Gillo Talpa e gli occhi di riserva // Audio fiaba
Fiaba pubblicata da: CulturAbile
L’audio fiaba è realizzata dall’Associazione CulturAbile, scritta e letta da Loredana Simonetti.
Lungo il sentiero che costeggia il Rio delle Cicale, Gillo Talpa, seduto sul tronco di una quercia secolare, ormai a riposo, tiene compagnia ai suoi pensieri, assaporando il clima mite degli ultimi giorni di primavera.
Le zampe poggiano su un piccolo bastone, che fa ciondolare un po’ a destra e un po’ a sinistra, con cadenza regolare, come se accompagnasse un motivo musicale; il pelo, color castano, è opaco ma, nonostante abbia perso la sua lucentezza, è morbido e ordinato. Gillo, nella sua assoluta cecità, ha un aspetto sereno.
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L’audio fiaba
Il testo completo
Lungo il sentiero che costeggia il Rio delle Cicale, Gillo Talpa, seduto sul tronco di una quercia secolare, ormai a riposo, tiene compagnia ai suoi pensieri, assaporando il clima mite degli ultimi giorni di primavera.
Le zampe poggiano su un piccolo bastone, che fa ciondolare un po’ a destra e un po’ a sinistra, con cadenza regolare, come se accompagnasse un motivo musicale; il pelo, color castano, è opaco ma, nonostante abbia perso la sua lucentezza, è morbido e ordinato. Gillo, nella sua assoluta cecità, ha un aspetto sereno.
Durante l’anno scolastico, il silenzio del Rio delle Cicale veniva vivacemente interrotto dal passaggio dei coniglietti che andavano a scuola; si sentiva in lontananza il brusio degli scolari che, pedalando sulle piccole bici, scorrevano il sentiero tra risatine e chiacchiericci e man mano che si avvicinavano, Gillo ne misurava la distanza.
“Buongiorno Gillo”, “Ciao Gillo, beato te che non vai a scuola!”, “Ehi Gillo, come stai?”, e continuavano la loro corsa, per non fare tardi a scuola. Gillo sorrideva: “Ciao ragazzi! Fate i bravi, mi raccomando!”. La veloce pedalata si allontanava portando con sé le stridule e ridenti voci dei piccoli. Il saluto festoso dei coniglietti era l’inizio di una nuova giornata ed ora che sono finite le scuole, il mattino non ha più quel riferimento così preciso.
Una mattina, più calda del solito, Gillo avverte in lontananza un rumore metallico cadenzato, come quello di una bicicletta con la catena un po’ trascurata.
“Chi potrà essere?”- pensa Gillo mentre la bicicletta si avvicina sempre di più – “Ciao Gillo, sono Pallina Coniglietta” “Buongiorno piccola, come mai da queste parti? Non sei andata in vacanza come gli altri tuoi compagni di scuola?” “Ancora è presto; papà dice che ‘le ferie sono lontane’, però io mi diverto lo stesso: vado in bici, raccolgo i fiori per la mamma, leggo i miei libri, coloro…” E mentre racconta i suoi impegni giornalieri, tira su i calzini, che nella “corsa ciclistica”erano scesi.
Gillo ascolta con attenzione: “Sei brava Pallina; riesci ad organizzare il tempo libero con le cose che ti piace fare.
“Beh, non è una cosa difficile.”Poi, dopo una breve pausa come se volesse prendere coraggio, chiede a Gillo con delicatezza : “Gillo, come organizzi il tuo tempo libero?” “Esattamente come te, Pallina.” “Anche se non ci vedi?”, precisa timidamente Pallina.
“Beh, questi occhi ormai non si possono aggiustare, ma ne ho altri di riserva.”Pallina è stupita: “Davvero? E dove li nascondi?”Gillo , coinvolto in questo gioco iniziato per caso, decide di non deludere Pallina Coniglietta e di provare ad insegnarle a costruire “occhi di riserva”.
“Adesso facciamo un gioco, così scoprirai anche tu gli occhi di riserva.” “D’accordo”fa Pallina incuriosita, e intanto si siede di fronte a Gillo, aggiustandosi la gonnellina fiorita.
“Prova a chiudere gli occhi e prometti di non aprirli , “Promesso”risponde Pallina. “Ecco, si stanno aprendo gli occhi del naso.”azzarda Gillo, non sapendo dove sarebbe arrivato. “Ma io non vedo nulla “, dice Pallina manifestando un po’ di delusione.
“Gli ‘occhi del naso’ li devi far respirare: respira profondamente e dimmi cosa … vedi!”Pallina è poco convinta di questa cosa, ma per non deludere il suo amico, inizia a respirare.
“Allora… sento l’odore del glicine che cresce intorno alla quercia.” “Brava – esclama soddisfatto Gillo – e dimmi: com’è fatto questo glicine, ma non aprire gli occhi”.
Pallina respira ancora per vedere meglio con gli ‘occhi del naso’ : “E’ come una nuvola bianca e violetta che abbraccia il grande albero, per ripararsi dal caldo sotto la sua ombra fresca.”
“E’ davvero così?”- chiede Gillo, fingendo stupore – “e che cos’è che fa tutto questo caldo?” “Il sole nel cielo” – risponde pronta Pallina- “Tu lo sai com’è fatto il sole, Gillo?”
Il vecchio Talpone capisce che Pallina è entrata nel gioco con molta dedizione.
