L'autore
losurdo21
NOTE SULL’AUTORErnrnAlessandro Biagini è nato e vive a Roma, dove ha conseguito il Diploma di Operatore Cinematografico e Televisivo, frequentando l’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione Roberto Rossellini. rnNel 1990 ha ottenuto l’iscrizione presso l’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Nel 1992 ha frequentato l’Istituto di Giornalismo e Comunicazione Audiovisiva specializzandosi in Metodologie e Cultura dell’Informazione.rnNel 1995 ha pubblicato autofinanziandolo il romanzo “Weekend a Sorano”, una storia ambientata nei dintorni di un tranquillo paesino della Toscana. rnNel 1997 il racconto “I ricordi del cuore” è stato segnalato dalla Giuria del Concorso Nazionale di Narrativa “La memoria del mare” promosso dall’Amministrazione Provinciale di Imperia e successivamente pubblicato in un volume edito dal Centro Editoriale Imperiese.rnNel 1998 ha autofinanziato il romanzo “La fragilità dell’esistenza”, basato sul rapporto tra un padre e una figlia.rnDopo breve tempo finanzia la pubblicazione di “C’era una volta…una raccolta di fiabe”, raccolta di storie inedite per bambini.rnTra i riconoscimenti ottenuti, il secondo posto al Premio Nazionale Minerva nella categoria fiabe per l’infanzia (1996) e il secondo posto nella sezione letteratura al Concorso Arvalia, promosso dall’Associazione Culturale Verde Luna, con il Patrocinio della XV Circoscrizione e del Comune di Roma (1998).rnNel 2012 ha ricevuto una proposta di pubblicazione dalla Casa Editrice Maremmi Editori-Firenze Libri, dopo aver partecipato al Premio Letterario L’Autore.rnA marzo 2013 ha pubblicato autofinanziandolo, il romanzo Vite Riflesse. rnAd aprile 2014 la Casa Editrice Il Pavone di Messina, pubblica la raccolta di fiabe “8 fiabe nel cassetto” in versione e-book.rnA giugno 2014 risulta primo classificato al Concorso Letterario “Consulta del Volontariato” intitolato a Sergio Incitti, con il patrocinio del Municipio Roma 11 Arvalia con il racconto “Lo specchio imperfetto”. La motivazione letta dalla giuria è la seguente: “Lo specchio imperfetto è una riflessione tra l’intersezione dei propri errori e quelli degli altri, tra le proprie paure e quelle altrui e il tutto culmina nel vuoto totale con immagini molto avvincenti. E’ la storia di due persone con le stesse problematiche che si trovano accumunando le loro vite, così diverse e così uguali, per una condivisione di intenti e percorsi”.rnAd ottobre 2014 pubblica l’atteso thriller “Il ladro di zucchero” edito dalla casa editrice Intermedia Edizioni di Orvieto. rnAd agosto 2014 ha pubblicato la raccolta di favole per bambini “Le storie di Simal”.rnrnIL LADRO DI ZUCCHERO (TRAMA)rnToscana, 1975. Due bambini a cavalcioni su un muretto.rnQualche scippo e un po’ di sangue.rnPedoni che si guardano intorno, abbassano la testa e cambiano strada.rnLadroni che scorrazzano intorno, alzano la testa e benedicono la strada.rnUna strada assorbe la confusione di non sapere da che parte stare, da un lato quelli giusti dall’altro quelli sbagliati.rnIl sangue scola, il resto rotola e gli anni si lasciano rincorrere per non essere addomesticati fino in fondo.rnUn uomo lascia vagare lo sguardo in lontananza, oltre le fronde dei pini, dove il paesaggio si incastra e si incanta a fermare il tempo su un’epoca che pare ammutolita.rnUn altro uomo afferra i meccanismi, li tiene tra le dita poi li getta lontano da qui. La mente soffoca pensieri che si innalzano fino alle nuvole gonfie di pioggia, prima di ricadere su un tappeto di muschio e aghi di pino.rnOltre i tetti di coppi e cemento, la vita sfoglia le istruzioni e studia le condizioni. Per i giorni trascorsi e per quelli che tentano di affacciarsi dietro le tende ricamate a uncinetto.rnI bambini seduti sul muretto studiano un modo per diventare grandi, per strappare i fogli del passato, per accettare ordini e rimproveri.rnDue bambini troppo piccoli per digerire il vortice che urla intorno ai loro sogni. Due bambini troppo grandi per accontentarsi di raccogliere pinoli e conchiglie.rnDue bambini a fare a testa o croce per decidere quale maschera indossare.rnLupo cattivo o candido agnello.rnToscana, 1975.rnI giochi sembrano fatti, o forse no.rnAllora quel muretto di rovi e mattoni diventa complice di una nuova strategia e le giornate si meravigliano e si spaventano per colpa di un passatempo nuovo che avvolge e nasconde.rnUna manciata di zucchero.rnQualche stupida formica.rnPassano gli anni e le atmosfere cambiano. Un serial killer colpisce per le strade di Roma. Vittime scelte a caso per colpa di uno stupido gioco virtuale. E come sottofondo sempre la stessa inquietante litania. Clic, uccidere. Due uomini si rincorrono dietro un sipario sfocato. Un uomo esce dall’ospedale con le idee ancora confuse, ma sicuro delle sue prossime mosse perché forse è arrivato il momento di tornare ad uccidere. Un altro uomo continua a svolgere il suo lavoro dietro al bancone di un bar, come se nulla fosse. Fino a che le loro strade si incrociano per forza o per sbaglio alla ricerca della soluzione migliore. Nel frattempo le persone continuano a morire, a crollare