Cappuccetto Verde

Fiaba pubblicata da: patty

Quella era stata una brutta mattina per il lupo.

Aveva una gran fame e non era riuscito nemmeno lui a trovare una preda.

Quelle poche che aveva cercato di prendere come un minuscolo topolino gli eran sfuggito tra le zampe.

Vagava senza metà per il bosco era annoiato e arrabbiato e quando e’ in quello stato diventa cattivo e bugiardo.

Stava accovacciato sotto un albero quando gli era parso di sentire un lieve fruscio…si era raddrizzato sulle zampe e si era messo in ascolto.

“no no non è un fruscio, sono passi delicati e questo profumo, sicuramente di bambina, ma anche di qualcos’ altro” pensò il lupo.

Aveva annusato e annusato si c’era una bambina li vicino, ma c’era anche un altro profumo che gli faceva venire l’acquolina in bocca.

Aveva annusato ancora e all’improvviso aveva capito tutto: “La bambina che sta arrivando la conosco abita nella casetta vicino al bosco si chiama cappuccetto Verde” disse fra se il lupo.

Non si sa come e perchè il lupo sembrava cosi cattivo e rabbioso tuttavia quando sentiva avvicinarsi la bambina si spaventava.

Le emozioni che sentiva gli facevano paura; insomma era un lupo pauroso, tremava talmente forte che si sentiva il rumore dei denti che battevano e cosi’ si nascondeva sotto le foglie o dietro ad un albero.

Una volta la nonna regalò alla sua bella nipotina un cappuccetto verde e poichè le donava tanto tutti la chiamavano sempre cappuccetto verde.

Un giorno mentre era nel giardino a giocare la mamma la chiamò e le disse: “prendi il cestino dei biscotti e la focaccia e portali alla nonna che è debole e malata e con questi si ristorerà. Sii gentile e salutala per me, cammina sul sentiero del bosco e non abbandonarlo mai, non parlare con gli sconosciuti tira dritto fino alla casa della nonna senza fermarti mai…mi raccomando il bosco è  pericoloso, sii ubbidiente bambina mia”

Il lupo dopo aver visto la bambina prese coraggio uscì dal nascondiglio, girò per il bosco e alzando gli occhi vide i raggi del sole filtrare attraverso gli alberi e tutt’intorno pieno di fiori.

“la bambina di sicuro sta andando dalla nonna, se le porto un mazzo di fiori le farà piacere. Mi farà entrare in casa e allora si che la mangerò tutta intera poi, aspetterò la bambina; un bel boccone prelibato, mangerò anche lei” pensò il lupo orgoglioso di se.

E così raccolse qualche fiore e in gran fretta andò dritto a casa della nonna e bussò alla porta.

TOC TOC TOC

“che paura mi vengono i brividi, se la nonna non mia apre cosa faccio?”

“chi bussa alla mia porta?” urlò la nonna dal piano di sopra.

“Sono io nonnina cappuccetto verde sono venuta a trovarti, ti ho portato dei fiori bellissimi” fece i lupo con la vocina sottile

“vieni pure la porta è aperta” disse la nonna

Il lupo si fece coraggio e piano piano aprì la porta.

Salì di sopra senza far rumore e trovò la nonna che stava preparando la polenta.

“ma tu non sei la mia nipotina sei quel lupaccio che gira nel bosco, che ci fai a casa mia?”

“sono venuto a portarti dei fiori nonna cara” disse il lupo tutto gentile

“tu sei venuto per mangiarmi invece, ma sai che ti dico? Mi manca la carne per la polenta, vieni qui che ti faccio pezzettini e ti metto nella padella e ti cucino arrosto “ urlò la nonna alzando le braccia.

“No, no!” disse il lupo terrorizzato, “la mia carne è amara. E poi sono tutto ossa.”

“Ma se ti faccio cuocere un bel po’ …”

In quel momento entrò il cacciatore attirato dalle urla della nonna

“Cosa succede? Che ci fa il lupo qui? prendo il fucile e …”

Il lupo, spaventatissimo, iniziò a correre a correre a correre e non vide neppure che cappuccetto verde stava arrivando.

“Nonna stai bene? Ho visto scappare via il lupo” chiese preoccupata

“quel furfante voleva mangiare la nonna, ma aveva talmente paura che è scappato prima che potessi prendere il fucile” rispose il cacciatore

“L0 sanno tutti che il lupo crede di fare paura, ma in realtà è solo un gran fifone” rise cappuccetto.

“Allora mangeremo solo polenta e quello che hai portato tu Cappuccetto … e, se il lupo non se ne fosse andato, avremmo invitato anche lui a sedersi a tavola” disse la nonna



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