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Tutte le fiabe che parlano di "mosca"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "mosca", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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La rana Gaia e la piccola mosca

C’era una volta, in un bel bosco pieno di piante e di stagni, una giovane rana di nome Gaia. Gaia era il terrore degli insetti dello stagno: ogni mosca ed ogni zanzara che passava dalle sue parti, lei le guardava dritte in faccia ed in un secondo… allungava la sua lingua veloce ed appiccicosa e… gnam, era bell che divorata!

Un bel giorno, Gaia sentì il ronzio del batter d’ali di un insetto. “Sta per arrivare la mia cena”, pensò. Alzò gli occhi al cielo pronta a lanciare la sua tremenda lingua sul malcapitato insetto, ma sentì dei rumori strani, che la distrassero. Erano dei singhiozzi, e provenivano proprio dall’aria. Era un piccola mosca, che volava tutta timorosa e che ogni tanto, tra una lacrima e l’altra, chiamava i suoi genitori.

“Papà, mamma! Papà, mamma, dove siete?”, gridava la moschina. Ed alla vista di questa scena, la rana Gaia si intenerì… Anzichè afferrare al volo l’insetto, si rivolse a lei, chiedendole: “Ehi, tu, piccola mosca, perchè piangi?” 

La rana Gaia e la piccola mosca

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Il ragno

Quando lo vide il suo primo pensiero fu: “Che creatura schifosa! E  per di più è enorme! Perché Dio ha creato bestie simili? Qual è la loro funzione?”.

Non si sa se anche l’altro avesse visto lui, ma ambedue si ritrassero, ognuno vinto dalle proprie fobie.

Quando ritornò era ancora là, troppo vicino al suo cibo perché avesse voglia di mangiare, troppo invadente nel suo ambiente che non intendeva condividere con un simile obbrobrio.

Avrebbe voluto ucciderlo, ma solo l’idea di avvicinarglisi, lo disgustava, provocandogli un accesso di nausea.

Il ragno

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L’orso e il giardiniere

Un Orsacchiotto assai mal pettinato,
selvatico cresceva in fondo a un bosco,
solo, nascosto, sempre torvo e fosco,
in collera col fato.

Novel Bellerofonte, l’umor nero
s’univa a una tremenda ipocondria,
perché solo la buona compagnia
tien ilare il pensiero.

Un bel parlar non vale un bel tacere,
sta scritto, ma bisogna discrezione,
ed in quel bosco un uomo, un can barbone
non si facea vedere.

Per quant’Orso, e per quanto Orso testardo,
passava giorni orribilmente bui.
Non lontan s’annoiava in un con lui
un vecchierel gagliardo,

L’orso e il giardiniere