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Una donna “fatale”

Fiaba pubblicata da: Redazione

In un piccolo villaggio,
sulle rive del Ticino,
abita un ragazzo con il suo cagnolino.
Il ragazzo si chiama Doriano, un nome assai strano per un vile marrano:
piccolo, biondo, tozzo e paffutello,
all’apparir gentile e simpatico
era in realtà un grandissimo monello.
Perfido d’animo e duro di cuore cercava sempre di gettare tra i suoi compagni il malumore.
Un dì passando per la via incontrò quella che sembrava una fata buona
ma in realtà era Bertona, la strega bacchettona.

Vedendo Doriano sperduto, la strega decise di dargli il benvenuto:
«Vieni cattivo bambino nel mio castello, ho riservato per te il regalo più bello».
Doriano spaurito entra nel tetro maniero
e porta con sé un cattivo pensiero:
«Mi servirò dei suoi poteri e con la magia in mio possesso,
farò a tutti i nemici un dispetto,
senza destare in loro alcun sospetto».
«Doriano – disse Bertona – ti piacerebbe diventare cronista?
Insieme fonderemo un grande giornale e tu, attento e preciso,
ne curerai la stesura e lo porterai di casa in casa sin nella più sperduta radura,
potrai così realizzare il sogno perduto,
divenire noto e conosciuto».
La strega aveva però in serbo per il mite ragazzo una sorpresa:
per portare agli abitanti del villaggio le notizie da lui cercate,
si sarebbe servito di una bicicletta dalle ruote fatate.
A Doriano sembra una fantastica idea,
inizia quindi a pedalare senza mai sostare:
scrive articoli, stampa il giornale e senza posa continua la sua missione,
portando di paese in paese l’informazione.
La strega Bertona è fiera del suo operato:
«Bene, ora finalmente l’ho ingannato,
e per sempre dal mio incantesimo rimarrà stregato.
Sono riuscita a trasmettere a lui la mia maledizione:
pedalare in ogni occasione, con rassegnazione,
sino al passaggio di un nuovo testimone».
Gli anni passano ed il povero ragazzo rimane prigioniero del suo stesso tranello:
Doriano tentò di ingannare i suoi nemici, raccontò bugie e danneggiò molte persone,
ma anche per lui ormai è giunta la giusta punizione;
la sua ora è scoccata, non può più tornare indietro,
deve pedalare mentre Bertona continua a riposare.
«Svelto, svelto ragazzo mio, tante cose devi fare se con me vuoi restare».
Il fanciullo è sfinito, s’accorge d’esser stato tradito,
dal paese è odiato ed ogni suo sogno di vendetta è stato cancellato.
Tornando al castello quel giorno si decide a parlare:
«Bertona mia tu sei stata la mia rovina,
è difficile per me ammettere l’errore,
in te avevo creduto ed ora sono perduto;
anche le poche persone del paese che si dicevano disposte al perdono mi hanno detto…
“Vattene io ti abbandono”».
E la storia di Doriano si perde nel tempo,
ovunque andrai sempre ti imbatterai
in un milione di guai…



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