peopo-5

Se si arrabbiano loro …

Fiaba pubblicata da: Lisa5

C’era una volta una città, Villantica, costruita sulle sponde dell’Argentello, un torrente vivace e ricco di vita. Un po’ fuori, nei dintorni di Villantica, scorrevano due grandi fiumi, uno laggiù, a mezzogiorno e l’altro là, dove, la notte, vedi la stella polare. La gente amava quei fiumi, il Vorticone e il Granflutto, perciò, per averli più vicini, scavò solchi profondi che percorsero la città in lungo e in largo e così le acque dei due fiumi vi si riversarono allegre.

Finalmente l’Argentello non era più solo e fu felice di scambiare quattro chiacchiere con i nuovi arrivati, i canali.

Era bello assistere agli allegri schiamazzi che facevano, quando sulla superficie della loro liquida chioma spumeggiante, avanzavano le imbarcazioni degli umani e i cigolii delle ruote dei mulini mosse dalla loro corrente gli fecero tanta compagnia…

Poi venne il progresso e il cuore degli uomini cambiò. Per quegli esseri così diversi, la natura non era più una compagna, un’amica. No, la considerarono una belva da domare e da mettere in gabbia, perciò nascosero sotto uno spesso strato di catrame e cemento le acque di Villantica e cercarono di dimenticarle, abbandonandole laggiù per sempre…. ma ora …

Sotto le strade della città, nessuno lo sa, c’è un gran fermento: i corsi d’acqua sono agitati, parlano, discutono e perfino litigano! C’è chi dice:

– Lascia perdere…

E chi, invece:

– No! E’ ora di finirla! Non possiamo continuare a nasconderci! Fare questo a noi! A noi che abbiamo fatto girare le pale dei mulini, a noi che abbiamo trasportato le loro barche grandi e piccole e i loro fastidiosi e sbuffanti vaporetti! quante volte abbiamo lavato e sciacquato lenzuoli, vestiti e … ragazzini! Ve li ricordate? Vi ricordate quanto si divertivano, quei discoli, d’estate, qui, sulle nostre rive dolci e luminose? Ingrati!

Proprio loro, papaveracci cresciuti male, ci hanno rinchiuso, qui sotto, a parlare solo con i topi! Non è giusto, non è dignitoso!

L’Argentello, poi, è furibondo. Sono anni che sopporta in silenzio e adesso non ce la fa più. Pensare che è stato il primo ad attraversare la città! Pensare che la sua acqua bagnava queste terre quando ancora il cielo e la luce del sole erano puliti, belli come i suoi ricordi e … sì, forse si sente un po’ superiore, ma si può dargli torto? Lui, il suo letto se l’è fatto da solo, non come gli altri, i canali, i nipoti cittadini che, quando sono nati, hanno trovato un comodo alveo già pronto, scavato ben, bene dagli umani!

E’ per questo che, per tutti, il capo è lui e a lui confluiscono tutte le idee ed i progetti dei cospiratori sotterranei ed è ancora lui che impartisce ordini a destra e a sinistra! Ma cosa staranno preparando?

Il Vorticone e il Granflutto, anche se sono lontani, sanno, ma non parlano ed è inutile chiedere loro delle spiegazioni, perché è da un pezzo che non c’è più dialogo tra l’uomo e quei grandi e maestosi fiumi. Già, anch’essi si sentono traditi dalle creature che hanno protetto, nutrito e perché no? reso felici!

– Guarda come ci trattano!

Si lamentano e i pensieri dell’uno rimbalzano sulle onde della sua corrente e raggiungono, trasportati dalle nuvole, i flutti dell’altro che gli risponde:

– Si vergognano della nostra bellezza e della nostra forza, proprio loro che da quando ci hanno rinnegato non hanno costruito altro che orrori. Guarda con che cosa ci hanno sostituito! Guarda quei letti grigi, (strade le chiamano) immobili, puzzolenti, senza vita e senza storia, sempre uguali! Non c’è una pietra su cui riposare, un sasso strano da raccogliere… Un tempo sì, che le sapevano tracciare le loro “vie di cammino”! Ora disegnano i loro sentieri con segni rigidi, strisce bianche, quadrati, triangoli…non sanno, i meschini che si sono costruiti soltanto delle gabbie, gabbie in cui rinchiudono le loro vite, già prigioniere di quelle scatolette con le ruote. Poveri sciocchi! Ma siamo stanchi degli umani che ci disprezzano, delle loro brutte case e dei loro orribili veleni! Ci hanno sporcato, ci hanno contaminato con ogni genere di porcherie, però restituiremo tutto e … con gli interessi! …. Presto …

– molto presto!

Aggiungo io che ho visto e ho udito…(è l’Auluncio che parla). Già, nessuno lo sa, ma già da molto tempo, nei fiumi, una corrente invisibile e sotterranea trasporta un nutrimento pernicioso, una misteriosa sostanza sintetizzata dal rancore, dall’astio e dall’amarezza della natura offesa. Essa ha cominciato a sfamare alcune piccole creature: nuovi esseri, futuri mostri, figli di mostri e di un nuovo patto tra la vita e l’acqua. E c’è da stupirsi se proprio questa città, nei suoi sotterranei, nei suoi percorsi segreti ha dato loro rifugio e protezione?

Oh, se li vedeste! Ora sono lì, in attesa di un ordine,

quelle entità, evolute per sopravvivere e per far sopravvivere chi le ha custodite per tanto tempo. Cosa succederà ora? Distruggeranno? Cosa vogliono? Cosa vogliono fare di voi esseri umani? Intanto, quelle creature crescono e si moltiplicano …. sono forti, troppo forti e, soprattutto, sono felici di vivere, piene di energia nuova, di quella gioia vera che nessuno di voi, nemmeno i vostri bimbi riescono più a provare. Sarà quel che sarà e … vinca il più forte!

Beh, speriamo che almeno loro riescano a godersela questa antica e un tempo bella città!

E adesso, occhio alle prime crepe in via Rivafiumesconto, cittadini! E soprattutto … attenti ai loro denti: sono arrivate … le “salamandre – d’assalto – divoratrici – d’asfalto”!

Leggi tutte Le storie di Pèopo.

Questa favola è pubblicata da Boopen (www.boopen.it) nel libro dal titolo: Magie Verdi in Città. Buona lettura.



Contenuti suggeriti: