La signora del tempo (15) / Insieme in battaglia

La signora del tempo (15) / Insieme in battaglia

Fiaba pubblicata da: marzia.o

Qui tutte le puntate.

Il suo ufficiò era ancora intatto, si diresse al computer e accese il monitor, collegandosi all’impianto di sorveglianza interna, in più punti si stava combattendo.

Cercò il dottore e lo trovò al decimo piano, era in compagnia di diverse persone, ma era bloccato, l’ascensore era sbarrato da diversi Darek, sul lato opposto, dove cerano le scale, gli uomini robot impedivano l’accesso, i due gruppi stavano combattendo fra loro, lei doveva trovare il modo di far passare Yaris e il suo gruppo.

Era anche arrabbiata, quando il fratello, Jemes, le aveva detto che aveva acquistato il Rods, e di cosa si occupava, aveva pensato di renderlo efficiente come base d’appoggio per lei e per Yaris. Tutto era andato bene fino in modo che lei era stata presente, ma a quanto pareva appena lei aveva girato le spalle, la direttrice e gli altri dell’amministrazione avevano fatto di testa loro.

Dato che le telecamere interne erano sempre accese, riuscì a vedere come si era giunti a quel  punto, trovò anche i dati al progetto fantasmi, e trovò anche le immagini di dove si trovava la breccia, con le informazioni acquisite Luce usci dall’ufficio sbattendo la porta.

Avendo la capacità spostarsi da un punto all’altro della struttura raggiunse il decimo piano in un batter d’occhio. Rimanendo nascosta dietro a una colonna estrasse il cacciavite sonico e lo puntò contro la centralina elettrica del piano, l’elettricità si diffuse sul pavimento e raggiunse i due gruppi di combattenti, nello stesso modo liberò gli altri piani che portavano al laboratorio dove c’era la breccia sui due mondi paralleli, naturalmente, non appena i corridoi e i piani erano liberi dai nemici toglieva la corrente, in questo modo il dottore e il suo gruppo salirono senza incidenti.

La comunicazione si era interrotta ma sul viso del dottore c’era un’espressione che andava tra la beatitudine e la felicità, tanto Catrin gli domandò:

«Siamo in piena battaglia e tu sembri aver vinto alla lotteria, chi era al telefono?».

«Un’amica», rispose lui ancora sorridente.

«Chi Sabine?».

«No, andiamo devo trovare le ventose cardasiane».

Il signore del tempo non voleva parlare di Luce con Catrin, come poteva dire alla ragazza che viaggiava con lui che aveva parlato con la donna dei suoi sogni, no, non poteva specialmente ora che conosceva i sentimenti di Catrin per lui. Recuperato le due ventose cardasiane, incominciarono a salire, ma giunti al decimo piano rimasero bloccati, i Darek e gli uomini robot stavano combattendo, e non sarebbe stato facile passare, stava pensando a una soluzione quando qualcosa li mandò in corto circuito entrambi i gruppi, lui e il suo gruppo raggiunsero il penultimo piano senza difficoltà. Si fermarono a riposare in questo modo Yaris ebbe il tempo di riflettere, qualcuno aveva trovato il modo di liberargli il passaggio, immaginava chi poteva averlo fatto ma non osava formulare il pensiero, non poteva essere lei, lei doveva essere in orbita con il suo Tardis, ma perché non lo chiamava per una conferma? In quel momento il telefonino che aveva in tasca suono, e il nome di Luce apparve sul piccolo schermo.

Luce aveva già raggiunto la stanza della breccia, e aveva anche controllato l’ampiezza varco, si bastava proprio un niente per far collassare i due mondi. Guardò le due leve che attivano il meccanismo d’apertura, comprese che forse lei era l’unica ad aprire e chiudere definitivamente la breccia. Uscì dalla stanza fermandosi nel corridoio appoggiò la mano sulla ringhiera che impediva di cadere sul pianerottolo di sotto sorrise quando vide Yaris e il suo gruppo arrivare, continuando a sorridere estrasse il telefonino e lo chiamò, lui rispose dopo due squilli.

«Pronto, sei in posizione?», le domandò lui.

«Se ti riferisci al Tardis, si è imposizione».

«Bene, allora adesso vado nella stanza e chiudo la breccia definitivamente».

«Hai bisogno d’aiuto, non poi farcela da solo».

«Posso farcela, so rischioso ma posso farcela».

«Potrei aiutarti io, sono l’unica che non è passata per il vuoto, e prima di chiudere la breccia devi mettere in sicurezza le persone che sono con te».

«Sì, ma a questo avevo già pensato, e per quanto riguarda che tu possa aiutarmi, mi sembra improbabile, perché sei in orbita:».

