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Tutte le fiabe di marzia.o

Questa la raccolta personale di marzia.o. Puoi contribuire anche tu al progetto "Ti racconto una fiaba" inviando i tuoi testi attraverso l'apposita pagina invia la tua fiaba.

La signora del tempo (4) / La trasformazione

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Qui tutte le puntate.

Il dvd si spense per l’ennesima volta, ormai Luce ne conosceva a memoria ogni frase, era tutto il pomeriggio che lo ascoltava, si era interrotta solo quando la nipotina l’era andata a chiamare per la cena, ma la giovane non riuscì a mangiare nulla, ma non trascurò la nipotina, dopo d’averla messa a letto si rinchiuse nello studio, nel dvd il nonno le aveva anche parlato di un diario scritto da sua nonna, da bambina lo aveva letto pensando che fosse uno dei tanti libri fantastici della libreria, ora sapeva che non era così, tolse il dischetto e lo rigirò nelle mani.

La signora del tempo (4) / La trasformazione

La signora del tempo (3) / Origini

 

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Qui tutte le puntate.

Linda Braun era seduta sul divanetto a due piazze, nello studio dell’avocato di famiglia, e si guardava attorno, curiosa come tutti i bambini della sua età.

Guardò l’uomo dietro alla scrivania, intento a sistemare delle carte, poi guardò i nonni, Carlos e Magda, il prozio Giosef, poi guardò alla sua destra, seduto accanto a lei cera il papà e lo zio Jemes, alla sua sinistra seduta sul bracciolo del divanetto c’era la zia Luce, in quel momento stava guardando fuori dalla finestra assorta in quei pensieri, che la facevano sempre sembrare lontano dal luogo in cui era realmente, per la piccola Linda la zia era il fulcro della sua esistenza, poiché ricopriva quel ruolo che aspetterebbe a una madre, e questo accadeva perché la sua mamma era morta dandola alla luce. Il giorno precedente vi era stato il funerale di Ronald Braun, l’uomo era morto a quasi cent’anni, a dare l’estremo saluto all’uomo v’era molta gente, e fra quella gente la giovane aveva sperato di vedere l’uomo che quattro anni prima le aveva chiesto di partire con lui, ma non era riuscita a vederlo, anche se ne aveva sentito la presenza.

La signora del tempo (3) / Origini

La signora del tempo (2) / Il primo incontro

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Qui tutte le puntate.

La notte era calda e la macchina del tempo a forma di cabina telefonica si fermò presso un bosco di querce, in quel punto nessuno l’avrebbe mai notata. Le porte si aprirono e ne uscì un uomo alto magro, ma ben proporzionato, con i capelli molto corti, dava l’impressione di avere circa quarantacinque anni, vestito in abito da sera, in genere vestiva sempre molto casual ma quella sera si apprestava a incontrare un vecchio amico. L’uomo sapeva bene che l’amico non L’avrebbe riconosciuto, ma poco importava a lui era venuta la nostalgia di rivederlo e di ritrovare il luogo dove si erano visti l’ultima volta.

Era appena tornato da un viaggio lungo e come il solito aveva salvato l’equilibrio dell’universo, lui era l’ultimo signore del tempo ed era quello il suo compito, ma in quell’occasione aveva anche rischiato di morire, o per meglio dire lo era ma il suo corpo aveva subito reagito trasformandolo in un uomo nuovo.

Avanzo per il sentiero e arrivo al roseto, proprio dietro alla villa, stava per portarsi sul sentiero che lo avrebbe condotto sul davanti della casa, quando una voce femminile lo fece arrestare, guardo in quella direzione e la vide, per un momento le sembro d’avere davanti ad un quadro, in mezzo alle rose vi era una ragazza dai capelli biondo rame.

La signora del tempo (2) / Il primo incontro

La signora del tempo (1) / La rivelazione

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Qui tutte le puntate.

Sulla campagna londinese le ombre della sera incominciarono ad allungarsi, il sole con un ultimo guizzo tinse di rosso le nuvole, la giornata era stata calda, ma ora una leggera brezza scuoteva le cime degli alberi, e il delicato profumo dei fiori riempiva l’aria di dolci fragranze; seduti sulla ringhiera della veranda della villa vittoriana, due uomini, uno giovane sui venticinque anni, l’atro sulla sessantina, a guardarli così potevano sembrare padre e figlio, ma in realtà erano amici da un tempo indefinito, come in realtà lo era la loro età.

Una stella spuntò ed entrambi la guardarono, sospirarono ripensando alla loro patria diventata ormai pulviscolo fra le stelle, era stato uno dei tanti prezzi da pagare per una battaglia lunga e dolorosa, si avevano vinto, ma le perdite erano state immense, il loro pianeta d’origine distrutto, ed erano rimasti in pochi, anzi pochissimi superstiti, “ I signori del Tempo”, ormai erano rimasti in due, e presto uno solo, e su quell’unico sarebbe gravato la responsabilità di far si che l’equilibrio dell’universo fosse mantenuto.

