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Anch’ io sono speciale // Video fiaba

Fiaba pubblicata da: Favole Isabella

Oggi la mamma ci ha portato a giocare nei giardinetti. E’ divertente incontrare  là tanti amici.

Mio fratello corre dietro al pallone e corre fortissimo insieme ai suoi compagni più grandi di me.

Io corro corro corro…ma non raggiungo mai gli altri perché io corro soltanto piano.

A volte cado, ma mi rialzo subito e non mi importa di cadere tante volte.

Ho voglia di giocare con i bambini e non voglio stare sola.

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La video fiaba

Il testo completo

Oggi la mamma ci ha portato a giocare nei giardinetti. E’ divertente incontrare  là tanti amici.

Mio fratello corre dietro al pallone e corre fortissimo insieme ai suoi compagni più grandi di me.

Io corro corro corro…ma non raggiungo mai gli altri perché io corro soltanto piano.

A volte cado, ma mi rialzo subito e non mi importa di cadere tante volte.

Ho voglia di giocare con i bambini e non voglio stare sola.

La mia nonna mi ha detto che quando lei era piccolina i suoi fratellini la prendevano in giro e lei scappava via, così  gridavano più forte per farsi sentire meglio e  si divertivano ancora di più. “Poi un giorno gli ho detto  – Basta, non piango più così trovate un altro gioco da fare! – E loro veramente hanno trovato un altro gioco da fare perché io non scappavo più-”

“Hai ragione tu nonna e  da domani farò così anche io”

Ai giardinetti  incontro sempre Giacomo, lui mi vuole molto bene e mi prende per mano per accompagnarmi sullo scivolo e mi da anche tanti bacetti. Qualche volta esagera però!

“Basta Giacomo, gli dico io, fammi giocare anche con gli altri amici” Me ne da tanti che io non posso più fare niente, qualche volta non mi fa neanche respirare! Ma lui è proprio speciale perché vorrebbe abbracciare tutti gli amici, proprio tutti quelli che gli vogliono bene.

Ho capito che Giacomo vuole stare sempre con me perché gli altri  lo guardano con degli occhi strani e forse anche lui si accorge di quegli occhi strani e non gli piacciono e allora gli fa le linguacce e se ne va da solo.

Anche a me non piacciono le persone che mi guardano con gli occhi strani.

Giacomo ha la trisomia 21 che vuol dire che quando è nato gli  è entrato dentro  un cromosoma di più degli altri e gli pesa tanto che fa molta fatica a crescere, è molto simpatico, vuole sempre ridere e scherzare.  Io ho  l’acondroplasia che vuol dire che ho le gambe corte, ho gli occhi azzurri e mi piace cantare. Ma anche Sarah ha una cosa speciale:  la sua pelle sembra di cioccolata e mi verrebbe voglia di sapere che sapore ha! Lei sa ballare benissimo.

Luigino ha le gambe luuuunghe, lunghissime e sa correre veloce. Giulia e  Riccardo hanno gli occhialoni e Francesco  ha i  capelli  così chiari, quasi bianchi, ah come li vorrei anche io. Invece Letizia ha gli occhi a mandorla, come sono belli!  Vorrei anche i suoi occhi!

In quel giardino quanti bambini conosco!  Ognuno di loro è speciale per me!

Giochiamo insieme e ci divertiamo un mondo, tutte le mattine poi ci ritroviamo a scuola.

I più grandi vanno alle scuole elementari, noi più piccoli andiamo alla scuola materna e i piccolissimi vanno al nido. Nelle nostre aule ci sono tanti giochi e tanti  libri. Tavolini e  sedie, un po’ sono alti, un po’ sono bassini come me, poi ci sono i ripiani e gli scaffali attaccati al muro, li ha messi con il trapano Pietro, il collaboratore della scuola, e mi ha chiesto; “Marta, ci arrivi con le tue mani a prendere i giochi che sono poggiati qui sopra?”  Quant’ è gentile Pietro con  noi bambini: vuole che stiamo tutti comodi e  che possiamo fare le cose da soli.

Anche le maestre sono molto simpatiche e ci insegnano ad essere “pronti a crescere”  così dice la maestra Clara.

E la maestra Caterina con la sua voce dolce sembra che fa una cantilena,  sempre la stessa:

“se  proprio non riuscite a far da soli,
chiedete una mano, un occhio, un orecchio ad un amico
e se solo un sorriso vi darà
allora fatelo a metà,
per il resto qualcuno di sicuro vi aiuterà”

Così noi ci mettiamo a fare i nostri “lavoretti” che poi portiamo a far vedere ai genitori e abbiamo imparato ad aiutarci. La maestra Luisa, poi, ci ha insegnato il linguaggio dei segni da fare con le mani, non è difficile: è come imparare a cantare o a suonare. Con il mi amico Federico sto cominciando a chiacchierare con le mani e lui ride.

Sono contenta che nella mia scuola tutti i bambini sono speciali: giocano,  ridono e cantano e…sono felici come me!



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