Nel paese di Sgrammatica, i guardiani con le zucche come testa,
da mesi già facevano gran festa, e non per via del calendario.
Era stato abolito in tutto il regno il famoso dizionario.
“Non si usa percké è pezante e ci si stanca bresto!”
Questa la grande scusa che, con un annuncio pieno di errori, usarono a pretesto.
Chi scriveva emozzione con due zeta era ben voluto.
I congiuntivi si usavano oramai di nascosto, persino in uno scantinato.
E per leggere in segreto si usavano candele al profumo di vaniglia.
Ogni libro che si restituiva, come premio due barattoli di miele d’ape.
A molti sgrammatichesi conveniva: ” Meglio miele che passar leggendo le serate.
“Qual’ è” con l’apostrofo era di moda, chi lo usava spesso vinceva dei gran balocchi:
orsacchiotti , carillon e soldatini di legno antico, poi triciclo e biciclette di color pistacchio.
  Il regno di Sgrammatica