«Oh be, il Tardis è in orbita, io veramente ti sto guardando».

«Guardando?», le domandò lui girando la testa di qua e di la.

«Sono nel corridoio sopra di te».

Yaris si girò di scattò e, quando la vide sul suo volto, apparve il più radioso dei sorrisi. Dimenticò per un attimo tutto il resto e, cominciò a correre sull’ultima rampa di scale facendo quattro gradini alla volta, fermandosi un istante ad ammirala, poi fece gli ultimi passi per raggiungerla. La afferrò per la vita sollevandola e facendola roteare, quando si fermò e la depositò a terra si chinò per baciarla, fu un bacio carico di passione, da togliere il fiato a entrambi. In quel preciso momento Catrin sentì le lacrime solcargli il volto, Sabine aveva cercato di avvertirla, e anche lui aveva cercato di dirglielo, fece un respiro profondo asciugandosi le lacrime quando lo vide tornare verso di lei.

Quando il bacio finì, rimasero a guardarsi un istante poi lui sussurrò:

«Ho aspettato questo momento così allungo, che adesso non so cosa dire».

«Be’ io direi che il tuo gesto è più che eloquente, Yaris».

«Come sai? Certo tuo nonno, nessuno mi chiama con il mio nome».

«Io sì, mi piace».

«Dobbiamo parlare di così tante cose che…».

«Non ne abbiamo il tempo».

«Già, buffo vero? Due signori del tempo che non hanno tempo».

«Già. Yaris che cosa pensi di fare con loro».

«Li rimanderò nella loro realtà».

«Anche Catrin?».

«Sì, non ho scelta, nell’altro mondo può sopravvivere».

«Capisco, vorrà restare ad aiutarti, anche se le hai appena spezzato il cuore».

«Lei ha sempre saputo che i miei cuori ti appartengono, cosa volevi dirmi  prima?».

Luce sorrise, si nascose dietro la colona e gli fece cenno di avvicinarsi, non disse nulla in realtà, lo tirò a se lo baciò, poi gli sussurrò:

«Ti aspetto nella stanza della breccia».

Yaris tornò dal gruppo fece un respiro profondo e disse loro:

«Dovete tornare nella tua realtà Frensis».

«Sì, non ci rivedremo più dottore lo sai?».

«Lo so porta con te anche Catrin e sua madre».

«Io voglio restare con te», protestò la ragazza, «Avrai bisogno di me non puoi muovere tutte e due le leve contemporaneamente».

«Catrin, non sarò solo, io voglio che tu ti metta al sicuro, ti voglio troppo bene per rischiare che tu finisca nel vuoto con i Darek e gli uomini robot».

«Mi vuoi troppo bene, ma ami un’altra».

«Catrin, non è il momento di questo. Frensis portala via».

«Non ci rivedremo mai più lo capisci?», disse Catrin.

«Sono un signore del tempo, l’ultimo, e sono abituato a stare da solo».

«Ma ora c’è lei».

Il signore del tempo rimase in silenzio e una lacrima gli scivolò sul volto, Frensis si avvicinò alla ragazza e la portò via.

Il signore del tempo afferrò le ventose cardasiane ed entrò nella stanza della breccia, guardò la ragazza che stava digitando l’ultimo codice, lei si limitò ad annuire, lui sistemò le ventose, Luce gli disse:

«Siamo pronti, dovrai essere svelto a prendere la ventosa».

«Si», si avvicinarono e la baciò, «Apriamo e chiudiamo la breccia». Si avvicinarono alle leve e spinsero nella direzione opposta alla loro, la breccia si aprì, al posto del muro bianco apparve una specie di buco nero, che cominciò a ingoiare uomini robot e Derek. Yaris riuscì ad afferrare la ventosa mentre veniva trascinato verso il buco, gli ci volle tutte le sue forze per tenersi aggrappato ma alla fine quando il varco si chiuse lui era ancora al suo posto. La stanza era devastata ma era poca cosa rispetto il rischio che aveva corso, ora Yaris e Luce erano appoggiati ai due tavoli dove prima lavoravano gli informatici, nessuno dei due parlava, poi lui senza parlare allungò la mano verso di lei, Luce l’afferrò e lui l’attirò a se. Si guardarono un momento, le sfiorò di nuovo le labbra, poi ridendo disse : «Ho novecento anni e mi sento come un ragazzino che si innamora la prima volta».

«Novecento? Non l’avrei mai detto», rispose lei sorridendo.

«Già, inoltre dall’ultima volta che ci siamo visti ho cambiato aspetto, eppure a te non sembra che la cosa ti turbi».

