Egoismo e saggezza

Fiaba pubblicata da: antonella cavicchioni

Un po’ di tempo fa, nella terra di Gombomea, viveva un uomo, Sirbeo che, insieme a sua moglie Teome, mise al mondo cinque figli: SARO, SEBINA, NERISIA, ISEULA e MUZIO.

Questi crebbero, Sirbeo si preoccupò di farli studiare e diventare adulti capaci di camminare con le proprie gambe.

Ciò che li accomunava era la MUSICA: chi si esibiva, chi insegnava, chi cercava la propria strada, essendo pienamente convinti di esserne capaci.

Ma Sirbeo e sua moglie Teome dimenticarono completamente di insegnare ai loro figli il rispetto per il prossimo, la considerazione di esso e l’elogio che essi avrebbero dovuto tributare agli allievi meritevoli. Insomma si erano dimenticati di insegnare loro ad amare.

Il tempo e la vita passavano, i cinque continuavano incessantemente la loro opera ma senza badare troppo a cosa li circondasse, presi com’erano a compiacersi di se stessi, essi neanche si accorgevano di quanto spesso fossero derisi.

Un giorno un allievo di MUZIO, che stava riposandosi un po’ tra una lezione e l’altra, quasi per gioco, si mise a pensare ai nomi dei cinque fratelli, se scritti in ordine, dal nome del maggiore a quello del minore, notò una strana coincidenza, le iniziali dei nomi, apposti in modo verticale, davano luogo a nuove parole che potevano formare una frase di senso compiuto, ossia:

S IAMO

S OLO

N OI

I NARRIVABILI

M AESTRI.

Si soffermò a guardare un po’ perplesso e, pensando per alcuni secondi, ragionò e decise di guardare all’interno del suo cuore. Cercò il posto dove, per vari motivi, nel tempo aveva collocato i cinque nomi, sentiva un dolore! Notò una strana putrefazione nel punto esatto che li ospitava ed avvertiva anche uno strano odore….non ci pensò due volte, affondò le braccia all’interno del cuore, li afferrò, li contenne per bene con entrambe le mani e dopo averli trasportati con cura, li andò a deporre in un luogo distante dalla sua dimora abituale, affinchè non potessero tornare indietro, affinchè restassero lì per sempre.

Il luogo si chiamava SUPERBIA-TOWN, era popolato di individui che se incontravano qualcuno, anzichè salutare dicevano : SONO IO IL MIGLIORE!!!!!

Una donna passava e diceva: ehi, la migliore sono solo io!!!!

Ed un’altra : sono migliore più di te!!!!

Ed un coro urlava: ma se siamo noi i migliori in assoluto!!!!

Quell’allievo guardò ancora una volta quegli individui vuoti che teneva nelle sue mani e, dopo essersi accertato che non ci fosse nessuno nei dintorni, li lasciò proprio lì: lontani dal mondo! Poi girò le spalle e se ne andò.

I cinque fratelli ancora adesso sono lì … hanno passato la vita a proclamare la loro superiorità senza mai combinare un granchè … ancora si sbracciano e, armonizzando in coro, cantano: siamo solo noi inarrivabili maestri, ma nessuno li ascolta più perchè SONO SOLI !!!!!

L’allievo sollevato dal peso inutile che custodiva in se si sentì liberato e pronto ad accogliere nuovi nomi meno stravaganti e tronfi, ma sicuramente più propedeutici per il suo animo.

Si rese conto che era stato molto importante quel gesto di forza che riuscì ad operare all’interno del suo cuore, prima che fosse troppo tardi, e prima che il suo cuore, vista la discutibile presenza, marcisse…. perchè l’inganno non si può mai accettare, ed in particolar modo non si può accettare MAI d’ingannare se stessi.

A. C.



Contenuti suggeriti: