocca lui aveva
la salsiccia di zia Pina.
A settemila caciotte da Roma, ad Avellino,
scoprirono per caso i fusilli al tegamino.
Fu un gran via vai in quei luoghi,
tutti a provare paste fresche e quei sughi
che rendevano tutti felici. Ogni bimbo mangiando sano
si riempiva di sorrisi.
Nel tegamino un po’ di sugo alla base, e poi fusilli mezzi cotti
con aggiunta di pomodoro, poco olio, sale, e cipollotti fini fini.
Appena trentaquattromila cioccolatini da Torino, a Bobbio Pellice,
c’era un signore così solo che parlava tutto il giorno al suo Pollice.
“Buongiorno amico mio, come va? Andiamo oggi al mercato?!”
“Certamente uomo solo, ma non chiedere sempre a me, sono un pollice,
non dimenticare che c’è pure Mignolo, Indice e tutti gli altri,
anzi utilizza tutta la mano per salutare le persone, vedrai che troverai degli amici, non so che dirti!”
“Cosa credi che non c’ho provato. Molti sono soli come me
e ormai sono abituati, vogliono restar così, e sono tristi
ma io non mi arrendo e tu amico mio, sei l’ultima speranza:
Il mio nome è Alberto, sono una lumaca. Per gli amici Albertuccio.
Ho deciso di lasciare la mia casa, il mio piccolo grande guscio.
Vorrei conoscere il mondo così com’è,
ma tutti dicono che son lento, allora sai che c’è?
Spiegarvelo così, su due antenne non saprei,
una cosa è certa e ve lo dico:
io le verdure le vedo da vicino, se son buone
mi ci addormento sopra, se son cattive, lì non mi vedrete.
Un’ anziana colomba stanca delle briciole dei turisti di Veneziaprese una valigia e lasciò piazza San Marco andandosene a La Spezia. Lì era tutto così bello: pasticcini, dolci buoni e torte farcite.E ne fu felice… La colomba di Venezia
La maestra Barbarella ama cucinare la lasagna:solo uova e pomodoro, poco pepe, sembra proprio una lavagna. Prepara il tavolo su di un ceppo e in gita ama il prato tutto verde,poi la corsa con il… La maestra Barbarella