Poteri perduti

Fiaba pubblicata da: carmelina fraraccio

Achille abitava in un paese come tanti, frequentava una scuola come tante e aveva una famiglia come tante.- Allora ?-direte voi, la storia qual è, ma soprattutto la storia c’è’

C’è…c’è…certo che c’è.

Prima di tutto era Achille che non era un bambino come gli altri. Tanto per cominciare era molto, molto più piccolo degli altri bambini di nove anni e non si era mai preoccupato di ciò.

La particolarità stava nel fatto che non se ne era mai preoccupato né  della sua poca altezza, o meglio dire, né  della sua eccessiva bassezza.

E sapete perché riusciva a non dar peso al suo problema, compreso le prese in giro di quei quattro stupidotti dei suoi compagni? Perché lui aveva un gran dono, ma che dico…una magica capacità.  Achille sapeva leggere nel pensiero di chi aveva di fronte. Insomma riusciva a captare tutti, ma proprio tutti i pensieri delle persone che incontrava , conosceva o intravedeva anche per un solo attimo.

Proprio per questo nessuno lo coglieva mai di sorpresa, nemmeno le interrogazione della maestra SEVERA DELLE ARPIE, come aveva ribattezzato la sua terribile insegnante di storia.

Se qualcuno dei suoi amici voleva fargli uno scherzo o rubargli la merenda dallo zaino, lui … zac … preveniva la sua azione e magari lo ripagava con la sua stessa moneta, lasciando il malcapitato stupito ed incredulo.

Ovviamente nessuno era a conoscenza del suo segreto, esclusa sua nonna materna Dorina che aveva il suo stesso potere e che qualche anno prima , in una fredda serata di gennaio, glielo aveva confidato, raccomandandogli di non approfittare mai del suo DONO, soprattutto non in maniera sconsiderata.

A dir la verità, Achille, mai si era approfittato di questo privilegio, a meno che, come diceva lui, per legittima difesa.

Però, a pensarci bene, neanche mai aveva dato una mano a qualcuno grazie a questa rara facoltà che possedeva.

Quella mattina di fine primavera Achille si era alzato a fatica e probabilmente neanche l’avrebbe fatto senza le terribili minacce della mamma. Andare a scuola con quel sole che inondava il mondo, mentre gli uccellini lo invitavano al parco per una giornata di dolce far niente, era un sacrilegio.

Sua mamma continuava ad incitarlo a sbrigarsi, mentre in realtà pensava al suo appuntamento dal parrucchiere, sua sorella non smetteva di guardarsi allo specchio, immaginando lo sguardo di ammirazione del ragazzo della terza B e suo padre sorseggiando tranquillo il caffè non vedeva l’ora di scappare da quella caotica famiglia e raggiungere il suo amico Luigi per parlare della partita della sera prima

Quando entrò in auto l’idea gli arrivò spontanea e fulminea e per un attimo pensò che la lampadina che gli si era accesa si vedesse davvero sulla sua testa, luminosa come un’aureola.

“Papà….Papàaaa”

“Dimmi, tesoro”

“La mamma lo sa che la settimana scorsa hai detto che avevi un’importante riunione e poi sei andata a pescare con Luigi?”

La frenata brusca lo fece scivolare giù dal sedile posteriore.

Mai, ma proprio mai aveva visto uno sguardo così stupito negli occhi di suo padre

Imperterrito e ormai sicuro della vittoria Achille continuò “Se oggi mi lasci marinare la scuola io non lo dirò mai alla mamma, sai che odia le bugie”.

Il papà dopo essersi ripreso cercò con contegno di darsi un tono, nel quale non credeva nemmeno lui stesso.

Con calma prese il telefonino e chiamò la mamma e senza pensarci un attimo raccontò l’accaduto, La mamma si arrabbiò così tanto che ad Achille pareva vederla urlante ed imbufalita e per un attimo un brivido gli attraversò la schiena.

Non solo il papà lo catapultò a scuola, ma lo accusò di essere un gran bugiardo e lui sapeva come non piacevano le bugie alla mamma.

Chissà quale orrenda punizione lo aspettava.

Ma  la vera punizione si concretizzò quando, a scuola, ACHILLE SI ACCORSE DI AVER PERSO IL SUO POTERE!!!

Cosa era accaduto mai.

La nonna lo aveva avvisato …mai servirsi di un dono così per far del male a qualcuno, o, peggio, creare dissidio e trambusto

Da quel giorno Achille non ha più i suoi poteri, ma ha capito che non bisogna mai approfittare di una qualità propria a discapito di altri.



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