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Vi presento Soldo di Cacio // Voce novella

Fiaba pubblicata da: GiamPiero Brenci

Salve, miei arguti Lettori immaginate ove io mi trovi? Nel grande Bosco, dite?

Già, proprio così…Mi date soddisfazione e, non per altro, vi ho sempre definiti “arguti”!

Ho una “brenta” sulle spalle che ad ogni mio passo gorgoglia sommessamente e che pesa come fosse ripiena di piombo fuso!

Questo capita quando si debbano restituire piaceri all’Oste Nonno e non si abbiano soldi. Che con la paga di Narratore non ci si campa certo e, quindi, bisogna pur arrangiarsi.

Qui tutti gli episodi de “Il nonno e il peste“.

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La voce novella

Il testo completo

Salve, miei arguti Lettori immaginate ove io mi trovi? Nel grande Bosco, dite?

Già, proprio così…Mi date soddisfazione e, non per altro, vi ho sempre definiti “arguti”!

Ho una “brenta” sulle spalle che ad ogni mio passo gorgoglia sommessamente e che pesa come fosse ripiena di piombo fuso!

Questo capita quando si debbano restituire piaceri all’Oste Nonno e non si abbiano soldi. Che con la paga di Narratore non ci si campa certo e, quindi, bisogna pur arrangiarsi.

Ma di questo parleremo altrove, sperando che non siate affetti da “sordità pecuniaria”….

Ed or mi corbellate chiedendomi della ‘brenta’  che Voi fingete di non saper cosa sia?

Hm… E’ un grande cono di legno fornito di due corregge in cui si passano braccia e spalle, L’oggetto quindi è assicurato alla schiena di colui che… Ssst…. Ssst… Silenzio!

Che nel Bosco quando cala improvvisamente il ‘silenzio’ calano i guai e più è profondo il primo e più son grossi i secondi, parola di Narratore!

:   Il movimento è furtivo e rapido. Chi l’ha prodotto è un arciere che tiene la freccia incoccata e che, vistosi da me scoperto, fulmineamente scompare.

Vidi, però, uno strano copricapo e gli occhi resi ancor più feroci da una pittura nera!

Non v’è nulla di strano in ciò, dite voi? Che ove vi sia selvaggina v’hanno da essere i  cacciatori, nevvero? Hm…. Posso io, essendo qui, non esserne contento? Si?

Grazie infinite, miei Lettori! Che un arciere in un bosco può arrecar danno….mortale!     

Medoro, magicamente comparso, m’uggiola pacioso. Pare affermare che mi stesse proteggendo e che il pericolo sia  passato. Ed io, che non sono Cuor di Leone, gliene sono grato. Ma, come già vi dissi altrove, in un Bosco la tranquillità è passeggera….

Per qual  motivo, ad esempio,  si continua a corbellarmi?

Io, già lo dissi, NON credo a certe cose!

  < Anche se non ci credi debbo chiederti un favore Pellegrino. Quello là è un Arcarmato e m’insegue da stamane all’alba per catturarmi o peggio – esclama un essere alto tre spanne, con i capelli rosso fuoco e le orecchie appuntite  che sbucano da sotto un cappellino giallo. Si guarda nervosamente d’attorno, mentre il timore gli fa torcere le labbra sottili sulla grande bocca da ‘rana’.

                Ora, miei arguti Lettori, va bene che io trasporti vino nella brenta e che il Vignaiolo me ne fece assaggiare un paio di grossi boccali…

Va bene che io sia – ma appena, appena – ‘tardo’ di cervello… Ma  io NON credo agli abitanti del Bosco!

Ed altrettanto dovreste far voi! Figuriamoci: un feroce Arcarmato che da la caccia ad un inoffensivo soldo di cacio che Medoro potrebbe divorare con due morsi!

   < Ma non lo farà, sta tranquillo, Pellegrino…. Invece quello là vuol trafiggermi con una freccia!  Devi nascondermi, ne va della mia vita, che l’Arcarmato è vicino! –

Medoro ‘punta’ alla direzione dalla quale provengono i ‘passi pesanti in avvicinamento’!   

Non so, miei arguti Lettori, nemmeno io perché lo faccio.

Ch’io rifuggo i guai e voi lo sapete!

