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Lola la gondola

Fiaba pubblicata da: Nonna Giuly

Quella mattina, mentre scivolava lentamente nell’acqua dei canali di Venezia, Lola la gondola ripensava alla sua vita.

Quella sarebbe stata l’ultima volta che navigava per Venezia portando a spasso il suo padrone Bepi e sua moglie la dolce Ninetta.

L’aria era dolce e il cielo terso si rispecchiava nelle acque calme dei canali mentre i due figli di Bepi e Ninetta si davano il cambio nel vogare lentamente come aveva insegnato loro il padre, senza fretta, perché chi aveva fretta di spostarsi per Venezia prendeva i traghetti, come diceva sempre Bepi.

Lola non era triste; come per Bepi anche per lei era arrivato il momento di andare in pensione, non perché fossero vecchi, ma dopo anni di lavoro era giusto riposare e, forse, vivere dei propri ricordi, gustandone la bellezza senza stupidi rimpianti.

Lola ricordava la sua prima passeggiata per Venezia insieme a Bepi, allora un giovane di ventidue anni, che era felice di avere finalmente una gondola tutta sua.

Lola rammentava ancora l’incontro tra Bepi e Ninetta; i due giovani si erano guardati a lungo senza parlare, poi lei era salita timidamente sulla gondola mormorando l’indirizzo della scuola dove andava.

Così, dall’allora in poi, ogni mattina il Bepi faceva finta di capitare per caso dove era Ninetta e la conduceva, remando lentamente a scuola.

Finalmente una mattina di primavera il Bepi prese coraggio e chiese a Ninetta:

– Posso portarti a fare un giro in gondola oggi pomeriggio? –

Ninetta sorrise annuendo con il capo e da quel giorno non si lasciarono più. A quel ricordo Lola si commosse, ma si sa le gondole non versano lacrime.

Fu così, che qualche tempo dopo, il Bepi addobbò la Lola con tante rose e cuscini rosa, quindi andò a prendere Ninetta e le chiese di sposarlo. Il sorriso e la felicità sul volto della sua Ninetta fece venire in mente al Bepi l’idea di trasformare la sua gondola da semplice mezzo di trasporto in una gondola da “cerimonia”.

Ogni volta che al Bepi veniva prenotata una passeggiata in gondola, lui s’informava per quale avvenimento e quindi addobbava la sua Lola per l’evento.

La gondola Lola ricordava benissimo quando, per festeggiare i venticinque anni di matrimonio il Bepi l’aveva riempita di fiori, cuscini e drappi argentati; o quando per i cinquant’ anni era tutta un tripudio di colore d’oro; oramai tutti a Venezia sapevano di Lola e gli altri gondolieri quando la vedevano passare smettevano di remare e la lasciavano passare , così che tutti potessero ammirarla.

Lola era grata al Bepi e sapeva che tra lei e il suo gondoliere c’era un rapporto d’intesa reciproca, lei non beccheggiava e lui remava lentamente così da farla scivolare sull’acqua dei canali.

Mentre scivolava sull’acqua dei canali di Venezia, Lola ripensava a quanto d’importante era accaduto nella sua vita; ricordava quando era stata prenotata per portare una bimba il giorno della sua Prima Comunione.

Il Bepi l’aveva addobbata con cuscini di fiori celesti e la bimba, vestita di bianco sembrava anche lei un dolce fiore, Lola rammentava che, nello scendere, la bambina le aveva fatto, con la manina guantata, una carezza e le aveva sussurrato : – Bella –

Il ricordo più bello di Lola era però legato ad un episodio particolare: quello di essere stata scelta per far parte del corteo di gondole che dovevano scortare il Bucintoro, la famosa gondola che ospitava il doge per la festa del matrimonio di Venezia con il Mare.

Il Bepi, per quella festa, aveva addobbato la sua Lola con drappi dorati e argentati e aveva messo dei cesti pieni di garofani dipinti d’oro e d’argento così da sembrare pieni di monete e di tesori.

La Lola era così bella che i gondolieri avevano deciso di metterla in prima fila a guidare il corteo che seguiva il Bucintoro. Lola rammentava ancora i tanti applausi che aveva ricevuto al suo passaggio.

Certo quei tempi non sarebbero più tornati, ma averli vissuti le faceva capire quanto era stata importante e bella la sua vita; così pensava la Lola mentre scivolava silenziosa per i canali di Venezia; ora era il tempo di lasciare, ai figli del Bepi ed alle loro due nuove gondole, continuare il lavoro del padre.

I due figli avevano deciso di continuare l’opera del padre infatti ambedue avevano munito le loro gondole di un impianto hi-fi in modo che, su richiesta e a volume soffuso, potevano mettere le musiche preferite da chi prenotava la gondola. Ovviamente avevano proibito l’uso di cuffie e cellulari, tra l’altro non era possibile ballare, nemmeno i lenti; in gondola era permesso baciarsi e parlare d’amore.

A chi chiedeva al Bepi da dove veniva tutto l’amore che si percepiva sulla sua gondola, lui rispondeva:

– Non dipende da me, ma dalla Lola, dal mare e da Venezia . –



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