biancaneve-cammello

Biancaneve e il cammello

Fiaba pubblicata da: Giabea Loste

Vi racconto ora la favola di Biancaneve e i sette nani a modo mio,
cercando di ricordarla come me la raccontava mio zio.

Perdonatemi se , per fare prima,
ho dimenticato qualche rima.

C’erano sette nani in mezzo al bosco
il cui nome non conosco.

Lavoravano in miniera dal mattino alla sera e
andavano a nanna dopo la preghiera.

Facevano una vita così così,
finché qualcosa accadde un bel dì.

Trovarono nel bosco una mora,
non un frutto, ma una bella signora .

Aveva la pelle liscia e candida e modi gentili mai visti sinora,
tanto che di lei si innamorarono in meno di un ‘ora.

Ognuno di loro aspettava il suo turno per una carezza
da quella creatura di così rara bellezza.

Anche gli animali che passavano di lì rimanevano incantati
con la bocca aperta e talmente fermi che sembravano incatenati.

In poco tempo tutti ne parlarono e le voci finirono anche fuori del bosco
e informata ne fu anche la cattiva regina da un tipo un po’ losco.

La regina gelosa della bella rivale, che a tutti piace
non si dava ormai più pace.

Decise così di volere il suo cuore
e diede l’incarico ad un guardiacaccia che accettò di malumore.

Ma l’uomo non ebbe il coraggio
di commettere un tale oltraggio e non volendo alla bella far del male
alla strega portò il cuore di un animale.

La strega giuliva interrogò lo specchio su chi fosse allora la più bella del reame
ma quello gli svelò la verità facendola infuriare così tanto
che nessuno riusciva a fermare il suo pianto.

Pianse tanto e si arrabbiò parecchio
tanto che finì per rompere lo specchio.

Pensò quindi dunque di eliminare lei la rivale e di procurale un danno
escogitando un notevole inganno,
Si trasformò così in una vecchia malandata
e si recò nel bosco offrendole una pera avvelenata.

Ma Biancaneve gentilmente disse alla vecchia che la pera non le piaceva
e se per caso non avesse una mela.

La vecchia la mela non ce l’aveva
e insistette che mangiasse la pera.

“Mangia, mangia la pera che ti fa bene” le diceva
e con insistenza allungando le mani gliela porgeva.

Ma Biancaneve la respinse energica
e si inventò che alla pera era allergica.

La vecchia era decisa ormai a giocarsi il tutto per tutto
e così le promise che sarebbe tornata l’indomani col benedetto frutto.

Biancaneve, pur di togliersela dai piedi le disse che le avrebbe aspettata il giorno dopo
e che avrebbe mangiato la mela volentieri mordendola a poco a poco.

E così avvenne il giorno dopo,
la strega si presentò e cominciò di nuovo la tiritera:
“mangia ‘sta mela, mangia ‘sta mela…”
Biancaneve temendo che andasse avanti fino a sera
sfinita dalle suppliche la mela addentò
ma era talmente stanca che poco dopo si addormentò.

La regina cattiva, pensando fosse l’effetto del veleno
scoppiò di felicità in un battibaleno
e di saltello in saltello
tornò contenta al castello.

Ma di magia non era proprio esperta e la pozione che preparò con tanto vigore
non conteneva veleno ma della camomilla il soporifero fiore.

Biancaneve non era avvelenata , ma sprofondata nel sonno dormiva beata.

Di li a poco, con una bianca penna nel cappello,
passò per il bosco un principe a dorso del suo cammello.

Appena vide la bella Biancaneve stesa sul prato
pensando stesse male prese il cellulare e chiamò l’ambulanza tutto d’un fiato.

“Correte correte , c’e’ una bella fanciulla che sta male”
disse, ma presto di accorse che in mezzo al bosco non c’era campo e che a niente serviva il cellulare.

Diede quindi un calcio all’apparecchio che andò a colpire Biancaneve ad un orecchio.

La bella si svegliò di soprassalto
spaventando il cammello che fece volare il principe proprio tanto, ma tanto il alto.

Quando cadde per terra fece un botto così forte
che per un anno le piante intorno crebbero tutte storte.

Biancaneve allora si stese al suo fianco e appoggiò con amore
l’orecchio, che non gli faceva, male al suo cuore.

Tirò un respiro di sollievo, sentendo che batteva ancora ,seppur lieve,
quando il cammello le si avvicinò e gli leccò un piede.

Per lo spavento cacciò un grido tutto d’un fiato che si rizzò tutta l’erba del prato.

Anche il principe si svegliò di botto vedendo il cammello scappare al trotto.

Temendo di perdere il suo mezzo di locomozione
si affrettò a passare all’azione.

Vedendo svanire l’unico principe che aveva trovato
Biancaneve decise di rincorrerlo tutto d’un fiato,
pensando che se anche aveva un brutto cammello al posto di un bel cavallo
poteva andar bene anche quello.

E cosi se ne andò dal bosco in groppa al cammello
con il principe con la piuma bianca sul cappello
in barba ai sette nani e alla loro miniera
che sembrava non avessero da far altro che lavorare dalla mattina alla sera.



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