La signora del tempo (9) / Luce e la macchina del tempo

La signora del tempo (9) / Luce e la macchina del tempo

Fiaba pubblicata da: marzia.o

Qui tutte le puntate.

Era la vigilia di Natale, Luce per far contenta Linda, che l’aveva pregata in tutti modi di restare a festeggiare il Natale con lei e la famiglia, si era presa una pausa dai viaggi nel tempo e nello spazio. Luce si era appena cambiata, un corto vestito bianco, che risaltava la sua elegante figura, si era messa una rosa rossa fra i capelli.

Luce stava ancora guardando la sua immagine riflessa, quando il piccolo vortice che la trasportava da un luogo al altro, la avvolse, quando il vortice si fermò Luce, si trovò in una stanza che non era la sua.

Perplessa e confusa si guardò attorno, guardò le due donne che erano nella stanza, poi abbasso lo sguardo sull’uomo che giaceva sul letto. Le bastò uno sguardo per capire chi era, certo l’ultima volta che lo aveva visto, non aveva quell’aspetto, improvvisamente si rese conto che c’era qualcosa che non andava, accarezzò delicatamente il volto dell’uomo, bruciava dalla febbre, si girò verso la donna più giovane gli domandò cosa fosse successo, la ragazza le spiegò cosa era accaduto. La ragazza non riusciva a capire chi fosse quella bellissima donna che a quanto pareva, conosceva l’uomo che lei chiamava il dottore, quando cercò di saperne di più la donna, si limitò a dirle che era colei che avrebbe viaggiato con lui per sempre.

Luce ripete la sua domanda, la ragazza cercò di spiegarle la situazione. Luce le disse di preparare del the, le disse anche che in altre circostanze si sarebbe fermata ad aiutarla, ma non poteva rimanere l’equilibrio degli eventi doveva rimanere in tatto. Si chinò sull’uomo e gli sussurrò “Yaris, non dimenticare la promessa che ti ho fatto, noi viaggeremo insieme e il nostro viaggio sarà senza fine”, portò la mano al medaglione, ma prima che lei attivasse il meccanismo, si sentì sollevare e si ritrovò in una stanza piena di quadri.

La stanza all’inizio era buia, poi s’illumino, Luce si guardò attorno, vide la porta e cercò d’aprirla, ma la porta era chiusa, la sua mente percepì una parola “guarda”.

Luce si girò e vede il suo ritratto, guardò gli altri quadri, riconobbe i vari sistemi solari e le stelle, in quella stanza il signore del tempo aveva rinchiuso la loro promessa.

Luce trovò un pezzetto di pergamena, con la penna sonica scrisse la frase, che aveva sussurrato al dottore, ma la scrisse nell’antica lingua dei signori del tempo, l’appoggio sul quadro che la ritraeva e vi lasciò anche la rosa che aveva fra i capelli, appena sistemato biglietto e fiore, il vortice la avvolse e poco dopo si ritrovò nella sua stanza. Luce nel periodo natalizio riuscì a terminare il generatore a energia quantistica, la macchina del tempo fu libera.

Linda aveva partecipato alla sostituzione, lei aveva accesso il generatore, quando Luce aveva tolto i fili elettrici che collegavano la M. T. alla centralina, ora lei e la zia erano sedute su una delle panchine e stavano guardando la macchina Linda avrebbe voluto chiedere che cosa avrebbero fatto ora, ma la zia le domandò:

«Quand’è che torni a scuola?».

«Fra sei giorni».

«Mmmh, la proviamo?».

«Sì, dai».

«Prima andiamo di sopra a prendere po’ di cose per te, comincia a salire, io vado a recuperare la mia giacca, la lasciata dentro la macchina del tempo». La bambina annui, vide la zia entrare nella M. T. e afferrare la giacca, ma proprio mentre stava per uscire la porta, si chiuse da sola, Linda chiamò la zia disperata, ma non ottenne risposta, pochi istanti dopo la macchina del tempo scomparve portandosi via con sé Luce.

