Gelsomino e Gelsomina

Fiaba pubblicata da: ARPA

C’era una volta un bimbo che si chiamava “Gelsomino”, ma che strano nome!Non credete anche voi bimbi!? Eh sì, dovevano proprio piacere i fiori alla sua mamma e al suo papà per averlo chiamato così!

Gelsomino amava molto aiutare la sua mamma ed il suo papà, quindi un giorno, poco prima di fare pranzo, la mamma decise che avrebbe voluto fare una bellissima sorpresa al suo bambino e al suo papà …

“Gelsomino! Gelsomino!” chiamò la mamma “Fammi un favore: vai nell’orto e raccogli la mela più bella, il cocomero più grande ed il melone più succoso”.

“Certo mamma” rispose Gelsomino “ma a cosa ti serve?”.

Oggi preparerò una sorpresa per te e per il tuo papà.

Nel frattempo Gelsomino, dopo aver aiutato la sua mamma prese la sua bicicletta tutta colorata e andò a fare una passeggiata lungo la strada che univa la campagna al paese … sì, perchè dovete sapere che in paese viveva la sua fidanzatina: Gelsomina!

Ma che nome strano!

Anche lei si chiamava come lui … certo che di sicuro anche i genitori di questa bimba erano appassionati di fiori e di piante … è il caso di dire che avevano “il pollice verde”!

Mentre Gelsomino pedalava fu colpito dal colore cos’ vivace di…una rosa un pò fucsia, un pò rosa e con delle macchie bianche e dal profumo inebriante!

Allora Gelsomino non si trattenne e, sceso dalla bicicletta si precipitò ad annusare la rosa e preso dallo stupore e dalla gioia la volle raccogliere, ma … sapete cosa è successo appena Gelsomino strappò la rosa?

“Ahi!” sentì urlare e Gelsomino si spaventò chiedendo: “Chi è che ha urlato?”.

“Sono io, non mi vedi?”.

“Tu chi sei?” chiese la rosa.

“Come chi sono: mi raccogli senza saperlo? Sono la rosa che ti piace tanto così tanto che mi strappi in questo modo!”.

La rosa fu molto offesa ed arrabbiata, ma ormai era troppo tardi, perchè Gelsomino l’aveva recisa e lei rischiava di appassire.

“Oh!Perdonami rosellina…è che tu sei così bella che voglio regalarti alla mia fidanzatina: Gelsomina”.

La rosa, nel frattempo, piangeva e songhiozzava, così Gelsomino non ci pensò neanche un attimo: salì sulla sua bici colorata, sfrecciò verso il paese e bussò a casa di Gelosmina, arrivato le disse: “Gelsomina!Questa rosellina è per te!…”.

Sapete bambini che Gelsomina fu così commossa che si lanciò sulle braccia di Gelsomino e lo strinse forte, gli diede un bacetto sulla guancia e gli disse: “Oh Gelsomino, come sei gentile!”.

Gelsomino però non aveva ancora detto a Gelsomina che non c’era tempo da perdere, infatti, la rosa stava cominciando ad appassire per il caldo!

Non aveva acqua e stava soffrendo molto.

Gelsomino allora iniziò a raccontare che cosa gli era successo prima di arrivare da lei, della passeggiata in bici, dell’incontro con la profumatissima e bellissima rosa e che non potevano perdere altro tempo.

Allora Gelsomina esclamò:”Ho un’idea Gelsomino!Piantiamola nel mio giardino, la mia mamma sarà contenta e le faremo di certo una bella sorpresa!”.

“Ma sì, certo, rispose Gelsomino”, così i due bimbi cominciarono a scavare una buca nel giardino di Gelsomina, prepararono il terreno e vi posero la dolce rosa che finalmente potè ricevere una nuova casa, delle cure e soprattutto, tanto amore da parte dei due bimbi che ogni giorno non la perdevano mai di vista.

Gelsomino disse a Gelsomina: “Sai Gelsomina?Quando saremo grandi ci sposeremo”.

“Sì” rispose timida la piccola.

Gli anni passarono, i due piccoli diventarono grandi, viaggiarono in posti lontani ma alla fine si ritrovarono e decisero davvero di sposarsi … ma sapete la cosa bella?

La rosa non c’era più certo, nel giardino di Gelsomina, ma al suo posto fiorì uno splendido roseto che ricordò ai due sposi quel giorno in cui si erano promessi di volerso bene per tutta la vita … e come finisce questa storia?

Ma certo: e vissero tutti felici e contenti.

Suggerimenti didattici: Lettura espressiva della fiaba, favorire la divisione in sequenze della stessa e rappresentarla anche aggiungendo delle vignette o delle didascalie esemplificative. Si può scegliere di far rappresentare la scena che più ha emozionato e aiutare a verbalizzare la rappresentazione grafica.



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