La gabbiana e la tartaruga
Fiaba pubblicata da: eri
Un giorno una graziosa gabbiana, volando sopra l’oceano, si imbatté in una scena che la sconcertò: centinaia di tartarughine appena nate arrancavano faticosamente sulla spiaggia nel disperato tentativo di raggiungere il mare.
Per molte di loro la tanto agognata distesa azzurrina non restava che un miraggio, mentre la loro folle corsa terminava negli artigli di affamati uccelli predatori. Quando, in seguito, la nostra gabbiana venne a sapere che le tartarughe erano solite abbandonare le loro uova sulla spiaggia, totalmente ignare della sorte dei loro piccoli, restò veramente indignata.
Lei, che aveva pazientemente covato le sue uova e accudito i piccoli con tanto amore, fino a che non erano stati in grado di volare da soli fuori dal nido, non riusciva a capacitarsi di come una madre potesse essere tanto irresponsabile.
Tempo dopo, nei suoi peregrinaggi alla ricerca di qualcosa da mettere sotto il becco, incontrò una tartaruga adulta, che, adagiata su una roccia, abbrustoliva la corazza al sole.
Ostentando un’aria indifferente, le si avvicinò e la guardò di sottecchi: era così rilassata, come se nulla al mondo potesse turbarla.
E allora non resistette e formulò la domanda che tanto le bruciava in gola: “Voi tartarughe siete veramente fuori di testa! Come potete abbandonare tanti piccolini al loro destino, costretti sin dalla nascita a misurarsi con le avversità della vita?” esclamò pensando per contrasto al calduccio del suo nido e facendo sussultare la grande tartaruga che non era mai stata richiamata in vita sua da una gabbiana.
” Veramente” rispose, dopo essersi ricomposta “io ho sempre pensato che ad essere fuori di testa siate voi uccelli, se permetti. I nostri figli, al contrario dei vostri, imparano subito a conoscere il mondo e sanno badare a se stessi. Soltanto i più forti, i più valorosi raggiungono il mare e così siamo certi che saranno più che degni di sosituirci un giorno, quando noi non ci saremo più. Non mettiamo al mondo mollaccioni noi! Non hanno bisogno di una mamma che li imbocchi per farsi strada nella vita”.
Detto ciò, la tartaruga, un poco infastidita da tanta arroganza, ritirò la testa nella sua corazza e non parlò più.
La gabbiana la fissò sconcertata per parecchi secondi, pensando tra sé e sé che era stata veramente fortunata a non nascere tartaruga, e poi se ne volò via.
La tartaruga ritirò fuori la testolina e la guarda scomparire nel cielo azzurro, e poi si immerse nuovamente nel mare, ed ognuna restò con le sue perplessità ed il suo scetticismo verso i metodi dell’altra e con la certezza che i propri fossero migliori.