L’omino del bosco
Fiaba pubblicata da: daniela p.
La storia che stai per leggere è davvero incredibile , eppure tanto tempo fa , in un bosco delle montagne che svettano maestose , quasi ad accarezzare il cielo, viveva il personaggio che sto per presentarti.
Nessuno sapeva il suo nome , era talmente silenzioso che non aveva amici con cui trascorrere il suo tempo libero o con cui giocare , il suo unico amico era se stesso. Abitava da solo in una piccola casa di legno , al margine del bosco .
Come ci era arrivato in quel posto forse non sapeva spiegarselo nemmeno lui, dopo giorni di cammino , ormai stanco e stremato dalla fatica, aveva deciso di fermarsi nel primo posto che gli avrebbe offerto riparo e quello era stato il primo.
La gente del paese lo guardava con diffidenza, certo quell’uomo sempre silenzioso , con una gran barba e quel cappello enorme in testa appariva un po’ strano , ma poi alla fine si erano accorti che non avrebbe mai fatto del male a nessuno e lo accettarono fra di loro, anche se lui preferiva di gran lunga la compagnia del bosco a quella degli umani.
Già, il bosco, il suo grande amore. Amava gli alberi e li conosceva tutti, sapeva la loro specie , la loro famiglia di appartenenza e la loro origine.
Gli piaceva camminare nel bosco a qualsiasi ora : al mattino , per vedere i primi raggi del sole intrufolarsi tra le fronde e disegnare piccole ombre sui sentieri, a mezzogiorno per ripararsi sotto le chiome , quando il caldo diventava violento, al tramonto per salutare il giorno e vedere il buio scendere tra i rami. C’è chi giura di averlo visto addentrarsi nel bosco anche a notte fonda, per respirare la quiete e il silenzio , ma sono voci di paese, nessuno ne ha la certezza.Conosceva ogni singolo albero del bosco e aveva imparato ad ascoltare la voce delle loro foglie.
A volte , nei pomeriggi in cui il vento soffiava fortissimo, si sedeva ai piedi di un tronco e con gli occhi chiusi se ne stava lì per ore, ad ascoltare il concerto delle foglie. Perchè ogni albero ha un suo suono, ognuno è uno strumento della splendida orchestra del bosco. Li sentiva vicini, gli alberi, come amici, come compagni e a ognuno di loro aveva dato un nome: entrare nel bosco era un po’ come entrare nella sua grande famiglia .
Così c’era il faggio Simone , alto e slanciato come un atleta o l’abete Matteo , il più saggio della comitiva , sempre serio e attento a non farsi scappare un sorriso ; invece il castagno Martino era sempre di buon umore , in qualsiasi stagione : sia in estate con i suoi fiori a forma di dita , sia in autunno quando regala i suoi frutti deliziosi.
Era convinto che dentro a ogni albero vivesse un’anima , un ‘essenza capace di provare gioie e dolori e di poterle esprimerle con un linguaggio particolare, non fatto di parole quindi non comprensibile a tutti . E loro sembrava avessero capito che lui era un essere speciale : ogni volta che lo vedevano arrivare gli davano il benvenuto a modo loro: frusciando, muovendo la chioma e ondeggiando i rami in segno di saluto.
Amava la musica e in cuor suo, fin da bambino, aveva sempre sognato di diventare un musicista famoso o un grande direttore di orchestra, di quelli che con la bacchetta accendono e spengono tutti gli strumenti , con un solo, semplice gesto della mano.
Così spesso , con un ramoscello in mano, fingeva di dirigere l’orchestra del bosco e tutti gli alberi, con in mano i loro strumenti , lo seguivano. Ne nascevano concerti in cui venivano suonate le melodie più dolci e le farfalle danzavano nell’aria , muovendosi in un gioco colorato di ali .
Quando scende la notte e nel cielo passeggia la luna, quando tutto intorno riposa, c’è chi dice di aver sentito una musica provenire dal bosco…