Luce entrò nella M. T. afferrò la giacca e si girò per uscire, ma la porta si chiuse da sola Luce esclamò: «Ehi ma che scherzo è mai questo?».

Come risposta la sfera d’energia all’interno del cilindro cominciò a girare più velocemente, provocando uno scossone, Luce per non cadere si appoggiò a una parete, poi con uno sforzo si avvicinò a uno dei quadri di comando, in quel momento dentro la sua mente sentì una voce, sul momento non capì da dove venisse, ma presto si rese conto che era la macchina del tempo.

La macchina del tempo aveva aspettato sessantenni prima di essere finalmente libera, ora che l’era voleva far capire a chi l’aveva liberata cosa aveva provato in quei lunghi anni. Quando Luce era entrata al suo interno, aveva chiuso la porta ed era partita, non per una meta precisa, ma solo per comunicare con la ragazza.

Luce si alzò in piedi, vide una piccola sfera d’energia venirle incontro, si preparò all’impatto, ma non ci fu nessun urto, la piccola palla cominciò a girarle intorno avvolgendola in una luce bianca, qualche minuto dopo le lacrime solcò il volto di Luce. La macchina del tempo le raccontò com’era nata.

Ogni macchina del tempo era allevata all’interno di un’ampolla piena d’energia, l’energia era in realtà il vortice del tempo.

Solo i signori del tempo potevano imprigionare il vortice e rinchiuderne una parte al loro interno, il suo vero nome era Tardis, in altre parole, tempo e relatività dimensione nello spazio, ma a lei piaceva anche l’abbreviazione che la ragazza le aveva a dato, M. T. raccontò inoltre come nasceva il legame tra la macchina del tempo e uno dei signori delle epoche, non importava che fossero uomini o donne.

Una volta che i bambini nascevano una cellula del loro DNA, era lasciata cadere nell’ampolla dove si trovavano le macchine del tempo, avvolte, però il DNA non era assorbito, perciò poteva capitare che i Tardis scegliessero un pilota per una finita mentale, ciò che stava accadendo in quel momento fra loro.

La macchina del tempo raccontò a Luce dell’ultima grande guerra del tempo, di come aveva visto assorbire i suoi fratelli e i loro piloti dal vortice del tempo, di non esserci caduta anche lei solo per l’abilità del suo pilota. Raccontò i viaggi nel tempo assieme all’altra M. T. sopravissuta al conflitto, e in fine la grande sofferenza della solitudine in quei lunghi anni, viva solo per metà, diventata una specie di generatore per dare corrente a una casa.

Desiderando di spegnersi per sempre, poi ecco la speranza, quando Luce finalmente le aveva ridato la parte di vita che le mancava, e ora era libera e avrebbe ripreso i suoi viaggi nel tempo e nello spazio, insieme a un nuovo pilota, e si sarebbe modificata per lei. Luce piangeva in silenzio, il Tardis per spiegarle ogni cosa non aveva solo usato le parole, ma anche delle immagini, ed era stato terribile vedere la distruzione di civiltà così antiche, e inoltre aveva sofferto quando le aveva parlato della sua solitudine.

Luce conosceva la solitudine, una bambina troppo sveglia e troppo intelligente per frequentare scuole pubbliche, soltanto quando ormai adulta aveva cominciato a frequentare le università aperte alla maggioranza dei ragazzi della sua età, ma aveva dovuto nascondere la sua grande capacità di vedere il futuro, e anche la telepatia poco sviluppata prima di diventare una signora del tempo, ma che ora era fin troppo evoluta.

Solo la telepatia le stava permettendo di sentire e di vedere ciò che la M. T. le stava trasmettendo. Il dialogo tra lei e la macchina del tempo continuò ancora per un po’, poi la luce bianca che avvolgeva Luce scomparve, poco dopo la ragazza sentì il Tardis posarsi, andò alla porta e la aprì, era nella caverna sotto casa sua.

Luce si chiese se l’avesse mai lasciata, poco importava, ora lei aveva la conoscenza della macchina delle epoche e sui signori tempo.

Qui tutte le puntate.



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