La signora del tempo (1) / La rivelazione

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Fiore e la regina luna (terza parte)

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Una dolce melodia invase la camera fiorita di Fiore. La bambina fatata si alzo e guardò al di là della balaustra, e lo spettacolo che la colse fu incantevole, le fate dei fiori danzavano da un fiore all’atro le farfalle volavano al ritmo della dolce musica, guardo le nuvole tinte un delicato oro, e i fiori dai colori sgargianti, Fiore ricordò cosa aveva detto la regina Luna aveva detto “Ciò che è nascosto si mostri, che la porta del mondo fiorito appaia, e che la fata dei fiori possa entrarvi per dargli nuova vita”; Fiore si chiese cosa la regina intendesse con nuova vita, sembrava tutto così perfetto, poi guardò meglio e noto che solo i fiori appena nati erano belli, quelli che avevano qualche ora erano già scoloriti e stavano perdendo i petali, sentì nel cuore un intensa tristezza, lei era la fata dei fiori, al meno era quello che lei aveva capito, dalla formula pronunciata dalla regina.

Stava ancora riflettendo su quelle parole quando una delle piccole fatine le si avvicinò e le sussurrò:«Vieni a ballare con noi», poi con la sua piccola manina prese un dito tirandola, subito altre fatine seguirono il suo esempio, Fiore le segui docilmente e non appena fu in mezzo al loro i suoi piedi cominciarono a muoversi sotto l’incantesimo della musica del dolce flauto.

Fiore e la regina luna (terza parte)

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Jenny e lo spirito di nonna Adelia

Era una giornata di fine ottobre, e la piccola autovettura procedeva lenta sul sentiero alberato, lo scricchiolio della ghiaia sotto le ruote, rendeva ancora più penoso a Jenny, accompagnare la madre. Jenny parcheggio la sua macchina fra due cipressi del viale, non era ancora scesa che sua madre era già arrivata davanti al negozio per comprare dei fiori, ed entrò all’interno de cimitero, Jenny la segui, ma mentre sua madre si spostava per portare i fiori comprati ai defunti, Jenny si fermò accanto alla lapide della tomba di sua nonna. Per Jenny la morte della nonna era stata dolorosa, più di quanto nessuno potesse immaginare. 

Jenny quel giorno aveva perso la sua migliore amica, la confidente, la complice di mille avventure, sua nonna era sempre la prima a lanciarsi nei viaggi che la nipote le proponeva, ma Jenny pensava che sua nonna fosse partita per un viaggio fantastico, e che un giorno sarebbe tornata da lei a raccontarle la sua avventura. 

Jenny e lo spirito di nonna Adelia

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La maschera di Rasia

In lontananza riecheggiavano la musica dei carri mascherati, i bambini passavano davanti alla casa di Rasia, con i loro costumi carnevaleschi, maschere tradizionali e non, sfilavano allegre, ma Rasia non aveva nessuna voglia di mascherarsi, a che scopo poi, tutti giorni essa portava una maschera, forse non era colorata ne di cartone, era una maschera che celava il dolore straziante della sua anima.

La sua casa era una delle più antiche della cittadina, non era in centro ma ne anche in campagna, l’aveva costruita il padre del padre di suo padre, e lei c’abitava da sempre, vi era rimasta anche dopo il matrimonio; quel giorno fu il più felice per Rasia, e anche i giorni che seguirono furono magnifici, finché…

Finché suo padre e il marito decisero di far una sorpresa al lei a sua madre, poiché non avevano fatto il viaggio di nozze e si stava anche avvicinando l’anniversario  dei suoi genitori, i due uomini decisero di organizzare un viaggio unico, in India.

La maschera di Rasia

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Fiore e la regina luna (seconda parte)

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Le scarpette d’argento di Fiore si posarono sul morbido tappeto di trifoglio, la leggera brezza proveniente dal lago incantato fece fluttuare ancora gli abiti d’organza e seta della bambina; Fiore fece scorrere lo sguardo su ciò che la circondava, tutto era come le aveva raccontato Filù, i giunchi, i loti e le canne di bambù ondulavano dolcemente e le ninfee ondeggiavano placidamente sulle calme acque del lago, sentierini circondati da steccati ricoperte di campanule bianche portavano alle case degli gnomi, e degli elfi, al centro del lago un isola non tanto grande con una grande quercia, a Fiore sembrò immensa, il suo tronco era talmente grosso che ci sarebbe voluto tutto il suo villaggio e forse più per abbracciarlo, i suoi rami s’innalzavano verso il cielo immensi e maestosi, e da terra si potevano vedere solo i rami più bassi, le sue radici penetravano nella terra dell’isola imprigionandola interamente, ai piedi della grande quercia, proprio in mezzo a due grandi radici vi stava un castello, dunque era quella la dimora della regina luna, pensò Fiore, mentre con lo sguardo ammirava il castello.

Fiore e la regina luna (seconda parte)

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Fiore e la regina luna (prima parte)

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Fiore era una bambina assai graziosa , vispa e intelligente , dai grandi occhi azzurri, un po’ sognatori, e dai capelli ricciolini e dorati. Fiore abitava in un paese assai carino, dalle case dai tetti rossi, dai muri bianchi, e dalle persiane verdi, il paese si chiamava: “Non so”, questo nome era dovuto alla risposta ricorrente della gente, infatti, a ogni domanda rispondevano con un “non so”.

A Fiore questa risposta non piaceva, avrebbe voluto sapere il nome dei fiori e delle cose, ma di rado c’era una risposta diversa, sembrava che nessuno sapesse niente, la bambina aveva saputo che forse al di là del bosco “non so” c’era una donna che sapeva tutto, ma naturalmente nessuno ne conosceva il nome.

Fiore e la regina luna (prima parte)