Pierino il topolino Professore

Fiaba pubblicata da: Pino Cuomo

Tanto tempo fa in una allegra fattoria, mamma Topa era felice, perchè erano nati otto bellissimi topini.

Ci fu una grande festa tra gli animaletti, con danze e tanto cibo.

Le giornate passavano e i piccoli topini crescevano, tra la gioia di mamma topa e papà topo.

I piccoli erano uno più vispo e vivace dell’altro.

Il più bello però, era Pierino, sembrava un piccolo professore e neanche a farlo apposta, lui veramente voleva fare il professore a differenza dei fratellini che di scuola non ne volevano proprio sapere.

La signora Oca, professoressa di tante materie, era fiera di Pierino e si vantava di avere il miglior
alunno di tutta la fattoria.

Pierino era il primo ad arrivare a scuola e mostrava interesse nella lettura, leggeva tutto ciò che gli capitava davanti, ma questa cosa non andava per niente giù ai piccoli fratelli dispettosi, che facevano di tutto per ostacolare Pierino.

Dispetti su dispetti, Pierino alla fine si arrabbiò…. “Ora Basta! Sono stanco! Siete dei somari! Senza offesa per Signor Asino, Volete capire, che se non studiate, sarete dei fannulloni a vita?”

“Ma a noi che importa, a che ci serve leggere o scrivere… siamo topolini!”

“Invece serve”, rispose Pierino, “sapete io grazie alla Professoressa Oca, so leggere, ma, vi ricordate del nostro cugino
Boldino che mangiò quella scatola che c’era scritto veleno? E il cartello dove c’era scritto ATTENZIONE VENDITA GATTI !!!”

“Si è vero”risposero i topolini, “se avesse saputo leggere non mangiava quella scatola? E non entrava nella casa dove c’erano tutti quei gatti? Povero Boldino! E’ ancora in ospedale tutto bendato che sembra una mummia. Hai ragione!” risposero i topolini, “ed è pure bello imparare a leggere, il mondo è tutto diverso, più bello”.

“Bravo Pierino!” dissero i topolini, “da oggi studieremo con profitto e tu sarai il nostro professore”.

I giorni trascorsero felici nella bella fattoria, ed altri alunni nuovi, si presentarono nella scuola, solo Il gatto restò in un angolo, sbirciando dalla finestra tutto arrabbiato, dicendo: “Ma chi ha inventato la scuola?…. Che gli faccio volentieri un graffietto!…..Che peccato, dei topolini così grassottelli!”.



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