Pippi e Prospero

Fiaba pubblicata da: Alessandra Santilli Pedagogista

C’erano una volta due gattini rossi: la più piccola si chiamava Pippi, bella ma birichina, ed il più grande Prospero, meno bello ma tanto mite.

Infatti era soprattutto Pippi che iniziava per prima a fare dispetti al fratello e lui, vedendola più piccola, non reagiva per non farle del male e quindi lei aveva sempre la meglio. Caro paziente Prospero, gigante buono!

La mamma, Cloè, era una bellissima gatta dal lungo pelo rosso, la coda folta ed occhi verdi come smeraldi. Il papà, Romeo, era un gatto di strada, rosso anche lui, fiero e temibile che si era talmente innamorato di Cloè da rinunciare alla sua vita avventurosa e piena di stimoli per stare in un comodo castello.

Il castello dove vivevano era enorme e spesso rincorrendosi e facendosi i dispetti i due gattini finivano per perdersi e toccava ai genitori andarli a recuperare impauriti chissà in quale stanza.

Il posto preferito da Prospero e Pippi era la cucina: accogliente, grande, calda e sempre con tante leccornie pronte da mangiare. La cuoca del castello adorava viziare i due cuccioli e, spesso, li riempiva talmente di coccole e baci che credevano di soffocare.

La loro vita scorreva felice ma un brutto giorno sentirono i genitori litigare forte e capirono che qualcosa nella loro vita sarebbe cambiato.

Romeo era un gatto di strada, abituato all’avventura ed anche alla libertà e mal sopportava quella vita rilassante che riteneva noiosa e quindi, decise di seguire la sua natura e lasciare il castello.

Cloè cercò di rimboccarsi le maniche per rendere la tristezza dei suoi figli meno forte. Iniziò ad inventare giochi di tutti i tipi anche da fare insieme, tutte le sere leggeva loro le favole preferite e ne raccontava di nuove fino all’infinito se i gattini lo chiedevano pur di farli contenti.

Li proteggeva guardandoli da lontano quando giocavano nell’immenso prato del castello e li guidava nei loro primi approcci di caccia tipici dei felini.

Non era trascorso molto tempo da quando Romeo era andato via e Cloè aveva fatto veramente un bel lavoro riuscendo a fare in modo che la serenità prendesse il posto della tristezza e quindi, tutto sommato, la vita di Pippi e Prospero era tornata a scorrere tranquillamente.

Un bel giorno, però, mentre cenavano tutti davanti al caldo camino, ecco apparire sulla porta Romeo.

Pippi e Prospero credettero di impazzire dalla gioia!

Romeo corse loro incontro ed iniziarono a strusciare il pelo l’uno contro l’altro assaporando quel momento che avevano tanto atteso. Poi iniziarono a giocare con il loro papà: saltavano, si rincorrevano, facevano cadere le cose, si facevano finti agguati da dietro le zampe del tavolo, con buona pace di Cloè che, ovviamente, era contentissima per loro.

Romeo e Cloè non vissero più insieme, perché ormai sapevano di non poter andare d’accordo, ma decisero di abitare, comunque, vicino visto il grande amore che entrambi provavano per i loro figli.

Lei rimase nel castello con i suoi gattini e lui, anche se preferiva dormire dove capitava, si costruì una cuccia comoda e grande per accogliere i suoi figli tutte le volte che volevano stare con lui.

Mamma Cloè e papà Romeo non litigarono più e, anzi, spesso si vedevano tutti insieme per organizzare un pic-nic oppure una dinamica escursione in montagna.

Pippi e Prospero avevano imparato che l’amore dei genitori, anche se non vivevano più tutti sotto lo stesso tetto, non sarebbe mai mancato loro e di questo ne erano veramente certi!



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