“I miei occhi speciali mi dicono che è più grande di un fuoco, ha un cuore brillante e galleggia in un mare grandissimo che, quando si arrabbia, schizza il sole per fargli i dispetti e gli getta addosso tante di quelle secchiate d’acqua, che arrivano fin sulla nostra testa ..” “E’ vero – dice lentamente Pallina, che inizia a credere al funzionamento degli occhi di riserva – “ecco perché piove ! ”
Gillo sorride senza farsi vedere: il gioco sta proseguendo meglio delle previsioni.
“Sei proprio brava, non mi aspettavo che avessi tanto intuito!”Pallina si sente gratificata dall’incoraggiamento di Gillo e azzarda una domanda molto precisa.
“Ma tu, Gillo, come fai a capire quando c’è il sole e quando il buio ?” “Sempre con gli occhi di riserva, piccolina” – risponde tranquillamente la talpa – gli occhi del naso ti fanno “vedere” il tepore del primo mattino.
All’alba i fiori si lavano il viso con la brina della notte e poi, si stendono al sole; asciugandosi, sprigionano un odore così intenso che, se stai dormendo, vieni svegliato da una carezza di profumi.
“Pallina Coniglietta insiste: “E il buio, come lo vedi ?” “Mi faccio aiutare dagli ‘occhi delle orecchie;’ – fa Gillo , aprendo altri ‘occhi di riserva’ – la sera, tutte le famiglie di uccellini, vanno a letto presto: solo i grilli, vagabondi e nottambuli, s’incontrano con gli amici e stanno svegli fino a tardi…” “Perché ? “, chiede incuriosita Pallina.
“Perché sono ragazzotti e a loro piace divertirsi.”, “Io, invece – fa Pallina un pochino dispiaciuta – è come se facessi parte della famiglia di uccellini: devo sempre andare a letto presto!” “Non è bello la mattina svegliarsi con il profumo dei fiori?” fa Gillo, per non distrarla dal gioco principale.
“Sì , è bellissimo; anzi, domani mattina non aprirò gli occhi, finché non ‘vedrò’ il profumo dei fiori, che si sono lavati il viso. Ti prometto che tornerò a trovarti per raccontartelo.” E con la certezza di avere un compito importante da svolgere, Pallina saluta Gillo e riprende la strada di casa.
La mattina dopo Pallina inforca la sua biciclettina, senza dimenticare il cappellino per ripararsi dal sole, e si avvia, il più veloce possibile, verso il Rio delle Cicale; è ansiosa di riferire a Gillo Talpa il piacevole risveglio del mattino.
“Gillo, Gillo! – grida in lontananza – ho ‘visto’ il profumo dei fiori!” “Buongiorno, piccola – fa Gillo, godendo della squillante voce della coniglietta – hai avuto un così buon risveglio?” “Veramente.. fingevo di dormire – fa Pallina col musetto birichino – ma sono stata ad occhi chiusi fino a quando non ho sentito i fiori… e la carezza della mamma.”
“Beh, hai proprio ragione è stato un bellissimo risveglio.”, risponde Gillo, cercandole il musetto per farle una carezza, e per sentire, sotto la zampa, la morbida faccina di Coniglietta.
Dopo un breve silenzio, Pallina riprende il discorso.
“Sono contenta di sapere di avere degli ‘occhi di riserva’, così avrò nuovi giochi da scoprire e da inventare”.
Gillo si compiace della riflessione di Pallina: tutto è iniziato per gioco e il gioco stesso ha portato a considerazioni importanti: con gli ‘occhi di riserva’ possono migliorare i momenti meno piacevoli della vita e, proprio per questo, ti aiutano a “vederci” più chiaro.
L’autrice
Di se stessa, dice….
Sono nata su di un foglio a quadretti.
È l’immagine più distante che ho della mia infanzia: un foglio a quadretti, piccole cornici sottili, grigio azzurro, regolari, tutti uguali e fratelli. Ogni quadretto poteva contenere una piccola cosa, un puntino, un fiore, un triangolino, ma soprattutto … ogni quadretto conteneva un numero.
La laurea in Matematica e il lavoro in banca, tra numeri e computer, però, non hanno mai messo a tacere il desiderio di scrivere.
Adoro comporre in dialetto romanesco, attraverso il quale affiora ironia, passionalità e drammaticità; le mie favole e filastrocche emergono dalla fantasia sollecitata dai miei due figli.
Oggi i bambini sono cresciuti, ma la passione dello scrivere miete successi e riconoscimenti. Sono presente in numerose raccolte e antologie e ho pubblicato “Filastrocca e… tutti a nanna” nel 2008, la favola “Sem il Semaforo” nel 2009 e “Bentornata filastrocca” nel 2011 con la casa editrice EdiGiò. Con Edizioni Creativa ho pubblicato nel 2009 la favola “Eleonora e il suo libro di favole”. Amo la lettura espressiva e vado alla ricerca di favole dimenticate leggendole con passione, per “CulturAbile”, il sito a favore dei disabili sensoriali.
Sono socia della “LUA”, Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e con la mia complice letteraria, AnnaMaria Calore, ho pubblicato per le Edizioni Montag la storia di “Fata Draga”; con lei realizzo progetti autobiografici nel territorio nazionale.
Come collaboratrice redazionale del circuito “Literary”, curo la rubrica “Un libro per amico” per la rivista online “La voce romana”, all’interno della quale suggerisco autori e libri che valgono la pena di essere letti e che sono in grado di suscitare emozione e stupore, senza limitare i confini tra adulti e ragazzi.