Il grande concerto della steppa
Fiaba pubblicata da: Carlo Testana
“Pakidermoff Ivanovic Elefantowski sarà presente anche quest’anno al Gran Concerto della Steppa. Intervenite numerosi! “.
Il celebre violinista indiano si era messo in viaggio dalle pianure erbose tropicali con largo anticipo, era la stella dell’evento musicale più atteso dell’anno, previsto, come sempre, nella vasta piana del Faunistan agli inizi dell’estate.
Il suo vero nome era Alì, Alì e basta, per cui, in onore della sua musica sublime lo avevano ribattezzato Pakidermoff Ivanovic Elefantowski, certamente più aristocratico, quel nome imponeva rispetto e celebrava meglio il merito e la grandezza (anche fisica) del famoso musicista.
Aveva vinto tutte le edizioni del concerto da dieci anni a questa parte in un tripudio di applausi, commozione e delizia.
Nonostante ciò gli altri animali-musicisti, alcuni dei quali provenivano anche da paesi lontani, facevano a gara per partecipare alla prestigiosa manifestazione ed anche quell’anno ci fu la coda al banco delle iscrizioni.
Le formiche nere e le formiche rosse si erano ammassate intorno al manifesto e discutevano animatamente.
“Siamo la formazione di Black music-dance più preparata del momento, disse la direttrice del primo gruppo, dobbiamo assolutamente prendere parte all’evento! “.
“Anche noi non scherziamo in quanto a vitalità, disse la maestra del secondo gruppo, le Red music-dance non sono seconde a nessuno! “.
All’unanimità le due formazioni decisero di compilare la domanda di partecipazione.
Vennero escluse entrambe.
Nella motivazione del diniego i giudici spiegarono che per motivi di sicurezza e per l’incolumità delle formiche stesse l’istanza non poteva essere accolta. Inoltre, essendo di statura così piccola, nessuno le avrebbe viste e questo fatto avrebbe compromesso la spettacolarità del concerto.
L’atteso giorno arrivò e si diede inizio alla manifestazione che partita all’alba si sarebbe conclusa al tramonto con l’esibizione di Pakidermoff Ivanovic Elefantowski gran favorito.
Ma il celebre violinista era turbato.
“In questi ultimi tempi sono ingrassato di 10 quintali, diceva, come potrò accompagnare con l’ondulazione del corpo il mio pezzo? “.
Si deve sapere che la folla andava in visibilio quando partiva il terzo movimento del brano di Pakidermoff, un velocissimo e ritmato suo personale adattamento di una danza tradizionale della steppa che egli accompagnava con un irresistibile ondeggiamento delle anche. Tutto il popolo del Faunistan iniziava a danzare a passo sostenuto muovendosi all’unisono in un meraviglioso girotondo ondulante. Al termine dell’esibizione tutti esplodevano in festosi applausi chiedendo il bis.
Pakidermoff Ivanovic Elefantowski era anche ghiotto di dolcetti che teneva nelle tasche del suo smoking e durante il concerto, fingendo di asciugarsi il sudore, in realtà si ingozzava di biscottini, cialde, caramelle ed ogni varietà di dolciumi ben nascosti alla vista dei presenti da un gran fazzolettone.
Ad ogni concerto cresceva inesorabilmente di peso.
“E’ tardi per mettersi a dieta, ripeteva scoraggiato, quest’anno non sarò primo, povero me, una carriera stroncata per colpa di crostatine, bignè e sfogliatelle”.
L’inizio fu sfavillante, la Gru Demoiselle cantò con voce da soprano sorprendendo tutti per la perfezione del timbro.
Le Pernici della sabbia non furono meno brave nei gorgheggi e lo Stornello dal color di rosa si esibì in alcune improvvisazioni “a braccio”.
Le Otarde sbalordirono i presenti con le loro note basse e con fulminei movimenti ritmici a terra.
Gli Asini selvatici ragliavano a tempo di walzer.
L’Antilope Saiga sbalordì per l’eleganza dei vibrati.
Il Cavallo di Przewalski impose un ritmo battente modernissimo.
I Citelli e le Marmotte iniziarono la seconda parte nel pomeriggio con ricercate sonorità di musica contemporanea.
Il Cammello Bactriano fece ridere la folla a crepapelle “rappando” su testi divertenti e rime che prendevano in giro noti personaggi politici.
Intanto Pakidermoff Ivanovic Elefantowski, tesissimo, si stava preparando ad entrare in scena con il suo bellissimo violino.
E le formiche?
Le formiche, gialle di rabbia per l’ingiusta esclusione, avevano meditato uno scherzetto per movimentare la serata.
Due di loro si erano introdotte furtive e non viste nel camerino di Pakidermoff Ivanovic Elefantowski e gli avevano rosicchiato con le potenti mascelle le tasche dei pantaloni stipate di dolci.
Poi si erano sistemate con altre diecimila compagne tra le assi del palco, proprio sotto l’imponente mole di Pakidermoff Ivanovic Elefantowski.
Nessuno si era accorto di niente.
I primi due movimenti, l’andante con moto e l’allegro con brio, erano filati via lisci come l’olio e perfetti nell’esecuzione. Non si sentiva volare una mosca.
“Adesso ci scateniamo, pensava il pubblico aspettando il terzo vorticoso movimento”.
“Adesso mi fischiano perchè non riesco a muovermi, pensava invece Pakidermoff Ivanovic Elefantowski, è la fine! “.
Intanto nella breve pausa tra il secondo ed il terzo movimento tirò fuori il fazzolettone e trangugiò due bignè per darsi coraggio.
Sotto i pantaloni le briciole dei dolciumi scendevano copiose dalle tasche bucate, le formiche rosse attaccarono la gamba destra, le formiche nere la sinistra salendo e mordicchiando a più non posso.
Allora gli attoniti spettatori furono testimoni di qualcosa di inverosimile. Una specie di corrente elettrica sembrava attraversare il corpo di Pakidermoff Ivanovic Elefantowski che si muoveva come un indemoniato ancheggiando e saltellando ora su un piede ora sull’altro. I movimenti ondulatori divennero anche sussultori; sembrava un ossesso in preda a deliri e tremiti dalle scarpe alla cima dei capelli che apparivano come mossi da un uragano.
Ma tutto avveniva a tempo di musica. Perfetto come un metronomo.
Il pubblico iniziò a battere le mani sempre più forte e si mosse ipnotizzato da quei movimenti mentre il brano accelerava il tempo sempre di più, sempre più in fretta.
Una marea di spettatori si muoveva contemporaneamente ondeggiando come palmizi colpiti dal vento. Iniziò il girotondo mentre tutti scandivano il ritmo crescente della musica.
Pakidermoff Ivanovic Elefantowski si contorceva e sudava in preda a brividi di caldo e freddo nello stesso tempo, ma teneva duro.
Finite le ultime briciole, le formiche si ritirarono in fretta e la musica cessò di colpo.
Fu un trionfo, mai si era visto uno spettacolo simile, la folla non smetteva di applaudire e urlava a squarciagola bis, bis, bis…
Pakidermoff Ivanovic Elefantowski sfinito si accasciò sul palco e scuotendo la proboscide disse: “no, no, il bis non lo faccio neanche sotto tortura, Pakidermoff non ripete! E, dopo aver posato il violino e l’archetto, si adagiò beato a terra e prese sonno”.
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Carlo Testana 22 maggio 2016. (Da un’idea di Mary Isabel Papee)