Celeste melodia

Fiaba pubblicata da: Licia Calderaro

In una bellissima notte stellata, un gruppo di angeli scese dal paradiso per recarsi ad una importantissima riunione sulla luna.

Non appena i loro candidi piedi si posarono delicatamente sulla polverose superficie, si posizionarono in cerchio e si sedettero comodamente sui crateri.

Quella sera, il sole aveva deciso di illuminare il satellite della Terra solo a metà, ma non se ne preoccuparono affatto poiché la luce che emanavano dalle loro aureole era molto forte e intensa.

– Bene – disse il grande angelo anziano schiarendosi la voce e accarezzandosi la lunga barba bianca – siamo qui riuniti perché Nostro Signore ha deciso di affidarci una missione importante. Quella di portare la musica ai Suoi amati figli e badate che non deve essere la solita musica che conosciamo già, ma una melodia dolce e armoniosa capace di intenerire anche i cuori più induriti.-

Alle parole del saggio angelo anziano, gli angeli più giovani si guardarono tra loro e parlottavano. Alcuni sapevano suonare l’arpa, il violino, la lira e il mandolino ma quegli strumenti non bastavano a tessere una dolcissima melodia, ci voleva qualcosa di nuovo e fuori dal comune.

Ad una giovane fanciulla alata della suprema corte celeste balenò un’ idea. Senza dire nulla, volò sorridendo verso la via lattea sbattendo le sue enormi ali e raccolse la stella più luminosa dell’universo, ci spruzzò sopra un po’ di polvere lunare e pronunciò una formula magica: – Stella bella, stella speciale, dona a tutto il mondo una magica melodia celestiale.-

Dalle mani dell’ angioletta scaturì una tenue evanescenza e, poco dopo, la stella si spezzò in tanti piccoli frammenti che caddero sul pianeta da loro tanto amato e protetto sotto forma di scie luminose.

– Mia cara – replicò dolcemente l’anziano angelo volando velocemente verso di lei – Che cosa hai creato? –

– Guarda, tu stesso – rispose la fanciullina aprendo il palmo della mano e mostrandogli una stella dorata con una piccola cupola al centro di essa.

Sollevò orgogliosa la cupolina e ne fece fuoriuscire una musica forte, decisa e soave. Mentre lo strumento adempiva al suo dovere, una minuscola mezzaluna girovagava in tondo a ritmo di quel brano sublime. Non appena la cupola fu richiusa, la celeste melodia svanì.

– Caspita, che invenzione – le disse sorridendo – ho deciso che gli umani chiameranno questo oggetto magico Carillion, e adesso al lavoro, distribuiscine altri!-



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