«Ti sei rigenerato, ma se ti guardo negli occhi vedo ciò che vidi quella sera. Un’anima tormentata ma allo stesso tempo meravigliosa. E poi anch’io sono cambiata dall’ultima volta che ci siamo visti».

«Già, ora anche tu sei una signora del tempo, ma non riesco a capire come sia possibile».

«Il nonno, ha salvato il genoma dei signori del tempo, in mio padre, che me l’ha trasmesso, volendo anche i miei fratelli potevano diventare dei signori del tempo, ma il nonno ha scelto me».

«Incredibile, mi ricordo che Ronald non era molto bravo in genetica, è riuscito a sorprendermi anche dopo morto», Luce si limitò a sorridere. «Cero al funerale di tuo nonno, e volevo anche chiamarti».

«Sì, ti ho sentito, perché non mi hai chiamato».

«Perché ti ho visto con tua figlia, e ho pensato che ti eri dimenticata di me».

«Mia figlia?».

«Una bimba sui tre anni, ora ne avrà cinque».

«Linda, tu parli di Linda, ma lei non è mia figlia è mia nipote».

«Voi dire che non stiamo viaggiando insieme, per uno stupido equivoco?».

«Forse, anche se quel giorno se tu mi avessi chiamato, sarei partita con te, ma ora mi rendo conto che sarebbe stato uno sbaglio, perché non ero ancora pronta, e non sapevo ancora nulla dei signori del tempo».

«Be’ adesso sei una signora del tempo, e noi possiamo partire insieme», Luce lo guardò ma non disse nulla e lui aggiunse: «No non è ancora il momento giusto».

«Già, sai meglio di me che ogni evento deve accadere nel suo tempo, però ora so che noi ci incontreremo molto presto, e potremmo parlare ancora».

«Lo hai visto?».

«Sì».

«Tuo nonno aveva il potere di vedere il futuro, ma non c’è servito a molto, siamo stati costretti lo stesso ad aprire il vortice del tempo. Tua nonna aveva capacità telepatiche ».

«Sì, credo di averle sempre avute, ma erano deboli, ora invece sono sviluppate al cento per cento».

«Capisco».

«Yaris, io devo tornare sul Tardis, e tu devi dire addio come si deve a Catrin».

«Lo già fatto».

«In quel modo? Si merita di più che un silenzio. Nel sistema solare Xiserio sta per bruciare una stella nana, usa la sua energia per comunicare con lei, e non nasconderle i tuoi sentimenti».

«Che cosa pensi di fare di questo posto?», domandò lui cambiando discorso.

«Uomini, proprio tutti uguali, che siano terrestri o signori del tempo, quando si parlano dei loro sentimenti cambiano sempre discorso», disse lei ridendo, lui rispose con un sorriso, ma poi lei riprese, «Per rispondere alla tua domanda non lo so ancora. Quando Jemes mi ha detto che lo aveva comprato, e cosa conteneva, avevo pensato di renderlo un appoggio per noi due, ed è andato tutto bene finché io me ne sono occupata, ma, appena ho girato le spalle. Be’ il risultato lo sai».

«Capisco, ci vorrebbe qualcuno di cui fidarsi come di noi stessi».

«Già, il problema che in famiglia la scienziata sono io».

«E viaggiando non puoi occupartene».

«Già, be’ vorrà dire che resterà chiuso per restauri». Ci fu un momento di silenzio, poi Luce disse: «Adesso devo proprio tornare sul Tardis, e tu devi salutare come si deve Catrin». Lei si allontanò ma lui stringendole ancora la mono le sussurro:

«Grazie».

«Per cosa?».

«Per avermi aiutato».

«È stato un vero piacere», poi aggiunse, «Grazie per i sonetti di Shakespeare».

«Sapevo che ti sarebbero piaciuti, c’è una cosa che volevo chiederti».

«Cosa?».

«Come hai fatto a entrare nel Tardis l’anno scorso?».

«Con precisione ancora non lo capito, appena lo scopro te lo rivelo», poi accarezzandogli il viso dolcemente gli sussurrò sulle labbra, <

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Luce scomparve nel solito piccolo vortice, Yaris rimase perplesso, Luce usava il teletrasporto, ma quando analizzò il pulviscolo lasciato in sospensione dalla spirale, sussurrò.

«Tardis, ma».

Ecco un’altra cosa che Luce doveva spiegargli, ricordò cosa la ragazza le aveva detto sulla stella nana e decise di seguire il suo consiglio e segui anche il suggerimento di essere più sincero possibile con Catrin, e anche se dolorosamente per lei fu difficile dirgli addio fu rincuorata nel sapere che in fondo ai cuori del signore del tempo lei era rinchiusa.

Qui tutte le puntate.



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