Paperella

Fiaba pubblicata da: Geremina Leva

Paperella è una papera di lago. O meglio, lo è diventata il giorno in cui è scivolata dal passeggino di Rosetta. E ne è molto contenta, specialmente da quando ha stretto amicizia con il guardaparco. Infatti una delle cose che le piace fare di più, è aiutare questo suo amico a tenere pulita l’acqua del lago. Come fa? Beh una papera, specie se paperella, può fare un sacco di cose!
E così la mattina appena sveglia:

sgranchisce zampette splat splat
sgranchisce ali slemb slemb
giù la testa sott’acqua sciol sciol
ne beve un bel sorso tla tla
davvero buona! quaqua
se invece no, ALT :
fa il verso al contrario uaquaq!

Il suo amico guardaparco oramai la conosce, capisce subito quando qualcosa non va e corre in aiuto. Ad esempio quando sulla riva, Paperella trova bottiglie di plastica, carte, tovaglioli, sacchetti, inizia a fare di nuovo uaquaq e l’amico arriva, con molta molta pazienza pulisce e mette un bel cartello:

Quando vieni in gita al lago
Puoi giocare a fare il mago:
un sacchetto nero o blu
e i rifiuti non ci sono più!

E così trascorre la vita di Paperella.

Un bel giorno di primavera però arrivano al lago tre paperotti e un papero adulto. Paperella non ha mai visto dei paperi così e si avvicina. I paperotti fanno un gran baccano:
– Dai zio Paperino, non farti pregare, facciamo un giro in piroscafo!
Diceva quello col cappello verde.
– Io invece voglio il gelato a cento gusti!
Diceva quello col cappello blu.
– Io invece voglio tuffarmi in questa splendida acqua, posso zio?
Diceva quello col cappello rosso.
E il papero adulto si tappa le orecchie urlando:
– Basta! Mi avete preso per zio Paperone? Dove trovo tutti questi soldi per accontentarvi??
Paperella li guarda molto sorpresa, incuriosita dalla strana vita di queste papere.
– Chissà – si chiede – se posso anch’io diventare come loro.
I paperotti e il papero adulto si allontanano continuando a litigare. Paperella li guarda e triste si chiede: come avranno fatto a diventare così? Così come?
Così colorati, così vestiti. Hanno la faccia da papera ma si comportano come le persone che vengono a passeggiare sul lago o anche come il suo amico guardaparco.
– Forse – si dice – è perché passano più tempo sulla terra che in acqua come invece faccio io. Forse dovrei stare anch’io di più sulla terra!
Pensa Paperella. E così, decide di trasferirsi sulla terraferma. Passeggia tutto il giorno ma non accade niente di ché. Nessun cambiamento, nessuna trasformazione! La stessa papera di sempre, solo un po’ più sporca, assetata e con un gran mal di zampette. Per di più, non riesce ad aiutare il suo amico guardaparco a tenere pulita l’acqua del lago.

Un giorno mentre passeggia lungo la riva, vede che sulla panchina c’è un signore. Ha la testa bassa e un grande cappello sul viso, forse perché é tanto triste, pensa Paperella. E siccome dalla sua amica guardia ha imparato che bisogna sempre intervenire se qualcuno ha bisogno d’aiuto, si avvicina:
– Signore tutto bene? Posso aiutarla?
Il signore non risponde affatto. Paperella allora gli gira intorno, passa sotto la panchina e vede sbucare un becco, un becco come il suo. Con gran coraggio sposta il cappello e cosa vede? Un papero che dorme sonoramente ronf scrrrr ronf scrrrr.
Paperella sorride per questo gran russare e si accorge che il papero, molto distinto, somiglia quelli che ha visto qualche giorno prima.
In quel momento un piroscafo attraversando il lago tira un lungo fischio di saluto beeeeeppppp e il papero addormentato si sveglia di soprassalto.
Paperella non fa in tempo a nascondersi che si trova faccia a faccia con quello che sembra un suo lontano parente.
– Io sono Paperella e tu?
– Come chi sono? Perbacco mi conoscono tutti, non guardi la tivù tu?
Le diceva, indicandola con l’indice e guardandola dall’alto in basso.
– Non leggi i fumetti tuuuu?
Stesso dito, stesso tono. Paperella dice no a tutte e due le domande
– E come passi le giornate sentiamo? Starnazzando come un’oca?
– Come una papera vorrai dire – dice Paperella – Si, in effetti io vivo qui, tra il parco e il lago. Tu invece?
Paperella vuole tanto sapere.
– Io invece sono un imprenditore, ragazzina! Capisci? Sai cos’è un imprenditore?
Paperella agita anche le ali per dire meglio di no ma vuole sapere, vuole sapere cos’è questo intraprenditore.
– È uno che sgobba, carina e che fa soldi, tanti soldi, un mucchio di soldi. Ed è uno che sa come spenderli, anzi come NON spenderli.
E ride di soddisfazione.
In quel momento da una barchetta in mezzo al lago tre paperotti si sbracciano e urlano:
– Ciao ziooo! Zio paperone, grazie per questo regaloooo!
Il papero accenna un saluto col braccio ma non sorride affatto e commenta:
– Non farti mai abbindolare dai paperotti, ragazzina. Vedi? Basta niente che ti spillano denaro, quel denaro che faticosamente hai messo da parte e poi perché? Per un insignificante giro in barca.
Ma mentre parla così, sentono grida d’aiuto.E vengono dal lago.
Papero e Paperella si fiondano a riva e qui vedono che la barca si è rovesciata e i paperotti in acqua, chiedono aiuto.
Zio Paperone inizia a urlare:
– Per carità aiutateli, non sanno nuotare!
– Non sanno nuotare? – esclama Paperella,
– No, purtroppo no. Mi avevano chiesto di fare un corso di nuoto ma costava troppo e mi sono rifiutato!! Aiutaaaaateli!
Paperella allora corre (con le zampe e con le ali), cerca il suo amico guardaparco e con il suo uaquaq lo fa arrivare in riva al lago.
Per fortuna tutto finisce bene.
Messi in salvo, i paperotti ricevono in regalo da zio Paperone un bel corso di nuoto, così finalmente impareranno a nuotare.

Paperella capisce che la sua vita non può essere da nessun’altra parte se non al lago. Quanto é bello aiutare gli altri, tenere pulita l’acqua, stare con l’amico guardaparco e soprattutto, nuotare tutto il tempo, sguazzare in acqua a testa in giù, a zampe all’aria, ad ali aperte, a colpo di coda. Troppo divertente! E senza doversi preoccupare dei soldi di zio Paperone. Cosa saranno poi questi soldi? Si domanda Paperella!

Intanto quel giorno, come ricompensa ha ricevuto un bel distintivo di guardaparco, che mostra molto orgogliosa e si pavoneggia anzi no, si papereggia e pensa che beh! la sua mamma sarebbe davvero molto fiera nel vedere che il suo brutto anatroccolo, è diventato una papera così prestigiosa!



Contenuti suggeriti: