Rosaspina la celtica contadina
Si narra qui la leggenda di due folletti appartenenti alla stessa tribù ma rivali in amore.
Kant sfoggiava la giacchina rossa bordata di sette fili di bottoni e sette bottoni per fila.
La ravvivava ancor di più con il purpureo delle orecchie poiché questo gli accadeva quando, in verità spesso, si adirava, inoltre balzava su di un muro girando a mulinello stando in equilibrio su una delle tre punte del cappello.
A kantaki di file ne restavano tre soltanto per via che si abbuffava e vederlo era un portento.
Di natura pacioccosa, sorridente, canterina, poeta ardito amava sera e mattina quest’unico verso intonare al sole e alla luna: ” Oh sole astro splendente, non mi far cadere un solo dente.
Oh luna che lassù brilli, fammi udire il canto di cicale e grilli”.
La passione che rivali li rendeva si chiamava Rosaspina.

