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La panchina occupata

Il signor Ermete era stufo, ma così stufo, ma così arcistufo che non ne poteva proprio più del mondo, soprattutto dei suoi abitanti.

Viveva in un appartamento al terzo e ultimo piano di un palazzo che dava su una via porticata, a due passi dai giardinetti.

Tutte le mattine si alzava presto e usciva subito a comprare il latte e il giornale, poi si piazzava in cucina o sul divano, con una coperta di lana quando faceva freddo, scaldava il latte con un po’ di miele, apriva il giornale, accendeva la radio e, sgranocchiando i suoi biscotti preferiti (a volte li sostituiva coi savoiardi, che si inzuppano meglio), leggeva le notizie.

Leggendo si arrabbiava e si rattristava tanto, ma talmente tanto che gli veniva il mal di pancia e non riusciva a finire il suo latte, così lo rifilava al micio della dirimpettaia, in un delizioso piattino blu a pallini.

La panchina occupata