Nel bosco fitto di abeti e larici, la strega Nebbianera aveva intrecciato i rami fino a costruire un’immensa ragnatela vegetale che circondava la valle degli Gnomi Verdi.
I cerbiatti imprudenti e gli uccellini, durante i primi voli di esplorazione, spesso cadevano nella rete e perdevano i loro colori e la vita, trasformandosi in statue di carbone.
Gli gnomi sapevano dell’incantesimo e si tenevano a rispettosa distanza dalla foresta, ma la ragnatela vegetale cresceva e l’anello nero guadagnava terreno nella valle verde.
Gli gnomi costruivano inutilmente dighe di pietra per opporsi all’avanzata della foresta nera che, però, erano spazzate via dai rami nodosi che ormai avevano preso consapevolezza della loro forza e volevano stritolare la verde vallata e spegnerne per sempre la luce.
Tutto era cominciato il giorno del primo compleanno del figlio del Re degli gnomi verdi: una festa che doveva arrivare nei più lontani angoli del regno per portare felicità e allegria e si era trasformata in tragedia.
La strega Nebbianera non era stata invitata alla festa perché era conosciuta come apportatrice di lutti e dolori. Il Re aveva proibito a tutti i sudditi, pena la vita, di informare la strega che, del resto, viveva appartata in una grotta sulla montagna più nera e infida del paese e non aveva mai espresso desiderio di contatti con la corte.
La città degli Gnomi Verdi e della strega Nebbianera