Il serpente superbo
Fiaba pubblicata da: Alessio Sgrò
C’era una volta un serpente che credeva di essere la serpe più vorace della foresta, e per dimostrarlo divorava tutto quello che gli capitava vicino, dai piccoli uccelli, ai grandi mammiferi, addirittura si vantava di aver ingoiato un bufalo intero, fin quando girò la voce di un altro che era riuscito a ingerire un elefante adulto.
«Non ci posso credere, ma quanto era grande» chiese con vivo stupore il serpente a un suo amico.
«Dicono che fosse grande quanto quattro bufali, e che per ingoiarlo tutto avesse impiegato un mese» gli rispose l’amico.
«Sì ma le zanne? Io ho mangiato il bufalo con tutte le corna, ti ricordi vero?».
«Ah questo non lo so, io non c’ero…» disse l’amico con voce tremolante, con paura di contraddirlo e di dirgli che lui non aveva assistito all’impresa del bufalo.
«È vero tu sei sempre con me, come avresti mai potuto vederlo» disse il serpente, non afferrando il reale senso delle parole dell’amico «Comunque sia riuscirò a fare di meglio, passerò alla storia per un’azione che mai un animale ha compiuto», pronunciò con orgoglio e sicurezza dei propri mezzi.
«Dici davvero, ma non esiste al mondo un animale più grande di un elefante».
«È vero, ma non ho detto questo, vedrai ti stupirò».
Incredulo l’amico segui il serpente, curioso di scoprire quale sarebbe stata la sua nuova prodezza, quando videro un riccio che si stava abbeverando in un fiume.
«Eccolo lì, colui che mi farà entrare nella storia» pronunciò con ardore il serpente.
«Ma sei pazzo, lo sai benissimo che quegli aculei sono veri, ti bucheranno tutto lo stomaco», rispose l’amico.
«Zitto tu, smidollato che non sei altro, non sai cos’è essere un ardito, il coraggio non mi è mai mancato, e anche questa impresa non mi spaventa». E così il serpente si appostò dietro un cespuglio per acciuffare il riccio, il quale non appena lo vide per la paura si chiuse in sé stesso formando una palla di spine; il serpente però non si tirò indietro e lo divorò in un sol boccone.
«Hai visto, è stato più facile del previsto, ora puoi raccontarlo a tutti, sai che ti dico, i ricci non li mangia nessuno perché sono salati, altro che spine, mi ha fatto venire una sete» e si appresto a dissetarsi, bevve e bevve ancora, la sua sete non trovava fine «credo che mi berrò tutto il fiume» ridendo disse il serpente guardando il suo amico.
«Non credo che ti basterà, perdi acqua come un colabrodo» gli rispose l’altro, infatti gli aculei del riccio avevano perforato la pelle del serpente e l’acqua gli zampillava fuori come fosse una fontana.
«Bravo sei veramente riuscito nel tuo intento, ora si che passerai alla storia, come l’unico fontanile vivente» ma il serpente non lo ascoltava impegnato come era a bere per colmare la sua sete.