come fantocci dentro giornate che sembrano indifferenti. Le settimane si annodano tra loro, il tempo passa in fretta e la soluzione appare lontana dall’essere intercettata. O forse è solo questione di un attimo. E poi quell’antica amicizia tornerà a galla insieme a zucchero e formiche.rnrnLE STORIE DI SIMAL (INTRO)rnrnOggi ho deciso di confessarvi un segreto.rnUno di quelli che si sussurrano con la mano vicino all’orecchio quando i grandi sono nella stanza a fianco e non possono sentire.rnUno di quelli che si raccontano una sola volta nella vita.rnUno di quelli che potrete tenere per voi, come fosse l’inizio di una giornata speciale.rnNon importa chi sono, come mi chiamo e da dove vengo. Nemmeno come sono vestito, quanti anni ho e dove vivo.rnIn questo momento il mio segreto vale come un regalo.rnUn regalo di nome SIMAL.rnHo conosciuto SIMAL molti anni fa in una stagione troppo calda per essere vera e molto breve per essere ricordata. Quello che mi ha colpito di questo incontro è stato il riflesso di magia che si è staccato dal cielo per cadere in mezzo a noi ed infilarsi fin dentro la terra. rnQualcosa che ha scatenato un’orchestra di suoni dolci e risate genuine, ritmi incantati e sorprese da scartare.rnQualcosa che da subito ha tracciato i confini del nostro territorio privato.rnMa chi è SIMAL?rnForse state pensando che sia un gioco.rnNo.rnMagari potrebbe essere un animale.rnNo.rnOppure un luogo disegnato su una mappa.rnNo.rnSIMAL è un bambino che ho incontrato in uno dei miei viaggi, come se lui fosse stato da sempre seduto su uno scalino ad aspettare proprio me.rnUn giorno ho attraversato la strada di un piccolo paese di cui non ricordo il nome ed ho spalancato un cancello senza un motivo preciso. rnE Simal mi ha rivolto un sorriso che valeva un saluto. rnLui e la sua pelle olivastra.rnDiversa dalla mia.rnDiversa dalla vostra.rnLui e il suo ciuffo lucido di capelli neri di fronte alla mia testa liscia come una palla da biliardo.rnDiverso da me.rnDiverso da voi.rnLui e la sua altezza da bambino di fronte alla mia altezza da adulto.rnDiverso da me.rnDiverso da voi.rnLui e le sue storie da raccontare appese ad una voglia di vivere effervescente.rnUguale alla mia e identica alla vostra.rnVoi non potete vederla, ma in questo momento ho tra le mani una fotografia di SIMAL.rnLa sua risata stampata per sempre insieme a smorfie buffe ed una luce in fondo agli occhi che spesso vuol dire “puoi fidarti di me”.rnSIMAL.rnLe sue spiegazioni sincere aggrappate a fiumi di domande curiose.rnSIMAL.rnLa sua voglia di esplorare il mondo e tutto l’amore nascosto dentro un piccolo cuore.rnSIMAL.rnI suoi sandali coperti di polvere e la forza per camminare ancora.rnLa prima volta che mi ha rivelato il suo nome sono scoppiato a ridere per il suono che usciva dalle lettere messe una dietro l’altra. Lui stava quasi per offendersi. Poi ha cambiato espressione e mi ha chiesto se volessi ascoltare le storie raccolte nel corso dei suoi fantastici viaggi.rnIo ho toccato la terra con le dita ed ho afferrato il cielo con gli occhi. Poi tra un caffè ed una fotografia ho risposto: “Si ho voglia di ascoltare le tue storie!”.rnLui ha sorriso ed ha iniziato a narrare le sue avventure soffocandomi con parole piene di significato. rnInsieme siamo rimasti seduti su quello scalino fino a lasciarci avvolgere dal buio della notte ed anche oltre. A contare nuovi giorni, a festeggiare nuove stagioni, a ridere della nostra età senza desiderare mai di voler tornare indietro.rnPersonaggi incontrati e luoghi inventati. Emozioni e sentimenti. Percorsi e deviazioni. Cartoline piovute da un cielo distratto e dolci filastrocche.rnÈ passato molto tempo dall’incontro con SIMAL ma la sua presenza è rimasta dentro al mio cuore.rnForse per questo la scorsa settimana è avvenuto un miracolo.rnDurante la ristrutturazione del mio appartamento, ho aperto un cassetto contenente i ricordi di una vita. Fogli scarabocchiati, fotografie ingiallite, numeri ed indirizzi di persone che non ricordo più e mille altre cianfrusaglie. Poi guardando meglio ho trovato un contenitore di legno e sughero che in questi anni è stato capace di proteggere fedelmente il tesoro che mi ha donato SIMAL quando ci siamo salutati.rnLe sue storie.rnSe siete stati bravi a leggere fin qui, fate un salto indietro quasi all’inizio della pagina. rnRicordate?rnHo promesso che vi avrei fatto un regalo.rnPer questo ho deciso di stampare le storie di SIMAL e farle leggere a voi, chiedendo se possibile un favore in cambio.rnDovrete custodire questo libro in un posto segreto e tirarlo fuori quando ne avrete voglia.rnPer affrontare alla grande i giorni che vi troverete davanti.rnPer scegliere la soluzione migliore alle trappole quotidiane.rnPer sconfiggere i mostriciattoli che vi daranno fastidio senza motivo.rnLeggete le storie di SIMAL e tra le pagine potrete raccogliere i suoi mille consigli per proseguire sul sentiero della vita.rnSenza paura.rnSenza angoscia.rnSenza resa.rnCon la risata lasciata da SIMAL e le impronte smarrite dietro le spalle, ogni volta che ha deciso di conoscere nuove verità.rnBuona lettura piccoli amici!rnrn