Afferro Soldo di Cacio, l’avvolgo nel mio mantellaccio e lo ficco tra le mie spalle e il bordo superiore della brenta come se fosse un cuscinetto per impedire che mi si fiacchi il collo.

  < Ehi, un po’ di rispetto! E, poi, io non mi chiamo “Soldo di Cacio”! Ma pensa, te! –

Riprendo il mio cammino tenendo la schiena curva come fanno tutti i brentatori di questo mondo sotto il peso di questo contenitore che s’adatta alle schiene forti.

Le braccia piegate e le mani serrate sulle cinghie che mi bloccano allo zaino di legno.

Il tizio è robusto, ma non deve mica brillare d’intelligenza anche se l’aspetto è selvaggio.

Sbuca da dietro l’abete proprio come preannunciato dal Medoro, ora scomparso.

Lo urto in pieno petto con i gomiti che spingo in avanti, lui indietreggia ed abbassa l’arco.

Il colpo gli ha svuotato i polmoni e, se devo dirla tutta, non mi dispiace ne poco, ne punto!  

 < Ehi, villico cialtrone guarda dove vai! Non so chi mi trattenga dal colpirti, con un dardo, alle natiche – grugnisce con voce irata e poi: – Hai visto un nano maledetto? Ha rubato un mestolo d’argento a Maga Falcetta ed io devo recuperarlo! –

Or, miei arguti Lettori, vi vorrei qui per ammirar la mia ‘bravitù’ di guitto.

Fronte corrucciata, occhio vuoto, bocca socchiusa con un po’ di bava che cola sul mento:

< Un nano, avete detto, mio signore? Io lo vidi… Si, ben lo vidi… Si, si, lo vidi ben.

Sghignazzava mentre s’infilava in una tana da conigli tra le radici di quella grossa quercia laggiù, oltre lo spiazzo…. Ordunque, mi merito una mancia, possente arciere? –

Ora miei arguti Lettori non starò a riportarvi l’improperio che il possente arciere m’indirizza, poi mi colpisce alle terga con un calcione e si mette a correre, grugnendo,  verso il nascondiglio del ‘maledetto’ nano.      

                Vi dispiace, miei arguti Lettori, se non pongo tempo in mezzo e m’allontano a passo spedito? Ve ne sono grato! Intanto Medoro, ch’è ricomparso, mi fa da guida.

                < Ha ragione il Peste, sai? Esageri!  Hai calcato un po’ troppo la mano.

Passi per la pessima rima, ma la ‘bava’…..C’è mancato poco che ti scoprisse! – borbotta il fagotto e, poi aggiunge: –  Ah… ‘Tardo’, non sta mica bene mandarmi all’inferno, sai? Ma pensa te!-

Già, m’ero dimenticato che questi impiastri, che  NON esistono, sanno ‘leggere’ i pensieri anche di quei ‘tardi’, par mio, che non sanno nemmeno d’averne di pensieri!    

Evito, anche mentalmente, di pormi la solita domanda che oramai ben la conoscete…

  < Bene, Pellegrino, puoi anche farmi scendere oramai sono al sicuro…-

Riappoggio a terra Soldo Di Cacio è noto che ha il naso paonazzo e che ridacchia un po’ con aria vaga. Mi tende un bel mestolo d’argento pesante. L’oggetto odora di vino!

< Il Mestolo è per la Franca che sa come utilizzarlo… Non è mica male quel vinello, sai?

E due mestoli sono il giusto risarcimento per avermi battezzato: ‘Soldo di Cacio’….

Ah, un’altra cosa….. Certo che dobbiamo capitare tutti a te…se no, che gusto ci sarebbe! Ma pensa te! –

Soffoca un singulto da troppo vino bevuto, ridacchia e, in un attimo, scompare…

Che vi avevo detto, arguti Lettori? Questi esseri  NON esistono!

E Medoro uggiola avvalorando la mia affermazione

Ma se NON esistono chi diavolaccio sta cercando l’arciere che impreca in lontananza?        

                < …… Madre Natura: quanto sei stolto e tardo! Ma pensa te! – sghignazza Soldo di Cacio e la voce pare provenire da dietro un piccolo albero di Frangola.

Di quest’albero vi parlerò altrove, miei arguti Lettori…. 

Alla prossima, forse…..!



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