Miracolo di Natale

Fiaba pubblicata da: nonna lulù

In una casetta nel bosco vivevano Tommaso e il suo cane Jo.

Tommaso era molto vecchio e altrettanto povero e, a causa degli acciacchi dell’età, non riusciva più a svolgere il lavoro da falegname che aveva fatto per tutta la sua lunga vita.

Adesso, con molta fatica, era in grado solo di raccogliere un po’ di legna per la stufa, in modo da potersi scaldare. La sua provvista di viveri, che era riuscito ad accumulare negli ultimi anni, stava scarseggiando e, a parte qualche bacca e funghi il bosco, per uno della sua età, non offriva altro. Non poteva più cacciare, anche se gli era sempre costato farlo.

Si stava avvicinando il Natale e la neve era cominciata a cadere. Il vecchio era triste ma fortunatamente aveva Jo che gli stava sempre accanto. Quando era ora di andare a dormire il cane si accovacciava ai piedi del suo adorato padrone, regalandogli un po’ di rassicurante calore.

Passarono i giorni, era arrivata la notte di Natale.

“Povero Jo, sei sfortunato come me” disse Tommaso, “Stanotte sarà Natale e io non ho nulla di buono da offrirti. Il regalo più bello per me sarebbe quello di vederti in una calda casa, vicino a un camino, con tanti bimbi attorno e una ciotola piena di cibo”.

Ma al cane non interessava nulla, lui era felice di essere lì, in quella casa fredda, accanto al suo padrone.

Passò la notte, la notte del 24 dicembre. Al mattino presto il vecchio si alzò di buon’ora, senza capire perché sentiva un grande tepore, eppure fuori la neve continuava a cadere copiosamente. Si sentiva però bene, i soliti dolori dovuti al freddo erano spariti. Jo non era accanto a lui ma, pensava, fosse andato in giro per la casa a sgranchirsi un po’ le zampe.

Si recò in cucina, convinto di dover accendere la stufa ma vide che, sul tavolo, era imbandito ogni ben di Dio. C’era tanto di quel cibo che gli sarebbe bastato per un anno intero. E lì vicino tantissima pappa anche per il suo adorato cane, che si era appisolato accanto alla stufa, che scricchiolava, carica di legna e, da dietro alla finestra, poteva vedere che fuori era ne accatastata tantissima.

Ma chi aveva portato tutto questo?, pensò il falegname. Babbo Natale? Gesù Bambino? Un angelo?

Ma non si pose ulteriori domande, chiunque fosse stato gli aveva donato uno splendido Natale.

n una casetta nel bosco viveva Tommaso e il suo cane Jo.

Tommaso era molto vecchio e altrettanto povero e, a causa degli acciacchi dell’età, non riusciva più a svolgere il lavoro da falegname che aveva fatto per tutta la sua lunga vita.

Adesso, con molta fatica, era in grado solo di raccogliere un po’ di legna per la stufa, in modo da potersi scaldare. La sua provvista di viveri, che era riuscito ad accumulare negli ultimi anni, stava scarseggiando e, a parte qualche bacca e funghi il bosco, per uno della sua età, non offriva altro. Non poteva più cacciare, anche se gli era sempre costato farlo.

Si stava avvicinando il Natale e la neve era cominciata a cadere. Il vecchio era triste ma fortunatamente aveva Jo che gli stava sempre accanto. Quando era ora di andare a dormire il cane si accovacciava ai piedi del suo adorato padrone, regalandogli un po’ di rassicurante calore.

Passarono i giorni, era arrivata la notte di Natale.

“Povero Jo, sei sfortunato come me” disse Tommaso, “Stanotte sarà Natale e io non ho nulla di buono da offrirti. Il regalo più bello per me sarebbe quello di vederti in una calda casa, vicino a un camino, con tanti bimbi attorno e una ciotola piena di cibo”.

Ma al cane non interessava nulla, lui era felice di essere lì, in quella casa fredda, accanto al suo padrone.

Passò la notte, la notte del 24 dicembre. Al mattino presto il vecchio si alzò di buon’ora, senza capire perché sentiva un grande tepore, eppure fuori la neve continuava a cadere copiosamente. Si sentiva però bene, i soliti dolori dovuti al freddo erano spariti. Jo non era acIn una casetta nel bosco viveva Tommaso e il suo cane Jo.

Tommaso era molto vecchio e altrettanto povero e, a causa degli acciacchi dell’età, non riusciva più a svolgere il lavoro da falegname che aveva fatto per tutta la sua lunga vita.

Adesso, con molta fatica, era in grado solo di raccogliere un po’ di legna per la stufa, in modo da potersi scaldare. La sua provvista di viveri, che era riuscito ad accumulare negli ultimi anni, stava scarseggiando e, a parte qualche bacca e funghi il bosco, per uno della sua età, non offriva altro. Non poteva più cacciare, anche se gli era sempre costato farlo.

Si stava avvicinando il Natale e la neve era cominciata a cadere. Il vecchio era triste ma fortunatamente aveva Jo che gli stava sempre accanto. Quando era ora di andare a dormire il cane si accovacciava ai piedi del suo adorato padrone, regalandogli un po’ di rassicurante calore.

Passarono i giorni, era arrivata la notte di Natale.

“Povero Jo, sei sfortunato come me” disse Tommaso, “Stanotte sarà Natale e io non ho nulla di buono da offrirti. Il regalo più bello per me sarebbe quello di vederti in una calda casa, vicino a un camino, con tanti bimbi attorno e una ciotola piena di cibo”.

Ma al cane non interessava nulla, lui era felice di essere lì, in quella casa fredda, accanto al suo padrone.

Passò la notte, la notte del 24 dicembre. Al mattino presto il vecchio si alzò di buon’ora, senza capire perché sentiva un grande tepore, eppure fuori la neve continuava a cadere copiosamente. Si sentiva però bene, i soliti dolori dovuti al freddo erano spariti. Jo non era accanto a lui ma, pensava, fosse andato in giro per la casa a sgranchirsi un po’ le zampe.

Si recò in cucina, convinto di dover accendere la stufa ma vide che, sul tavolo, era imbandito ogni ben di Dio. C’era tanto di quel cibo che gli sarebbe bastato per un anno intero. E lì vicino tantissima pappa anche per il suo adorato cane, che si era appisolato accanto alla stufa, che scricchiolava, carica di legna e, da dietro alla finestra, poteva vedere che fuori era ne accatastata tantissima.

Ma chi aveva portato tutto questo?, pensò il falegname. Babbo Natale? Gesù Bambino? Un angelo?

Ma non si pose ulteriori domande, chiunque fosse stato gli aveva donato uno splendido Natale.

canto a lui ma, pensava, fosse andato in giro per la casa a sgranchirsi un po’ le zampe.

Si recò in cucina, convinto di dover accendere la stufa ma vide che, sul tavolo, era imbandito ogni ben di Dio. C’era tanto di quel cibo che gli sarebbe bastato per un anno intero. E lì vicino tantissima pappa anche per il suo adorato cane, che si era appisolato accanto alla stufa, che scricchiolava, carica di legna e, da dietro alla finestra, poteva vedere che fuori era ne accatastata tantissima.

Ma chi aveva portato tutto questo?, pensò il falegname. Babbo Natale? Gesù Bambino? Un angelo?

Ma non si pose ulteriori domande, chiunque fosse stato gli aveva donato uno splendido Natale.



Contenuti suggeriti: