L’elefante borioso
Il pubblico applaude, la pista è già pronta,
da dietro il telone di rosso bordeaux,
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "paura", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Il pubblico applaude, la pista è già pronta,
da dietro il telone di rosso bordeaux,
Sono un piccolo topino
e se sporgo dal buchino
devo stare molto attento
perché provoco spavento
Scappan tutti con orrore
e mi viene il batticuore
a veder tanta paura
neanche fossi una sventura
I fantasmi esistono oppure no? Fior di dottoroni e professorissimi che hanno studiato tutta una vita dicono di no. Non si può escludere però che ogni omino ed ogni donnina, ogni animaletto e piccola cosina abbiano un fantasmino personale, pronto a comparire quando il loro corpo saluta il mondo per intraprendere un lungo viaggio. Questi fantasmi, usciti da cosine e cosone, corpicini e corpaccioni, abitano quell’aria che tutti respiriamo, rimanendo il più delle volte invisibili.
In qualche rara circostanza, però, appaiono alle persone, diffondendo un terrore tanto grande quanto stupidino. “Aiuto! Si salvi chi può! C’è un fantasmaaaaa!” E magari il poveretto voleva soltanto un po’ di compagnia, visto che, abitando sempre l’aria ci si può annoiare.
In altre occasioni, invece, i fantasmini possono essere sentiti. Non con le orecchie, però, ma con il naso! Eh, sì, a questo punto non si può non raccontare ciò che è accaduto ad Arafa, una bimba di cinque anni, metà italiana e metà sudanese.
Il pubblico applaude , la pista è già pronta,
da dietro il telone di rosso bordeaux,
ascolti la gente che grida contenta.
Avanzi borioso,con passo pesante,
ti han messo lustrini, fiocchetti e cotì,
non guardi nessuno,sei molto distante.
Volteggi sul globo , barrisci convinto
ma poi tutto ad un tratto ti fermi d’impatto:
c’è un piccolo topo che guarda stupito.
Balzi dal tondo per metterti in salvo,
ti cadono fiocchi , lustrini e cotì
travolgi la gente e fuggi lontano.
Chi oserebbe oggi prendere in giro il serpente a sonagli?
Tutti sanno che il suo veleno è terribile e che anche un piccolo morso è letale. Ma non sempre è stato così.
Un tempo, il serpente a sonagli non era altro che un grosso verme strisciante, ridicolo o inoffensivo, e tutti si prendevano gioco di lui, uomini e animali, alberi e rocce.
Le stelle, specialmente, non capivano come si potesse essere così vicini alla terra e così lontani dal cielo.
Perché mai dovevano esistere esseri così grotteschi quando si poteva brillare come loro, alte nella notte e scintillanti nel punto più lontano dal firmamento?
Un tempo tutti gli animali vivevano insieme in armonia: il coniglio e la volpe, la rana e il maiale…il gatto e il topo!
Quando arrivava la primavera iniziavala stagione dei grandi balli, che duravano tutta la notte.
Quell’anno il musicista ufficiale era la cicala. Era così brava a suonare il violino che tutti parevano molto felici di ballare al suono della sua musica, anche se sapevano che quando iniziava non c’era modo di fermarla: non la smetteva più.
Non serviva neppure gridare “BASTA”!!!: quella non sentiva e, anzi, andava ancora più veloce!
Tanto tanto tempo fa… ma proprio tanto tanto tanto… ma cosa dico tanto? Milioni e milioni di anni fa, viveva, in una grandissima foresta del Nord America, un dinosauro.
Apparteneva alla specie più temuta mai apparsa sulla Terra: era infatti un Tirannosaurus Rex, meglio conosciuto come T-Rex.
Scommetto che sai bene com’era fatto, visto che il T-Rex è il dinosauro preferito di tutti i bambini.
Se invece non sai com’è fatto un T-Rex, ti posso dire che era lungo come un autobus, alto come un lampione che trovi lungo i marciapiedi, e pesante come sette automobili, con un testone enorme e tanti denti affilati.
Giovannino era un ragazzo che non aveva paura di niente, tant’è che si guadagnò la nomea di Giovannino senza paura.
Un giorno sfidò nuovamente la sorte. Gli venne proposto di andare a passare la notte in un palazzo abbandonato. Si diceva che nel palazzo nessuno sopravviveva più di una notte perché “ci si sente”!
Figuratevi Giovannino! Subito si recò nel palazzo e… Sentite sentite cosa gli è accaduto!
Tratto da “Fiabe Italiane“, le fiabe della tradizione italiana raccolte da Italo Calvino.
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Nella collina solitaria, irta di croci sull’occidente imporporato, dove non odesi mai canto di vendemmia, né belato d’armenti, c’è un’ora di festa, quando l’autunno muore sulle aiuole infiorate, e i funebri rintocchi che commemorano i defunti dileguano verso il sole che tramonta. Allora la folla si riversa chiassosa nei viali ombreggiati di cipressi, e gli amanti si cercano dietro le tombe.
Ma laggiù, nella riviera nera dove termina la città, c’era una chiesuola abbandonata, che racchiudeva altre tombe, sulle quali nessuno andava a deporre dei fiori. Solo un istante i vetri della sua finestra s’accendevano al tramonto, quasi un faro pei naviganti, mentre la notte sorgeva dal precipizio, e la chiesuola era ancora bianca nell’azzurro, appollaiata come un gabbiano in cima allo scoglio altissimo che scendeva a picco sino al mare. Ai suoi piedi, nell’abisso già nero, sprofondavasi una caverna sotterranea, battuta dalle onde, piena di rumori e di bagliori sinistri, di cui il riflusso spalancava la bocca orlata di spuma nelle tenebre.
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Questa è la storia che si racconta nelle fattorie solitarie ai confini dei monti Catskill, dove sono cresciuta.
Tra fattoria e fattoria si stendono boscaglie e ogni fattoria ha il proprio bosco, e di notte ci sono cervi e conigli e perfino lupi, e le grandi linci che in tempo di carestia scendono a caccia a sud del Canada.
E di tanto in tanto, a qualche derelitta ragazza di fattoria che s’aggira di notte ai margini e al centro del profondo bosco, nasce un figlio come Helma Lassiter… (Marion Zimmer Bradley, 1960)
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Questa è la storia che si racconta nelle fattorie solitarie ai confini dei monti Catskill, dove sono cresciuta.
Tra fattoria e fattoria si stendono boscaglie e ogni fattoria ha il proprio bosco, e di notte ci sono cervi e conigli e perfino lupi, e le grandi linci che in tempo di carestia scendono a caccia a sud del Canada.
E di tanto in tanto, a qualche derelitta ragazza di fattoria che s’aggira di notte ai margini e al centro del profondo bosco, nasce un figlio come Helma Lassiter… (Marion Zimmer Bradley, 1960)
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Questa è la storia che si racconta nelle fattorie solitarie ai confini dei monti Catskill, dove sono cresciuta.
Tra fattoria e fattoria si stendono boscaglie e ogni fattoria ha il proprio bosco, e di notte ci sono cervi e conigli e perfino lupi, e le grandi linci che in tempo di carestia scendono a caccia a sud del Canada.
E di tanto in tanto, a qualche derelitta ragazza di fattoria che s’aggira di notte ai margini e al centro del profondo bosco, nasce un figlio come Helma Lassiter… (Marion Zimmer Bradley, 1960)