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Il signor PoiPoiPoi

Fiaba pubblicata da: Alessandro Gioia

Il signor POIPOIPOI indossava una giacca a vento e uno sciapò a cilindro, un mezzo frac e un orologio al polso che faceva “cucù”.

Era dipinto di un color verde ricamato.

“COSA VUOI, E’ LA SPERANZA!”

Urlava così, ed era convincente. Prometteva persino i denti, ma Poi poi poi. 

Infatti quando era gelataio, prima il cono e dopo tanti anni la pallina, a che gusto poco importa, fosse anche mezza vaniglia.

Quando decise di vender scarpe, prima una e dopo l’altra, anche se il piede era cresciuto.

Così si vedevano, ed era divertente se non fosse tragico, tanti speranzosi saltellare. ” La speranza ci fa vivere in un mondo magico!” dicevano allegri, ma senza zoppicare. 

E quando decise di fare il cuoco, un qualcosa di straordinario: prima il sugo, e dopo forse gli spaghetti, vuoi la pizza, la mozzarella ora, il basilico, non si sa, la fetta intera dopo quattro ore.

Prima le olive e dopo il baccalà “E perché non è ancora qui, è uscito, ma verrà!” diceva.

E tutti gli credevano, il suo ristorante era sempre pieno perché il menù di chi spera e come un bicchiere mezzo pieno.

Ed è giusto, tanto gli volevan bene che divenne primo mago.

Così POIPOIPOI, regna ancora nel paese di MAIMAIMAI ancora oggi.

Il menù è sempre lo stesso, ci son bambini che attendendo il formaggino in mensa son diventati grandi, loro sì che hanno pazienza.

Hanno passato a loro volta quel formaggino ai loro figli, e il panino, se va bene, lo avranno, quando quei bambini saranno nonni.

E quando ci si rivolgeva a POIPOIPOI, ” CUCU’, CUCU’, CUCU'” la sua risposta, allora, adesso, e POIPOIPOI.



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